Riceve il via libero unanime dell’Aula del Senato, con 196 sì, la mozione sulle banche proposta dal governo e illustrata all’Assemblea dal sottosegretario, Pier Paolo Baretta. Il documento, in cui si parla anche dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici per tutti gli amministratori giudicati responsabili, è stato sottoscritto dai presidenti di tutti i gruppi parlamentari che hanno ritirato le precedenti mozioni presentate.
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La proposta è mirata agli istituti in difficoltà che accedono agli aiuti pubblici, per fare sintesi su “quanto di importante” è contenuto nelle proposte delle forze politiche sullo stesso argomento. La mozione chiede l’interdizione perpetua dai pubblici uffici degli amministratori, degli organi di controllo, dei dirigenti che redigono i documenti contabili delle banche fallite; una ricognizione del complesso delle sanzioni; l’effettiva diffusione dell’educazione finanziaria affinché il cliente non acquisti, senza saperlo, prodotti a rischio; il posticipo del termine previsto per accedere al ristoro.
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Il governo “ha ritenuto sostanzialmente di accogliere quanto di importante c’era nelle diverse mozioni” e per questo ha proposto e ottenuto, dai gruppi, il ritiro e la convergenza su questa che è diventata “proposta del Senato”, come spiegato da Baretta.
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Peccato, però, che la legge italiana non preveda la retroattività. Questo significa che i manager colpevoli dei vari crack economici e finanziari, con conseguente messa sul lastrico di migliaia di piccoli risparmiatori, resteranno impuniti, o quantomeno non toccati dalla nuova norma, che non può andare a ritroso nel tempo ed essere applicata anche al passato, seppur recente.
robyuan
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