(WSC) ROMA – Il ministro degli Esteri Luigi di Maio e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte aprono all’ipotesi di un mini rimpasto nel governo per affrontare l’uscita dall’emergenza e neutralizzare un’eventuale crisi politica settembrina.
In un clima di ritrovato feeling, Conte e Di Maio, da giorni, incontrano gruppetti di deputati e senatori dei Cinque stelle per raccogliere malumori, sfoghi e critiche verso l’operato dei ministri. Una strategia che punta a preparare il terreno per alcuni cambi nella squadra dell’esecutivo.
Ma anche dal fronte Pd cresce la tentazione di rimpiazzare un paio di componenti del governo. Con un doppio obiettivo: accontentare qualche scontento e dare slancio all’azione dell’esecutivo. La formula è già pronta: agenda e ministri nuovi. Il libro dei sogni (un piano di riforme per l’Italia) annunciato dal premier Conte e le promesse del ministro Di Maio sul taglio dell’Irap sono i due pilastri su cui poggiare il nuovo patto di governo.
L’idea di Conte e Di Maio è di procedere con quattro ritocchi nella squadra
Quali sono le poltrone che ballano. Chi sono i bocciati? È in bilico la sedia del ministro della Scuola Lucia Azzolina. Dopo i pasticci sul decreto Scuola, il ministro è già praticamente commissariato. La titolare della Pubblica istruzione sarebbe la prima a mollare la poltrona. C’è l’opzione di affidare la delega al ministro dell’Università Gaetano Manfredi. Ma non si esclude un cambio con un altro esponente dei Cinque stelle.
Un altro ministro grillino in odore di uscita è il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il ministro della Giustizia (dopo il caso Di Matteo) perde peso e credibilità all’interno del Movimento. Di Maio e Conte non temono il dissenso (a parole) di Italia Viva ma la sfiducia che cresce tra i parlamentari grillini contro Bonafede. Al netto della vittoria in Senato (bocciata la mozione di sfiducia), il ministro non gode più della stima della maggioranza.
La strada ipotizzata da Luigi Di Maio sarebbe di affidare a un esponente dem la poltrona «calda» in via Arenula. C’è l’opzione di un ritorno di Andrea Orlando alla guida del ministero della Giustizia.
In cambio, i Cinquestelle puntano alla poltrona del ministro per gli Affari regionali: Francesco Boccia è tra i ministri in uscita.
Non ha convinto la gestione durante il Covid. Il rapporto conflittuale con le Regioni ha provocato malumori tra i 5S. Ma anche al Nazareno, Boccia è stato bollato come ministro precario.
Quarta poltrona in bilico è quella occupata da Paola Pisano, ministro dell’Innovazione. La ministra torinese è stata imposta nella squadra di governo da Davide Casaleggio. Ma ora gli equilibri nel Movimento sono un po’ cambiati: non c’è più un patto solido tra Di Maio e Casaleggio jr. A farne le spese potrebbe essere proprio il ministro Pisano.
Al momento i renziani non dovrebbero rientrare nella partita del mini rimpasto. Nonostante i numeri di Iv, Di Maio, Conte e Zingaretti non intendono aprire con Renzi il mercato sui ministri.
Col passare dei giorni matura una convinzione a Palazzo Chigi: il governo non riparte. Meglio un cambio che una crisi al buio.
Fonte: il Giornale