Il reddito medio delle famiglie italiane è di 2500 euro al mese

Allo stesso tempo l'Italia è quinta in Europa per pressione del fisco, dopo Danimarca (50,9%), Francia (45,2%), Belgio (44,7%) e Finlandia (43,9%).

Allo stesso tempo l’Italia è quinta in Europa per pressione del fisco, dopo Danimarca (50,9%), Francia (45,2%), Belgio (44,7%) e Finlandia (43,9%).

Bankitalia comunica che nel 2014 il reddito familiare annuo, al netto delle imposte sul reddito e dei contributi sociali, è risultato in media pari a circa 30.500 euro, circa 2.500 euro al mese.

La mediana del reddito familiare (il reddito della famiglia che occupa la posizione centrale della distribuzione) è inferiore alla media e pari a 25.700 euro, cioè circa 2.100 euro al mese. Il 10% delle famiglie a più alto reddito percepisce più di 55.000 euro (circa 4.600 euro al mese).

Tra il 2012 e il 2014 si è arrestata la diminuzione, che proseguiva dal 2008 ed era collegata, principalmente, alla riduzione dei redditi da lavoro, dipendente e autonomo. Il reddito equivalente, una misura del livello di benessere individuale ottenuta tenendo conto della struttura familiare, è ancora diminuito, sebbene molto meno intensamente che negli anni precedenti. Vi ha contribuito la crescita, per la prima volta dai primi anni Ottanta, della dimensione media dei nuclei familiari.

Nel 2014 il 22,3% degli individui aveva un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano (16.000 euro), la soglia convenzionalmente usata per definire la condizione di basso reddito; era il 19,6% nel 2006. Dal 2006 l’incidenza degli individui a basso reddito è cresciuta nelle fasce di età centrali fino a 54 anni, ma è diminuita tra i più anziani, per effetto della stabilità delle loro entrate rispetto al calo generalizzato dei redditi.

Il patrimonio del 30% delle famiglie più povere (7.000 euro in media) rappresenta meno dell’1% della ricchezza complessiva. Mentre il 10% delle famiglie più ricche ha un patrimonio medio di circa 950mila euro e detiene il 44% del totale. Il 5% delle famiglie più abbienti, con un patrimonio medio di 1.300.000 euro, detiene oltre il 30% della ricchezza complessiva.

Ocse: Italia quinta per pressione fisco

La pressione fiscale in Italia cala leggermente attestandosi nel 2014 al 43,6% dal 43,9% del 2013. Lo rileva un rapporto dell’Ocse che colloca l’Italia al quinto posto per livello di pressione fiscale tra gli Stati membri per cui sono disponibili i dati (30 su 34). Davanti al nostro Paese ci sono solo Danimarca (50,9%), Francia (45,2%), Belgio (44,7%) e Finlandia (43,9%). La pressione fiscale media nell’area Ocse è pari nel 2014 al 34,4%.

 

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1 commento

  1.   

    Crolla il Pil pro capite italiano. Nel silenzio generale
     
    http://girano.blogspot.it/2016/05/crolla-il-pil-pro-capite-italiano-nel.html
     
    Da un lato ci sono le dichiarazioni rassicuranti del bugiardissimo. Dall’altro lato c’è la realtà. Ed è molto diversa. Uno studio del Centro studi Promotor sulla base dei dati Eurostat ha evidenziato come il Pil italiano pro capite stia precipitando in termini assoluti ed anche in rapporto alla media dell’Unione europea. Se – ricordano al Centro studi Promotor – nel 2014 il Pil pro capite italiano era sceso dell’1,9% al di sotto di quello della media UE, lo scorso anno lo scarto si è accentuato e siamo scesi al 3%. Ma non basta. Lo studio ricorda anche che l’anno prima dell’adozione dell’euro, il Pil pro capite era pari all’equivalente di 27.800 euro. Lo scorso anno si era scesi a 25.500, con una flessione dell’8,27%. Mal comune? Non proprio. “Nessun altro Paese dell’Unione – spiegano al Centro studi – ha avuto una penalizzazione così forte in questi anni”. Forse, però, l’aspetto più drammatico e’ rappresentato dal raffronto con la media del Pil pro capite europeo. Se adesso quello italiano e’ inferiore del 3% rispetto alla media, nel 2001 era superiore del 18,8%. Un crollo, più che un calo. Certo, a modificare la situazione ha contribuito la forte crescita dei Paesi dell’Est. Ma non è solo questo. La Germania ha visto il suo reddito medio pro capite salire da +25,6 a +29,7% e la Gran Bretagna dal +15 al +17,5%. La Francia ha frenato, ma resta a +19,6% rispetto alla media UE. Al di sotto della media, messi peggio di noi, ma con flessioni minori della nostra, ci sono gli altri Paesi del Mediterraneo, dalla Grecia alla Spagna, da Cipro sino al Portogallo. È evidente il fallimento delle politiche economiche adottate da tutti questi Paesi, compresa l’Italia, per compiacere la Troika e gli euro cialtroni. Ma il bugiardissimo ed i suoi compari comtinuano a far finta di nulla ed a raccontare favole. D’altronde gli italiani dimostrano di credere alle loro menzogne, dunque fanno benissimo. E le opposizioni non hanno gli strumenti culturali per accorgersi di quanto sta avvenendo.