Putin vs Trump: “Gas? Assad trattato come Saddam nel 2003”

Putin ripropone le critiche al bombardamento americano sulla base aerea siriana: “Prima accertare i fatti e poi prendere le decisioni giuste”, la secca formula pronunciata dal presidente russo. …

Putin ripropone le critiche al bombardamento americano sulla base aerea siriana: “Prima accertare i fatti e poi prendere le decisioni giuste”, la secca formula pronunciata dal presidente russo. Che poi chiede alle Nazioni Unite l’avvio di un’inchiesta sull’impiego di armi chimiche a Idlib. Ma, avverte Putin, “abbiamo informazioni da diverse fonti che provocazioni del genere si stanno preparando anche nella periferia sud di Damasco, cioè l’uso di sostanze chimiche per poi addossare la colpa al governo” di Assad.

Per Putin, inoltre, l’attacco con armi chimiche attribuito ad Assad “ricorda gli eventi del 2003”, quando l’Iraq di Saddam fu attaccato sulla base di un possesso di armi di distruzione di massa mai provato. Per Putin, “la distruzione del Paese e la conseguente nascita dello Stato Islamico. E’ tutto già visto”.

Siria, Trump impara a fare la guerra e lancia 60 missili Tomahawk contro Assad. Sale la tensione con la Russia

Tillerson incontra Lavrov a Mosca. In Siria, ‘Russia complice o incompente’. ‘Assad deve lasciare’

Le difficoltà create dal contesto internazionale tendono ma non spezzano i rapporti bilaterali tra Russia e Italia, che restano incorniciati da un sentimento di “profonda amicizia”. Un legame che riesce ad andare oltre la contrazione degli scambi commerciali conseguenti alle sanzioni contro Mosca per la crisi ucraina, una partnership che oggi si vorrebbe di “impulso” per superare le divergenze legate agli schieramenti plasmati dalle urgenze internazionali, come la Siria.

Trump ‘Incompetent in Chief’ – Iran, Khamenei: l’attacco americano in Siria è un errore strategico

Queste le parole che risuonano a Mosca durante i colloqui del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Vladimir Putin e Dmitri Medvedev. Perché non ci sono solo l’economia e il gas da considerare “interesse comune”, ma anche un’emergenza terrorismo da combattere con la collaborazione tra polizie e il coordinamento delle intelligence. Ricordando quanto accaduto nella metropolitana di San Pietroburgo.

Sergio Mattarella è a Mosca su invito del presidente Vladimir Putin per una visita ufficiale che cade in un momento di particolare tensione internazionale dopo il cambio di atteggiamento dell’amministrazione Trump sulla Siria e soprattutto rispetto al destino del suo presidente Bashar al Assad. L’attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib attribuito all’aviazione di Damasco, la paralisi del Consiglio di Sicurezza Onu per il veto russo e il successivo lancio di missili americani contro la base aerea siriana di Shayrat hanno cambiato radicalmente uno scenario che prima della drammatica uccisione di uomini, donne e bambini del villaggio Khain Sheikoun vedeva gli Usa non considerare l’estromissione di Assad una priorità. Ma l’inversione di marcia di Trump sulla Siria ha inevitabilmente messo in crisi i già complicati rapporti con la Russia, alleata del regime di Damasco.

Così, mentre i ministri degli Esteri del G7 riuniti a Lucca concordano sulla necessità di una soluzione politica sulla Siria che deve necessariamente coinvolgere anche Mosca, ecco il presidente della Repubblica, recarsi al Cremlino, per ribadire quella linea del dialogo con i partner russi perseguita dal 2015. Dato il contesto internazionale, nessuno si attende che il formato del G7 torni al G8. L’intento dell’Italia è quello di proseguire nella sua opera diplomatica a largo spettro, convinta che si debba puntare sul dialogo e sul negoziato.

Ma a Mosca, avendo accanto Putin, Mattarella fa anche un precisa richiesta sulla Siria: “L’uso di armi chimiche è inaccettabile: auspichiamo che Mosca possa esercitare tutta la sua influenza”. L’Italia comunque è per “il principio dell’accertamento delle responsabilità ed è pronta a fare la sua parte sia nel quadro Europeo che in seno al Consiglio di Sicurezza dell’Onu”.

