I romani hanno un debito che forse non conoscono: ammonta a 4.177 euro per abitante. È questa la quota pro-capite dello «storico» del Comune, 12 miliardi, quattro volte quello di Torino e tre volte quello di Milano, che con i suoi 4 miliardi occupa il secondo posto in Italia. Una somma notevolissima che colloca la capitale al 96° posto nella classifica dell’indice di sostenibilità. È questo il dato più clamoroso che emerge dal dossier « L’indebitamento dei Comuni italiani», realizzato dalla Uil del Lazio e dall’Eures, il portale europeo della mobilità professionale.
Da notare che sul sito ufficiale del Comune di Roma, la pagina dedicata al capitolo Ammontare complessivo dei debiti è vuota:
https://www.comune.roma.it/pcr/it/rag_gen_amm_compl_debiti.page
La tendenza all’indebitamento travalica i confini nazionali ed è particolarmente marcata nelle capitali del vecchio continente: a eguagliare il debito romano c’è Londra, dove gli inglesi, però, preferiscono indebitarsi con l’amministrazione centrale piuttosto che fare ricorso alle banche, ottenendo così condizioni agevolate. «Ciò significa che non sono i cittadini ad accollarsi il debito come avviene da noi – spiega il segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica -, mentre è palese la differenza nel grado di efficienza delle due città: a fronte di un debito elevato a Londra c’è un miglioramento dei servizi; a Roma, invece, il debito è cresciuto in maniera inversamente proporzionale ai servizi offerti. Questo non è accettabile: i romani non possono continuare a pagare gli errori delle varie amministrazioni con una tassazione che è la più elevata del Paese e poi essere privati di qualsiasi servizio». Tra le altre capitali europee, ad esempio, solo a Madrid l’indebitamento grava sulle tasche dei residenti, con un aumento dell’imposta sugli immobili, del costo delle multe o delle tasse sui rifiuti, mentre molto più virtuosa risulta Parigi.
Come ha fatto Roma ad accumulare 12 miliardi di debito storico
Per Civica la prima cosa da fare sarebbe «ricontrattare il debito di Roma, per il quale si pagano interessi elevatissimi». Mentre «i recenti emendamenti del governo, pur prevedendo una riduzione del debito attraverso il passaggio allo Stato di parte dello “storico” (circa 1,4 miliardi di euro), rendono comunque improbabile l’ipotesi di una futura riduzione della pressione tributaria che grava sui romani».
Ma secondo la ricerca la tendenza ad accumulare debiti pregressi accomuna molte realtà locali. I dati dimostrano che quasi metà del debito complessivo (il 44,3% del totale) si concentra nelle città del centro Italia, con 14,2 miliardi e un valore pro-capite di 2.880 euro, risultato che eccede di oltre mille euro il dato medio nazionale (pari a 1.847 euro). Seguono i Comuni dell’Italia settentrionale, con 12,8 miliardi di euro e un valore pro capite di 1.711 euro, mentre risultati decisamente inferiori sono al sud, con 5 miliardi di euro e un valore pro-capite di circa mille euro.
Fonte: Corriere della Sera