Il collasso dell’indice manifatturiero Usa unito alla debolezza del settore terziario hanno alimentato la domanda per i titoli di Stato americani. L’avvicinamento dello spauracchio di una recessione ha spinto anche i mercati a stimare altri due tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed).
Scosso dai timori di una frenata dell’economia, il tasso del decennale del Tesoro americano è scivolato in area 1,5%, mentre i due anni scambia ai minimi dal 2017. Il risultato è un irripidimento della curva dei rendimenti.
L’economia più grande al mondo arranca e ormai i contatti future scontano quasi una riduzione di mezzo punto percentuale dei tassi guida (Fed Funds) da qui a fine anno. Restano ancora due riunioni di politica monetaria prima di Capodanno.
I bond governativi (vedi grafico di Bloomberg sotto riportato) hanno iniziato a correre subito dopo che gli ultimi dati macro hanno evidenziato anche una marcata debolezza del settore dei servizi, che conta per circa due terzi dell’attività economica negli Stati Uniti. A livello di singole sotto componenti, i nuovi ordini e l’occupazione hanno subito battute d’arresto di rilievo.
Tassi bassi spintono investitori a dubitare dell’economia
Nel periodo compreso tra agosto e settembre di quest’anno, la significativa riduzione dei tassi d’interesse sui titoli di Stato e l’appiattimento della curva dei rendimenti hanno indotto gli investitori a dubitare sempre di più dell’andamento dell’economica. I mercati azionari, invece, hanno presentato un quadro più convincente. È ad ottobre che il castello di carte ha iniziato a traballare.
Secondo alcuni investitori nell’azionario, la riduzione dei tassi di interesse potrebbe anche fungere da incentivo alla crescita e quindi prolungare la crescita, soprattutto se gli Stati Uniti e la Cina ritirano le misure restrittive della loro guerra commerciale. Il problema è che le manovre ultra espansive e il “QE ad infinitum”, non stanno dando i risultati sperati da anni.
Nell’area dell’euro, le questioni che attireranno maggiormente l’attenzione dei mercati – e che avranno un relativamente alto potenziale di sorpresa nei prossimi mesi – sono le primissime decisioni della nuova Commissione europea sulla sua politica di bilancio. Si tratta di valutare le leggi di bilancio per il 2020, una questione che sarà di grande importanza specialmente per il dossier Italia.