Trump è un asset di Putin, frequenti i loro colloqui telefonici

Il candidato repubblicano ha avuto ben sette conversazioni con Vladimir Putin dopo aver lasciato la Casa Bianca. Lo scoop nel nuovo libro di Bob Woodward "War" solleva nuovi interrogativi sulla stretta relazione dell'ex presidente degli Stati Uniti con il leader russo, a meno di un mese dalle elezioni.

Donald Trump ha avuto ben sette conversazioni con Vladimir Putin dopo aver lasciato la Casa Bianca, secondo un rapporto esplosivo che solleva nuovi interrogativi sulla relazione dell’ex presidente degli Stati Uniti con il leader russo.

Le affermazioni provengono dal nuovo libro ‘War’ di Bob Woodward, il giornalista dello scandalo Watergate, che sarà pubblicato la prossima settimana. Il Washington Post, suo storico datore di lavoro, ha riportato per primo le anticipazioni.

Il libro descrive una scena all’inizio dell’anno, quando Trump disse a un assistente di lasciare il suo ufficio di Mar-a-Lago per poter parlare privatamente al telefono con Putin. L’assistente senza nome citato nel libro suggerisce che l’ex presidente e il leader russo si sono parlati ben sette volte da quando Trump ha lasciato la Casa Bianca nel 2021.

Le notizie sollevano nuovi interrogativi sul rapporto tra Trump e Putin a meno di un mese dalle elezioni presidenziali statunitensi.

Il libro di Woodward rivela anche che Trump ha inviato segretamente a Putin i test Covid-19 per uso personale al culmine della pandemia. Mentre il coronavirus dilaniava il mondo nel 2020 e gli Stati Uniti e altri paesi si confrontavano con la carenza di test clinici, Trump – in carica come Presidente degli Stati Uniti – inviò segretamente i primi kit disponibili al presidente russo per suo uso personale.

Putin, pietrificato dal virus, accettò i test ma si impegnò per prevenire ricadute politiche, non per lui, ma per la sua controparte americana, avvertendo Trump di non rivelare in pubblico di aver spedito a Mosca i kit per rivelare la positività al Covid.

Secondo gli ultimi sondaggi, Trump è in vantaggio sulla sua avversaria Kamala Harris, di oltre tre punti, anche se i due sono praticamente in parità in tutti e sette gli Stati in bilico che determineranno il vincitore del voto di novembre. Secondo un sondaggio Reuters/Ipsos pubblicato ieri, è Harris ad essere in vantaggio, ma sempre entro il margine di errore.

Exclusive: Harris’ lead over Trump narrows to 46% vs 43%, Reuters/Ipsos poll finds

Il direttore delle comunicazioni della campagna Trump, Steven Cheung, ha respinto le notizie anticipate dal libro di Woodward attaccando frontalmente il giornalista, definendolo un “uomo veramente demente e squilibrato”.

Cheung ha detto che Trump non ha dato a Woodward “assolutamente nessun accesso per questo libro spazzatura”, aggiungendo: “Woodward è un completo maniaco che ha perso la testa”.

Harris, in un’intervista in radio a Howard Stern, ha commentato dicendo che queste notizie dimostrano “chi è Trump”.  “Questo è solo l’esempio più recente di chi è Trump. Ha inviato segretamente kit di test Covid per uso personale a Putin, un avversario degli Stati Uniti, quando lui diceva che gli americani avrebbero dovuto iniettare la candeggina nel sangue”.

Woodward, 81 anni, è diventato famoso negli anni ’70 quando, insieme al collega Carl Bernstein,  raccontò sul Washington Post lo scandalo Watergate, che portò alle dimissioni dell’allora presidente Richard Nixon. Ha scritto più di una dozzina di bestseller, tra cui quattro volumi sulla presidenza Trump.

Trump ha fatto causa a Woodward per un audiolibro del 2022 basato su 20 interviste da lui condotte con l’ex presidente tra il 2016 e il 2020, sostenendo che la pubblicazione dei nastri viola i suoi diritti d’autore, mentre Simon & Schuster ha ripetutamente presentato istanze di archiviazione del caso.

Il possibile ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe avere implicazioni significative per la Russia, l’Ucraina e l’alleanza NATO. L’ex presidente – che ha definito Putin un “genio” dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina nel 2022 – ha dichiarato varie volte che metterebbe fine ai combattimenti in Ucraina il “primo giorno” appena rieletto, e prima di entrare in carica, ma non ha mai spiegato in dettaglio come lo farebbe. Nel dibattito presidenziale del mese scorso, Trump ha rifiutato di affermare di volere la vittoria di Kiev.

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