Quando si dice le due facce della realtà. Una è quella dei numeri sulla povertà assoluta, che ha toccato quote da record in Italia, l’altra è quella del presidente del Consiglio, che nelle stesse ore in cui l’Istat comunicava le cifre, era ad inaugurare la nuova sede di un istituto di credito privato, elogiando le misure salvabanche, difendendo il sistema bancario e Bankitalia, tre dei maggiori fattori scatenanti di rabbia per i cittadini e i risparmiatori.
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La povertà assoluta in Italia nel 2016 è rimasta stabile rispetto al 2015 e ha coinvolto 4,742 milioni di persone, circa 1,619 milioni di famiglie residenti, secondo i dati comunicati l’Istat. L’incidenza di povertà assoluta per le famiglie è pari al 6,3%, in linea con i valori stimati negli ultimi quattro anni. Per gli individui, l’incidenza di povertà assoluta si porta al 7,9% con una variazione statisticamente non significativa rispetto al 2015 (quando era 7,6%).
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Entrando nel dettaglio, nello studio dell’Istituto di statistica l’incidenza della povertà assoluta aumenta al Centro in termini sia di famiglie (5,9% da 4,2% del 2015) sia di individui (7,3% da 5,6%), a causa soprattutto del peggioramento registrato nei comuni fino a 50mila abitanti al di fuori delle aree metropolitane (6,4% da 3,3% dell’anno precedente). Persiste, a partire dal 2012, la relazione inversa tra incidenza di povertà assoluta e età della persona di riferimento (aumenta la prima al diminuire della seconda). Il valore minimo, pari a 3,9%, si registra infatti tra le famiglie con persona di riferimento ultra sessantaquattrenne, quello massimo tra le famiglie con persona di riferimento sotto i 35 anni (10,4%). Come negli anni precedenti l’incidenza di povertà assoluta diminuisce al crescere del titolo di studio della persona di riferimento: 8,2% se ha al massimo la licenza elementare; 4,0% se è almeno diplomata.
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La posizione professionale della persona di riferimento incide molto sulla diffusione della povertà assoluta. Per le famiglie la cui persona di riferimento è un operaio, l’incidenza della povertà assoluta è doppia (12,6%) rispetto a quella delle famiglie nel complesso (6,3%), confermando quanto registrato negli anni precedenti. Rimane, invece, piuttosto contenuta tra le famiglie con persona di riferimento dirigente, quadro e impiegato (1,5%) e ritirata dal lavoro (3,7%).
Gentiloni alla Bnl
E mentre uscivano questi nuovi, inquietanti dati, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, era all’inaugurazione della nuova sede della direzione generale di Bnl Gruppo Bnp-Pairbas, una banca privata, costruita alle spalle della stazione Tiburtina di Roma in una zona ancora lontanissima da una seria ed efficace riqualificazione urbana. Di povertà non ne ha parlato praticamente mai, il premier. Solo un rapido accenno in 20 minuti di speech, nel quale garantito l’impegno dell’Esecutivo. E di cosa ha parlato, allora, Gentiloni? Di banche, ovviamente. Di sistema bancario, di sistema di controllo e vigilanza, di Bankitalia e di governi, il suo e quello precedente di Matteo Renzi. Tutti assolti, of course.
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“In alcune realtà i comportamenti sono stati discutibili o addirittura illegali, ma rivendico l’azione portata avanti dai governi che si sono succeduti in questi anni, quello guidato da Matteo Renzi e l’attuale” perché “hanno lavorato intensamente per fare fronte a queste difficoltà, in collaborazione con Bankitalia e le istituzioni europee, per consolidare la situazione e salvare gli istituti in maggiore difficoltà” e “chi in queste ore parla di regalo ai banchieri fa della facile demagogia”, riferendosi alle opposizioni, in particolare al M5S. Il presidente del Consiglio ha detto inoltre che “intervenire per salvare gli istituti in difficoltà è giusto e doveroso. Lo abbiamo fatto per salvare milioni di risparmiatori, non decine, e centinaia di migliaia di piccole e medie imprese per le quali il fallimento disordinato di piccoli e medi istituti bancari avrebbe portato conseguenze devastanti”.
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Peccato, però, che migliaia di investitori truffati dalle 4 banche non siano ancora riusciti a riavere nemmeno un centesimo. Ma Gentiloni non si limita alla difesa d’ufficio. Mette in campo un’arringa in piena regola: “Noi salviamo risparmiatori, non assolviamo i responsabili dei disastri. Non faccio il magistrato, ma penso che debbano pagare”, perché “chi sbaglia paga e se c’è dolo ne risponde, ma al governo compete rassicurare il sistema bancario, intervenire per salvare i risparmiatori e per tutelare il risparmio, che non è una scelta arbitraria ma scritta in Costituzione”.
ronin
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I 5 milioni di poveri assoluti italiani, un altro “grande successo dell’euro”.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_5_milioni_di_poveri_assoluti_italiani_un_altro_grande_successo_delleuro/6121_20850/
di Giorgio Cremaschi
Pochi anni fa Mario Monti definiva la Grecia il più grande successo dell’Euro. Ora anche il nostro paese raggiunge quei vertici di vertici di vittoria, con il dilagare della povertà in dimensioni mai viste, se non subito dopo la guerra.
A spiegare i 14 milioni di poveri servono, ma non bastano, i 7 milioni di disoccupati. Infatti milioni di lavoratori precari e supersfruttati non riescono, pur lavorando, a raggiungere un reddito dignitoso. Pochi giorni fa Renzi, intraprendendo la sua battaglia mediatica contro il fiscal compact, ha detto che tre anni fa l’italia ha vinto con la UE. Immaginiamo se avessimo perso! La realtà è che le politiche di austerità e distruzione dei diritti sociali della Unione Europea, di cui l’euro è lo strumento fondamentale, hanno davvero vinto. La miseria e la disoccupazione diffusa permettono di pagare il lavoro sempre meno e di guadagnare sempre di più a grandi imprese, finanza, super ricchi. Se poi i governi colpiscono il lavoro con Jobsact e misure simili, tutto diventa ancora più facile per chi ha il capitale.
E infatti in Italia poco più dell’1% della popolazione oggi detiene quasi un quarto di tutte le ricchezze del paese.
Sempre più ricchezza va a sempre meno persone e si trasferisce dai paesi impoveriti a quelli più ricchi. In questi giorni le banche tedesche festeggiano 1,34 miliardi di profitti extra incassati con la usura esercitata sulla Grecia. Il cui governo ora, per allentare il cappio che lo strangola, offre………………………..
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ecc…
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