Rai nel caos: il dg (ex renziano) Campo Dall’Orto sfiduciato dal cda

Anche la presidente Monica Maggioni vota contro. Lui non si dimette. Nominato in quota Leopolda, dopo mesi burrascosi con l’ex premier dice: “Azienda ostaggio della politica”. Messo lì …

Anche la presidente Monica Maggioni vota contro. Lui non si dimette. Nominato in quota Leopolda, dopo mesi burrascosi con l’ex premier dice: “Azienda ostaggio della politica”.

Messo lì da Renzi. Poi abbandonato da Renzi. Ora attacca Renzi. Parlando di “Rai ostaggio della politica” ma dimenticando che proprio la politica – nella fattispecie il Pd – lo aveva voluto dg di Viale Mazzini. Antonio Campo Dall’Orto ha reagito così alla bocciatura del suo piano informazione sancita dai consiglieri nell’odierno cda. Con numeri chiari: favorevole Guelfo Guelfi, astenuti Fortis e Freccero, contrari tutti gli altri (Siddi, Borioni, Mazzuca, Diaconale), compresa la presidente Rai Monica Maggioni.

Una notizia, quella del no al piano news, anticipata dal consigliere Rai Paolo Messa, che abbandonando in anticipo i lavori del cda aveva parlato di “rapporto di fiducia con dg ormai compromesso”, citando anche la questione della delibera Anac in merito alla nomina del capo della security in palese conflitto d’interessi. Una vicenda che evidentemente ha avuto un peso, ma che dice molto poco su ciò che realmente è successo ai piani più alti di Viale Mazzini. Dove da mesi Campo Dall’Orto vive da separato in casa, sensazione confermata anche dal sì con voto unanime del cda ai piani di produzione e trasmissione 2017.

Ciò che c’è dietro è una storia tutta politica. Ben riassunta, tra l’altro, dalle parole dei politici prima che da quelle dei diretti interessati. “È il completo fallimento della Rai della Leopolda. Renzi come Crono divora i suoi stessi figli quando questi rivendicano la loro indipendenzaprofessionale. Prima si chiedono superpoteri per il Direttore generale e poi appena Campo Dall’Orto chiede un po’ di autonomia gli si taglia l’erba sotto i piedi”. Le parole sono di Federico Fornaro e Miguel Gotor, entrambi componenti della commissione di Vigilanza della Rai. Che – come anticipato dal presidente grillino Roberto Fico – chiederà l’acquisizione in commissione del piano news bocciato dai consiglieri d’amministrazione.

LE “FONTI A LUI VICINE” FANNO SAPERE: “TV PUBBLICA OSTAGGIO DELLA POLITICA”
Campo Dall’Orto
al momento ha preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Ma “fonti a lui vicine” (testuale) hanno fatto sapere alle agenzie di stampa che “il dg ha dovuto insistere per andare al voto sul piano news in cda di fronte all’orientamento prevalente dei consiglieri di rinviare nuovamente la votazione. Secondo il manager – hanno detto sempre queste ‘fonti a lui vicine’ – sarebbe stato impossibile attendere ancora, perché sulle riforme, che sono urgenti, è stato perso già troppo tempo.

Campo Dall’Orto – hanno fatto notare le fonti – avrebbe potuto galleggiare a lungo e, invece, ha preferito andare alla conta, incassando il voto contrario anche della presidente Monica Maggioni. La bocciatura del piano, proprio sul tema del digitale che dovrebbe mettere tutti d’accordo, dimostra – secondo il pensiero del dg – che le motivazioni dello stop sono tutte politiche e si rischia, con questa presa di posizione, che la Rai resti ferma e ostaggio della politica. Il dg – hanno sottolineato – resta fedele al suo mandato di indipendenza e ora prospetterà la complessità della situazione all’azionista”.

Val la pena di notare come le parole utilizzate dalle “fonti vicine” al dg non siano per nulla casuali. Ed esprimono con chiarezza alcuni concetti. Innanzitutto Campo Dall’Orto non intende dimettersi, almeno non ora. Incomprensibile, poi, il no del cda al progetto del nuovo portale web della Rai, che nelle intenzioni del dg sarebbe stato diretto da Milena Gabanelli, nomina –  lo dicono i retroscena delle ultime settimana – non particolarmente gradita (eufemismo) dalla presidente Monica Maggioni, che infatti viene citata nel messaggio subliminale delle fonti vicine a Campo Dall’Orto. Quel “Rai ostaggio della politica”, infine, sembra un messaggio chiaro al governo e al Partito democratico, che aveva voluto l’ex manager di Mtv in sella e che ora lo scarica dopo le frizioni con il segretario Matteo Renzi.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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