 

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7 commenti

  1.   

    Strategie di potere:
    Il punto di vista di Paul Craig Roberts
    “Per Tillerson, storico patron della Exxon, far cadere il governo siriano significa anche «tagliare il gas russo destinato all’Europa con un gasdotto controllato degli Stati Uniti, che dal Qatar raggiunga l’Europa attraverso la Siria»”

  2.   

     
    Putin preannuncia nuove false flag in Siria, tana al Deep State? E Roma si mobilita per il gay ceceno
    Di Mauro Bottarelli
     
    https://www.rischiocalcolato.it/2017/04/putin-preannuncia-nuove-false-flag-siria-tana-al-deep-state-roma-si-mobilita-gay-ceceno.html
     
    Il G7 di Lucca è terminato con almeno un risultato degno di nota: la proposta britannica di ulteriori sanzioni contro la Russia è stata respinta, quantomeno per ora. In compenso, la risoluzione finale parla chiaramente di un futuro della Siria che potrà essere soltanto nel segno della discontinuità rispetto al regime attuale, tanto che prima di imbarcarsi per Mosca, il segretario di Stato USA, Rex Tillerson, ha pontificato: “La Russia deve scegliere da quale parte stare, se con noi o con Iran e Siria. Comunque sia, il regno di Assad volge al termine”. Qualcuno gli dica che gli ultimi leader che hanno pronunciato queste parole, non hanno fatto politicamente una bella fine. Ma se Tillerson pensava in questo modo di innervosire Vladimir Putin prima del suo arrivo in Russia, diciamo che il presidente russo ha voluto mettere un carico da novanta su questo appuntamento diplomatico.

    Nel corso di una conferenza stampa dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella, anch’esso in visita per tre giorni, Putin ha messo in fuorigioco qualsiasi possibile nuovo mezzuccio statunitense per alzare la tensione in Siria: “Abbiamo informazioni da fonti varie e accreditate che quel tipo di provocazioni – non saprei come altro chiamarle – sono state preparate in altre regioni della Siria, inclusi i sobborghi a sud di Damasco, dove i ribelli intendono piazzare alcune sostanze per poi accusare le autorità siriane del loro utilizzo”. Preannunciando poi la richiesta russa e iraniana di un’indagine indipendente sull’attacco chimico di Idlib presso le Nazioni Unite a L’Aja, Putin è andato oltre, quando ha raccontato ai cronisti che “abbiamo discusso della situazione con il presidente, Sergio Mattarella e gli ho detto che questi eventi mi ricordano fortemente quelli del 2003 che portarono alla guerra in Iraq, compresi gli attacchi false flag”. Della serie, uomo avvisato.

    Ma la pesante dichiarazione del presidente russo non è figlia di una provocazione a se stante, bensì la reazione a quanto dichiarato ieri dal portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, nel corso della conferenza stampa con i giornalisti. Facendo il punto sulla situazione siriana, un cronista ha chiesto a Spicer quali potrebbero essere, oltre alle armi chimiche, gli attraversamenti di linee rosse che potrebbero portare a un nuovo intervento USA e questa è stata la risposta: “Penso che il presidente sia stato molto chiaro nel dire che la scorsa settimana sono state superate parecchie linee rosse. Non ha intenzione di sedersi e restare a guardare, come ha fatto la precedente amministrazione. La risposta è che se usi i gas contro un bambino o “bombe barile” contro gente innocente, penso che vedrai una risposta da parte di questo presidente, perché è inaccettabile”.

    ecc…

     

  3.   

