Corea: mentre Pyongyang si rafforza, Trump indebolisce Seul

Analisti ed esperti bocciano le reazioni del presidente Usa, che ora vuole anche rivedere gli accordi commerciali con la Corea del Sud.

Mentre la Corea del Nord mostra sempre più apertamente i propri muscoli, con lanci sistematici di missili che dimostrano la potenza nucleare dei propri armamenti, il presidente Usa, Donald Trump, fa infuriare l’alleato più prezioso che ha in questa che, per ora, è una guerra di nervi, il governo di Seul.

La Corea del Sud, infatti, non abbandona la strategia del dialogo con Pyongyang, pur condannando con forza i continui lanci di missili che minacciano la sicurezza nella regione asiatica e non solo, visto che Kim Jong-Un ha più volte dichiarato che l’obiettivo numero 1 è l’America. Invece Trump, domenica 3 settembre si è lanciato in invettive molto pesanti, prima attraverso il suo profilo Twitter, poi anche a voce, con dichiarazioni bellicose, in cui ha detto che “il dialogo non funziona, la Corea del Nord capisce una cosa sola”. Una implicita smentita alle posizioni strategiche e geopolitiche dell’alleato Seul.

La Corea del Sud, dunque, non solo si ritrova in prima linea contro un avversario imprevedibile e totalmente privo di controllo internazionale, ma ora deve pure fare i conti con le smentite di Washington, che oltretutto vuole rivedere gli accordi commerciali con Seul, indebolendola anche dal punto di vista economica.

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Una serie di mosse, quelle di Trump, che esperti e analisti giudicano molto negativamente, proprio in un momento come questo in cui, invece, servirebbe supportare il principale alleato degli Usa. Intervistato dal Financial Times, l’ex consigliere di Barack Obama, Colin Kahl, attacca: “Invece di rassicurare i nostri alleati democratici in Asia orientale, Trump ha fatto il contrario. Così invia il segnale che avremmo preferito una guerra”.

Ma la Corea del Sud non può permettersi un conflitto, perché, secondo Koo Kap-woo, docente presso l’Università degli Studi Nord Coreani, “sarebbe la vittima più illustre, mentre Washington sembra preoccuparsi solo del fatto che l’offerta di dialogo del presidente sudcoreano Moon Jae-in possa incoraggiare Pyongyang proseguire con le sue provocazioni militari”.

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Inoltre, fanno notare gli esperti, questa disparità di vedute tra America e Seul può favorire la Cina, da sempre pronta a “riprendersi” la Corea del Sud nel proprio alveo geopolitico per toglierla dalle mani degli Usa. E questo sarebbe un problema enorme per Trump, che a quel punto dovrebbe ridurre drasticamente il contingente militare presente nella regione. Una mossa che potrebbe paradossalmente favorire la Corea del Nord, in quella che oggi è una guerra di nervi, ma che, come dice l’inquilino della Casa Bianca, potrebbe trasformarsi in qualcos’altro, ben più dannoso. Per tutti.

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4 commenti

  1.   

     

    Pazzo? o previdente? 

     È dai primi anni Novanta che l’America ha offerto compensi alla Corea del Nord se essa rinuncerà ai suoi progetti nucleari. Tutte queste offerte sono state respinte. Un tempo, Pyongyang, devastata dalla fame e dalla povertà, si comportò in modo da ottenere cibo, denaro e reattori nucleari a uso commerciale in cambio della astensione dai programmi strategici; promesse mai mantenute, soprattutto da quando il presidente americano George W. Bush, nella furia della furibonda risposta alla strage terroristica di Manhattan, lanciò la formula dell’Asse del Male che comprendeva l’Irak, l’Iran e la Corea del Nord. Poi attaccò l’Irak, che la Bomba non l’aveva e non la Corea del Nord, che avrebbe potuto averla. E Saddam Hussein fu deposto e ucciso prima che potesse costruirsi questa difesa.

    Originariamente inviato da nerio: Tutti a dire che è un pazzo, ma chi l’ha armato quale pazzo è? Questa scusa de’pazzi va avanti da adolfino, ma è ormai vecchia e usurata come. Soprattutto quando svela l’inutilità di tutte le organizzazioni che manteniamo da secoli per difendere una pace che non c’è mai.

     

  2.   

    Di questi tempi ci sono dei teoremi e delle regole fisse che i media non smentiscono mai anzi:
     
    – se roma è allo sfascio la colpa sarà sempre e solo della Raggi
    – se il pianeta è sull’orlo di una guerra la colpa sarà sempre e solo di Trump.

  3.   

    Tutti a dire che è un pazzo, ma chi l’ha armato quale pazzo è? Questa scusa de’pazzi va avanti da adolfino, ma è ormai vecchia e usurata come. Soprattutto quando svela l’inutilità di tutte le organizzazioni che manteniamo da secoli per difendere una pace che non c’è mai.

  4.   

    Certo è che le due coree avrebbero dovuto far da sole e invece sono da un secolo l’avamposto della guerra fredda, mai finita, anzi riaccesa pesantemente rozzamente e follemente da quel 44mo presidente usa che jenslostolto ha pure premiato col nobel.
    La Corea del sud avrebbe dovuto badare di più alla storia passata in indocina, vietnam ecc., ma i petrodollari americani devono far gola a tutti, come del resto ai nostri politici (i più venduti del pianeta)da 70 anni.