di Rossella Minotti
Tre italiani su dieci le usano, e con successo, eppure le terapie non convenzionali, ora meglio definite come medicine complementari, sono perennemente sotto accusa e in difficoltà. L’Aifa (Agenzia del farmaco) si prepara finalmente, previo esame di dossier, a etichettare 3000 preparazioni come farmaci. Ma l’ultimo caso (lo scorso maggio) del bambino morto per un’otite non curata con antibiotici ma con omeopatia, ha di nuovo scatenato le polemiche.
Eppure basterebbe la parola ‘complementari ‘ a definire l’ambito di applicazione di fitoterapia, rimedi antroposofici, soprattutto omeopatia. In Germania ad esempio il ‘viscum mali’ (vischio iniettabile) viene abitualmente affiancato alla chemioterapia anche negli ospedali pubblici, mentre da noi l’oncologia erge un muro invalicabile che costringe i pazienti a consultare di nascosto il medico antroposofo.
Medici tradizionali e soprattutto case farmaceutiche sono perennemente sul piede di guerra. Christian Boiron, il padre industriale dell’omeopatia, tenta da anni di far allineare il prezzo dei suoi rimedi (molto più alto in Italia) al mercato francese. Invano. E infatti mentre ministri e manager della sanità ufficiale continuano a osteggiare le medicine complementari, all’estero si va avanti, inaspettatamente anche in Paesi meno strutturati del nostro. Dopo Francia e Germania, perfino India e Brasile guardano a nuovi orizzonti terapeutici.
Il Governo Indiano ha divulgato dati sorprendenti: dal 2014 a oggi la spesa effettiva a favore dell’omeopatia nel paese di Gandhi continua a salire vertiginosamente: i numeri sono ancora piccoli ma c’è stato un raddoppio, passando da 820 milioni a 1,67 miliardi di rupie. E il trend vale anche per i fondi destinati alla ricerca nel settore.
In Brasile invece la Camera Tecnica per l’Omeopatia e il Consiglio Medico Regionale dello Stato di São Paulo hanno preparato un Dossier Speciale, “Evidenza scientifica in omeopatia”. Il dossier ha confermato che l’efficacia e la sicurezza del trattamento omeopatico sono dimostrate da studi clinici randomizzati e controllati con placebo, revisioni sistematiche e metanalisi.
Entusiasta il presidente Amiot (Associazione medica italiana di Omotossicologia) Marco Del Prete. “Negli ultimi tempi abbiamo assistito a importanti passi avanti sul tema dell’efficacia dell’omeopatia” dice. “Le conclusioni scientifiche dell’ultima ricerca francese, ad esempio, riportano che chi è andato dagli omeopati ha dimezzato gli antibiotici e gli antinfiammatori ingeriti, e ha ridotto a un terzo gli analgesici e le benzodiazepine (psicofarmaci della famiglia del Valium). Per non parlare degli straordinari risultati dell’omeopatia sulle allergie, sulle patologie croniche, e su tutte le malattie che per essere combattute richiedono un rafforzamento del sistema immunitario. E anche le novità provenienti da Brasile, India e Germania sono assai incoraggianti: la diffidenza verso questo paradigma di cura centrato sulla persona è sempre più debole, in quanto, di per sè, anti-scientifica”.
Fondamentale, naturalmente, affidarsi a medici riconosciuti (che sono tanti) e non a ciarlatani improvvisati.
Cesare58
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Un medico omeopata serio e professionale, non dirà mai che in caso di malattie gravi sono da evitare le medicine “salva vita”, ma abbinerà la medicina omeopatica all’altra tradizionale .Questo è quello che ha affermato il mio amico, medico chirurgo,medico omeopata e insegnante di sofrologia all’Académie de Sophrologie d’Alsace.
Cesare58
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Si tratta di preparazioni ottenute esclusivamente da principi attivi naturali che provengono dal regno minerale, vegetale, animale. Queste sostanze pure vengono attivate mediante un particolare processo di diluizione e dinamizzazione che le priva di qualsiasi tossicità ma che ne risveglia le proprietà terapeutiche.I medicinali omeopatici possono essere prescritti solo da medici abilitati all’esercizio della professione e iscritti all’Albo dell’Ordine dei Medici.
Cesare58
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perché non liberalizzarla per questo tipo di malattia?