     
    Quello che Tillerson porta a Putin si chiama “ultimatum”
    Maurizio Blondet
     
    http://www.maurizioblondet.it/quello-tillerson-porta-putin-si-chiama-ultimatum/
     
    Vediamo: Tillerson va a Mosca a presentare una ingiunzione:  Putin deve   abbandonare   l’alleato Assad.  Insomma tradire  un fedele alleato.
    In cambio di cosa? Nelle trattative fra il Sinedrio e Giuda, almeno  furono offerti  30 denari. Dove sono i 30  denari che Tillerson   promette a Putin,  se tradisce?
    Non   è stata formulata nessuna promessa.  Nessuna garanzia che il prezzo del tradimento lucri a Mosca, almeno, una garanzia sulle sue basi in Siria, ossia nel Mediterraneo; o l’alleviamento delle sanzioni.  O l’accettazione del passaggio della Crimea alla Russia. Qualcosa, insomma.
    Washington, non offre niente  in cambio. Si limita a minacciare. Se Putin non si piega all’intimazione americana di abbandonare Assad (agli sciacalli wahabiti, con  tutte le minoranze che il regime alawita  garantisce in Siria) la Russia diverrà “irrilevante” nel Medio Oriente, ha detto.
    Ora, si dà il fatto che la Russia sia oggi “rilevante” nel Medio Oriente, e lo sia senza il permesso degli americani.  Dunque Tillerson non  soltanto non offre  a Mosca alcun compenso; lo minaccia di renderla irrilevante, se non obbedisce.  Come, se non con le bombe?  Anzi, ventila la minaccia di ritenere la Russia corresponsabile del delitto(non avvenuto) di Assad, ossia l’uso di armi chimiche, vietato dal diritto internazionale; un’accusa che mira a mettere la Russia  nel novero degli stati-mostri.
    Come si vede,  Tillerson non va a trattare. Va a esigere la resa  incondizionata ,  senza contropartite all’umiliazione e alla vergogna.
    Secondo me, lo fanno consapevolmente. Non vogliono trattare; vogliono la guerra, perché sanno che fra dieci anni non saranno più in grado di vincere una  guerra mondiale; perché il loro sistema finanziario  è  sull’orlo dell’implosione. Perché   la loro egemonia basata sulla sovversione e  destabilizzazione del mondo è fallita, e solo aumentando la posta possono giocare un’altra mano.
    Alcuni osservatori dicono che è un bluff, per piegare Mosca.  Se lo fosse, sarebbe comunque un gioco pericoloso. Ma io personalmente non credo si  illudano che Putin si umili, ceda,  tradisca. Lo conoscono abbastanza. Vogliono mettere la Russia con le spalle al muro, in modo che non abbia altra via di salvezza che l’attacco. Alla disperata. Fecero lo stesso al Giappone, costringendolo ad una guerra  in cui si sapeva inferiore.
    Vogliono la guerra.
    In questa  tragedia, poteva mancare l’intermezzo comico, del  Pulcinella Italia?  Mattarella è andato da Putin poche ore prima di Tillerson  – visita del tutto inutile, dato che Gentiloni non ha invitato Putin a Taormina, a sottolineare che il nostro rapporto con Mosca è ormai di inimicizia, e il capo dello Stato da noi non ha voce in capitolo in politica estera(a parte Napoletano…) , e che cosa gli ha detto? Gli ha detto di non lasciare più  che Assad lanci  gas contro i civili del suo stesso popolo.  Ripugnante e irrisorio.
    Putin ha avuto persino l’educazione di  rispondergli.
    “Abbiamo informazioni secondo cui la provocazione [l’attacco chimico contro civili del 4 aprile ndr]  è stata preparata a tavolino. Stanno preparando altre provocazioni simili in altre zone della Siria, ad esempio a sud di Damasco , per poi accusare le autorità siriane di usare armi chimiche».
    Ha dato una notizia: ci saranno altri false flag.
     
    Da La Stampa, giornale neocon:
    Putin a Mattarella: “Mi aspetto nuovi attacchi chimici in Siria”
    La visita a Mosca del Capo dello Stato al Cremlino. Il presidente russo parla di “provocazioni contro Assad”Chissà se Mattarò  ha capito, che Putin non sta scherzando, che non è il momento.
     
     

  4.   

