Licenziato in tronco il direttore del ‘Messaggero’

Follie autoritarie al quotidiano del gruppo Caltagirone. Causa: un'intervista a Giorgia Meloni naufragata per il rifiuto del direttore, Alessandro Barbano, di accettare risposte scritte, come richiesto da Palazzo Chigi per evitare domande di follow-up.

Il 3 giugno, dopo solo un mese e tre giorni in carica, Alessandro Barbano è stato licenziato da Direttore del Messaggero dall’editore Caltagirone, stabilendo probabilmente un record. Questo avvicendamento è l’ultimo di una serie di cambiamenti misteriosi all’interno del gruppo editoriale. Guido Boffo è stato nominato nuovo Direttore, mentre Barbara Jerkov sarà la nuova Vicedirettrice e Massimo Martinelli ritorna come Direttore editoriale. La notizia del licenziamento è stata comunicata da Barbano stesso.

Secondo una ricostruzione del Fatto Quotidiano alla base del licenziamento c’è una trattativa per un’intervista alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni da parte del Messaggero, naufragata a causa del rifiuto del direttore Alessandro Barbano di accettare una modalità scritta, richiesta da Meloni per evitare domande di follow-up.

Barbano, insediato da meno di un mese, aveva imposto ai suoi giornalisti di evitare interviste scritte, generando attriti con Palazzo Chigi. Lo scontro è culminato con un editoriale critico verso Meloni, in cui Barbano sosteneva la necessità di collaborazione alle elezioni europee tra Conservatori e Socialisti contro il populismo.

Il 3 giugno, dopo un colloquio con l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, Barbano è stato licenziato, sostituito da Guido Boffo come direttore e Massimo Martinelli come direttore editoriale. Barbara Jerkov è stata nominata vicedirettore. La decisione ha creato scompiglio nella redazione, con Barbano che ha attribuito il suo licenziamento a ragioni politiche e ha criticato l’ingerenza della politica nella stampa.

Nonostante Palazzo Chigi abbia negato qualsiasi ruolo nel licenziamento, l’ipotesi di un legame con la disputa per l’intervista a Meloni persiste. Barbano ha spiegato che i motivi ufficiali del licenziamento, tra cui l’assunzione di collaboratori senza autorizzazione e la partecipazione a Comitati di indirizzo pro bono, sono pretesti. Ha esortato i giornalisti a dimostrare il loro valore attraverso il lavoro quotidiano, scoraggiando l’idea di uno sciopero.

La sua rimozione dall’incarico al Messaggero si aggiunge ad altri casi simili di licenziamenti improvvisi all’interno del gruppo, come quelli di Stefano Regolini e Osvaldo De Paolini. Il gruppo editoriale Caltagirone ha una storia di avvicendamenti misteriosi e controversie interne, tra cui il sequestro e la successiva morte del filippino Leo Begasson, che ha coinvolto la famiglia Caltagirone nel 2000.

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