Camilleri agli studenti: “Non fidatevi né di Renzi né del M5S, già cadaveri”

“E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un mattino”, afferma lo scrittore siciliano.

“Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo”, ha detto lo scrittore nel liceo di Agrigento dove ottenne il diploma nel 1943.

“Non fidatevi né di Renzi né dei grillini“. A dirlo è  Andrea Camilleri in un incontro con un gruppo di studenti del liceo Empedocle di Agrigento, la scuola in cui lo scrittore ottenne il diploma nel 1943. Lo scrittore, riporta il Corriere della Sera, ha ospitato i liceali nella sua casa di Roma per un video trasmesso nel corso della “Serata Camilleri” organizzata nell’ambito del Festival della Strada degli Scrittori.

Camilleri – che per la prima volta ha parlato della sua vista sempre più spenta – ha esortato gli allievi del liceo a “stare lontani” dal segretario del Partito democratico e dal M5s, ritenuti dal padre di Montalbano “già cadaveri, già fuori dalla vostra storia. Teneteli lontani dal vostro avvenire”. Piuttosto, ha aggiunto, “il vostro futuro costruitevelo voi”. “Rifate la politica – è il suo appello – che è diventata quasi sinonimo di disonestà. Ricordatevi Pericle, il discorso che fa sulla democrazia. Applicatelo. Voi giovani siete in condizioni di farlo”.

Camilleri agli studenti ha raccontato tra l’altro il suo rapporto con i partiti della Prima Repubblica: “Non ho mai votato la Democrazia cristiana. Io ho sempre votato per il Pci. Bene o male, aveva il rispetto delle istituzioni”. Oggi, invece, secondo Camilleri, la politica “è rappresentata da gente che ha degradato il lavoro… E ci si domanda che valore abbia l’articolo 1 della Costituzione. La verità è che i primi a non considerarla sono i partiti della sinistra, del cosiddetto centrosinistra”. Uno scetticismo che ha portato lo scrittore a non andare a votare alle elezioni amministrative di Roma. “Sono invece andato a votare al referendum costituzionale” precisa.

Infine una riflessione sui vecchi e i giovani, sulle responsabilità degli adulti: “Anch’io mi sento responsabile… Ho vissuto l’entusiasmo del 1945, del 1947 per rifare l’Italia. E poi? Poi io consegno a mia pronipote e a voi un futuro incerto. Questo è un fallimento che mi porto nella tomba”. Ma non è un invito ad estraniarsi dalla vita pubblica. “E’ facile cadere nell’antipolitica, ma il populismo è la fiammata di un mattino. Appunto, non crediate ai Renzi o ai Cinquestelle…”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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