Il Movimento a 30,7 perde più di un punto e mezzo. FI, Lega e FdI sommati a 31,2. Gli scissionisti di Mpd al 2,6 mentre è in leggero recupero il Partito democratico: secondo le rilevazione al 27,6.
Il clima politico che respiriamo in queste settimane è sempre più improntato al nervosismo. Siamo in una condizione di campagna elettorale permanente, che continua da più di un anno, cioè da quando è cominciata la contesa referendaria.
Lo scontro continuo tra Pd e Movimento 5 Stelle, che sta passando alle aule dei tribunali, insieme a una certa fibrillazione nei rapporti tra Pd (o meglio, la componente renziana) e governo Gentiloni relativamente ai conti, alla manovra e ad alcune scelte strategiche, con critiche più o meno sottotraccia ai due principali ministri tecnici, Padoan e Calenda, danno la misura del clima.
I rischi connessi alla gestione di una manovra presumibilmente imponente nell’autunno acuiscono la tensione. Nel centrodestra le manovre di posizionamento sono ancora all’inizio. Di certo c’è una ritrovata centralità di Berlusconi che si è sapientemente ripreso la scena. Da un lato cavalcando gli evergreen, tasse, pensioni, riduzione del peso dello Stato. Per quanto meno efficaci di un tempo, sono argomenti cui l’elettorato presta indubbia attenzione.
Dall’altro lato con l’accentuazione del côté animalista e vegano. Anche qui cogliendo tendenze, magari non prevalenti nel suo ambito immediato di riferimento, ma diffuse in fette di elettorato interessanti per lui. E comunque conquistando ampio spazio nel dibattito prepasquale.
Sempre sul versante moderato l’area centrista batte un colpo con la costituzione di Alternativa popolare e il tentativo di ricondurre la diaspora sotto un unico simbolo, con l’obiettivo di attirare leader riconosciuti e di riunificare gli elettori di centrodestra che vedono con fastidio un’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia. Infine, a sinistra la scissione del Pd e la nascita di Articolo 1 potrebbero avviare un percorso di consolidamento di quel campo, da tempo in affanno.
Quali sono i riflessi di tutto ciò sulle intenzioni di voto degli elettori? Per ora i segnali che rileviamo sono deboli. Tuttavia, rispetto allo scenario che abbiamo presentato poco meno di un mese fa, alcuni cambiamenti emergono.
La sinistra
Cominciamo da sinistra: la scissione ha avuto un impatto contenuto. Un mese fa, a poche settimane dall’avvenimento, il Movimento democratico e progressista era accreditato del 3,3%. Oggi ha perso poco meno di un punto, collocandosi al 2,6%. I «difetti» della scissione, ovvero la scarsa chiarezza delle ragioni e la mancanza di un progetto politico chiaro (per gli elettori) rende per ora scarso l’appeal di questa formazione. Comunque la sua nascita aveva provocato, naturalmente, una contrazione del Pd. Oggi questo partito si colloca al 27,6%, sotto al risultato su cui si era stabilizzato precedentemente (intorno al 30%), ma in ripresa di poco meno di un punto rispetto all’ultima rilevazione pubblicata.
I centristi
Nell’area centrista il lancio di Alternativa popolare cambia segno al trend. Se infatti a partire da fine 2016 Ncd aveva visto progressivamente contrarsi il proprio bacino sino ad arrivare al 2,8% di metà marzo, oggi si attesta al 3,4%. Piccolo segnale, da consolidare con un’estensione delle alleanze e del progetto, come dicevamo sopra.
Il centrodestra
Il centrodestra si mantiene molto competitivo. La somma dei tre partiti supera il 30 per cento, anche se è un fatto teorico in assenza di un programma e di una leadership condivise. Continua il duello ravvicinato Lega-Forza Italia che oggi vede la formazione di Berlusconi due decimali sopra la Lega. La formazione di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, segna una crescita che la porta a superare il 5%.
I Cinque Stelle
Infine l’M5S. In questo caso si evidenzia un’apprezzabile contrazione rispetto al dato di metà marzo: 1,6 punti in meno. Allora eravamo nel pieno del caso Consip e c’era stato il «salvataggio» di Minzolini. Tutto ciò aveva favorito nettamente il Movimento che era riuscito a non avere ripercussioni dal caso Genova. Oggi l’inchiesta Consip è in mezzo al guado, c’è stato qualche infortunio comunicativo come quello relativo ai criminali romeni importati in Italia, i giudici hanno messo in mora le scelte di Grillo a Genova.
I cambiamenti
Piccoli cambiamenti quindi. Occorre aspettare per capire se si tratta di orientamenti che proseguiranno o no. Lo snodo sarà l’autunno e la manovra economica per il prossimo anno. Certo, se le decisioni si prenderanno in questo clima teso e di campagna permanente, qualche preoccupazione è legittima.
Fonte: Corriere della Sera
peter pan
1593 commenti
popolarità 1065
Ti saluto mio caro, ho i consuoceri qui e ho promesso loro che andrò a Rimini quest’estate. Preparati a pagarmi un lauto pranzetto!!!!!
BUONA PASQUA A TUTTI!!!!!!!!!!!!!! E’ la prima, dopo ben 29 anni, che trascorro a casa e devo dire che un po’ di magone c’è, ma non v’è nulla che resta in eterno, bisogna adeguarsi.
robyuankenobi
1884 commenti
popolarità 930
Elmoamf
119 commenti
popolarità 176
Nuovamente buona Pasqua a tutti e chi vuol esser lieto sia che di doman non v’è certezza…
Elmoamf
normal
157 commenti
popolarità 145
Se io voglio comunicare qualcosa a uno che si trova a un metro da me, parlo a bassa voce, se questo si trova a dieci metri parlo un po’ più forte… man mano che la distanza aumenta devo parlare sempre più forte fino a urlare forte.
La decisione a quel punto, se voglio tentare di dire qualcosa a uno che si trova molto distante, non è più mia. Non posso parlare sottovoce a uno che sta a cento metri da me e sperare m’intenda.
Prima di lamentarsi del tono… bisognerebbe che la politica che s’è disinteressata e allontanata dalla gente, si riavvicinasse concretamente e non a chiacchere… alle persone.
Per come siamo messi adesso, urlano perchè non possono fare altro… ma è un affare tutto loro; nessuno si gira neanche più per quanto continuino il loro personalissimo inquinamento acustico.
Non li sente più nessuno.
Si sentono solo tra di loro che son gli unici a trovarsi ad una distanza ragionevole.