«Questione di giorni», assicura il responsabile della segreteria tecnica del Mef, Fabrizio Pagani. Il lungo negoziato su Mps tra Italia e Commissione Ue è arrivato alle battute finali e un via libera di Bruxelles potrebbe arrivare già la prossima settimana.
Anche il capitolo dello smaltimento delle sofferenze sta lentamente andando a posto: lo stesso Pagani ha spiegato che è «in chiusura» anche la cartolarizzazione degli Npl. In pista c’è il fondo Atlante.
Pagani, parlando a margine dell’Italian Investiment Conference, ha indicato che “il sistema bancario italiano negli ultimi quattro mesi ha svoltato con la ricapitalizzazione di Unicredit, la dismissione di Npl, la vendita delle quattro banche ponte e ora con l’ingresso dello Stato in Mps”. Quanto a Popolare di Vicenza e Veneto Banca Pagani si è limitato a dire: “Poi parliamo delle venete”.
E’ intanto in programma per domani a Bruxelles un incontro fra la direzione generale della concorrenza dell’Ue, il Tesoro e i vertici delle banche venete, con gli a.d. della Popolare di Vicenza, Fabrizio Viola, e di Veneto Banca, Cristiano Carrus. Scopo del vertice è fare il punto della situazione sulla richiesta di ricapitalizzazione precauzionale avanzata dai due istituti veneti.
Le banche hanno già presentato all’Ue i loro piani di ristrutturazione, che prevedono la fusione fra i due istituti, con una fabbisogno di capitale complessivo stimato in 6,4 miliardi e lo smaltimento di 9,6 miliardi di sofferenze lorde.
L’iter per la ricapitalizzazione delle venete, che determinerebbe il controllo dello Stato sulle due banche, è analogo a quello di Mps. Qualche giorno fa, la commissaria Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, ha detto che, a differenza di Siena, con le “venete non siamo così avanti”.
robyuankenobi
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peter pan
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Roby, stai nu poco….. macabro. I fatti di MCR dimostrano quello che dico sempre: noi “finora” non siamo “sfiorati” perchè non ci sono ancora le seconde e terze generazioni o perlomeno in forma limitata… e ho detto tutto, tempo al tempo. Un’altra ragione è che noi importiamo mano d’opera Isis a gogò e un attentato in Italia forse farebbe insorgere la destra e questo non lo vogliono. Anche la Nato ora si tira indietro, forse per loro non c’è guerra… e pensare che non si ha a che fare con 50 milioni di abitanti forse lo stadio di San Siro li potrebbe contenere tutti. Scusa, forse io appartengo alla categoria dei duri e puri… e rincoglioniti.
robyuankenobi
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peter pan
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Ah! come rimpiango sempre l’impossibilità di usare la bacchetta magica o le sliding doors….
Secondo me l’Inghilterra si renderà conto di essere ormai legata a filo doppio al turismo e non più al loro “impero” fra una decina d’anni….
Ciao Cesare58, apprezzo sempre i tuoi interventi, naturalmente io ho le mie idee. Mia moglie è stata a Cardif la settimana scorsa: non v’è più alcuna traccia di industrie salvo quella del divertimentificio…. finchè dura.
Cesare58
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E’ bello vedere come Francia e Germania fanno quello che vogliono salvo poi dettare le regole per gli altri Paesi. I primi sforano alla grande il deficit annuo senza che nessuno dica nulla, i secondi salvano le banche con soldi pubblici salvo poi negare la possibilità agli altri. Abbiamo la solita UE funzionale solo agli interessi di pochi che identifica una Europa di stampo feudale. Sono stati bravi a veicolare come un mantra alcuni timori e false certezze da cui deriva il terrore al solo pensiero di uscire dalla UE e dall’euro. Il percorso della Gran Bretagna viene visto dalla nomenclatura di Bruxelles come un pericolo tremendo, ovvero che gli altri Paesi della UE possano arrivare alla consapevolezza che uscendo dalla UE e dall’euro non avviene il cataclisma economico e finanziario paventato e urlato a squarciagola dai media eterodiretti.
nerio
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robyuankenobi
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