Le frodi creditizie hanno raggiunto quota 152 milioni di valore nel 2016, con 26.100 casi, tra emissioni di cambiali e assegni a nome altrui, legate a furto di identità. Lo rivela Crif, azienda bolognese attiva nelle informazioni creditizie per banche, assicurazioni e imprese, secondo la quale, i casi registrati nel 2015 erano stati 25.300.
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Il fenomeno, spiegano, è “in costante espansione” e miete vittime soprattutto tra gli uomini (64,3%), con un incremento dell’11,3% per i giovani sotto ai 30 anni. Anche nel 2016 il prestito finalizzato ad acquisti di beni è stata la tipologia di prodotto di credito maggiormente colpito (64,3% dei casi), nonostante il sensibile calo rispetto all’anno precedente (-13,48%).
Per Abi -30 miliardi di Npl entro il 2019
L’Abi vede in miglioramento la qualità dell’attivo bancario tra il 2017 e il 2019, con una riduzione media annua del 15% delle sofferenze nette, e un calo del rapporto sofferenze nette su impieghi di oltre il 40% nel triennio. A fine 2019 il rapporto sofferenze/impieghi dovrebbe, infatti, collocarsi al 2,7%, valore inferiore di quasi 2 punti rispetto al 2016.
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Secondo quanto riportato nel Rapporto di previsione Afo 2017-19, lo stock di sofferenze nette si dovrebbe ridurre di 30 miliardi di euro nel triennio di previsione (pari al 35% dello stock di fine 2016), col 75% della riduzione dello stock che riguarderebbe sofferenze in capo alle imprese.
Pil a 1,3% nel 2017, -5 punti rispetto all’anno scorso
E sempre Abi prevede una crescita del Pil nel 2017 dell’1,3% con un aumento che si stabilizzerà su questi livelli anche nel successivo biennio (+1,2% nel 2018 e +1,3% nel 2019). E’ quanto prevede lo scenario dell’Ufficio studi, costruito come insieme agli Uffici studi delle principali banche operanti in Italia (Afo) dove si “indica un ulteriore rafforzamento della crescita della nostra economia”. Nel complesso le manovre di bilancio si incammineranno su di un sentiero di rientro coerente con lo stato del ciclo: a fine 2019 il rapporto debito/Pil risulterà inferiore di quasi il 5% rispetto al dato dell’anno scorso.