     
    Putin: Gli USA si preparano ad attaccare a sud di Damasco
     
    http://www.controinformazione.info/putin-gli-usa-si-preparano-ad-attaccare-a-sud-di-damasco/
     
    Traduzione e sintesi: Luciano Lago
     
    Il presidente russo ha dichiarato che gli USA stanno preparando attacchi contro le zone suburbane al sud di Damasco e che si stanno predisponendo attacchi chimici in Siria per gettare la colpa sul Governo del paese arabo. Vladimir Putin ha dichiarato oggi di disporre di informazioni secondo cui si stanno preparando vari attacchi di provocazione con armi chimiche in altre regioni della Sira con l’obiettivo di presentare come colpevole il Governo siriano e fare in modo che gli USA lancino altri attacchi contro il paese arabo.
    “Disponiamo di informazioni di varie fonti relative a nuove simili provocazioni, non posso chiamarle in altro modo, che si stanno preparando in altre regioni della Siria, incluso nei sobborghi di Damasco, dove si progetta di lanciare determinate sostanze e accusare del loro utilizzo le autorità legittime siriane”, ha indicato Putin melle dichiarazioni rilascate nel corso di una conferenza stampa assieme al suo omologo italiano Segio Mattarella.
     
    Tutto questo si produce dopo che Washington ha realizzato nella mattina dello scorso Venerdì un bombardamento con i missili contro la base aeronautica militare di Al-Shairat, nella provincia siriana di Homs, in rappresaglia per un presunto attacco chimico realizzato a Jan Sheijun, nella provincia nordoccidentale di Idlib, di cui accusa, senza prove, il Governo di Damasco.
    Nello stesso modo, in un’altra parte delle sue dichiarazioni, il mandatario russo ha annunciato che la situazione attuale in Siria ricorda gli avvenimenti del 2003, quando gli Stati Uniti hanno diretto una invasione contro lì’Iraq con il pretesto che tale paese disponeva di armi chimiche (“armi di distruzione di massa”).
    La Russia, ha aggiunto, si rivolgerà ufficialmente alla Corte de La Haya per richiedere una indagine sull’uso delle armi chimiche a Idlib.
    L’attacco statunitense ha ricevuto l’appoggio degli alleati degli USA, nonostante che altri stati hanno condannato questa azione.La Russia ha considerato che Washington ha commesso una aggressione contro una nazione sovrana con un “pretesto precostruito”, mentre che l’Iran, la Cina (ed altri stati) e la stessa Siria hanno denunciato seriamente la decisione statunitense.
     
     

  5.   

    Riflessioni di Diritto Internazionale:
    L’intervento Usa e la legalità internazionaleNatalino Ronzitti10/04/2017
    “Il lancio di missili americani contro la Siria del 7 aprile ha sollevato numerosi commenti, che tuttavia non hanno affrontato il problema della legalità internazionale. Taluni hanno visto nell’intervento la fine della politica isolazionista più volte enunciata da Trump e un riposizionamento della politica americana nei confronti della Siria. Altri hanno addirittura salutato l’intervento come benefico, poiché avrebbe rimesso in moto i negoziati. Concorde, almeno tra gli occidentali, è il giudizio secondo cui gli Stati Uniti sono finalmente rientrati nel gioco siriano, che era diventato appannaggio della sola Russia.Nessuno, almeno nella grande stampa, s’è chiesto se lo strike Usa fosse conforme al diritto internazionale. Probabilmente il quesito è stato considerato non meritevole di approfondimento e lasciato alle elucubrazioni dei siti specializzati, dove si esercitano i giuristi, le cui opinioni sono tenute in considerazione, spiace dirlo, solo quando fanno comodo per avvalorare calcoli e ragionamenti esclusivamente politici. Ma così facendo si trascurano i principi della legalità internazionale, che dovrebbero guidare l’azione politica, e si finisce per sminuire l’opera delle Nazioni Unite che, finché esistono, dovrebbero costituire il fondamento del multilateralismo e dell’ordine mondiale…”

  6.   

    Elmoamf, grazie! corretto al volo

     

    Originariamente inviato da Elmoamf:

    Redazione
    C’è un refuso nel titolo: 2013 anziché 2003.

     

     

  7.   

    Redazione
    C’è un refuso nel titolo: 2013 anziché 2003.