Grande rimescolamento di carte nell’editoria, sempre più accentrata in poche mani di grandi gruppi industriali. Addio libertà di informazione. Si rafforza il renzismo nei media.
È nato il primo gruppo editoriale italiano. Le ipotesi, lanciate stamattina, sono state confermate via via nel corso della giornata, fino a diventare un fatto concreto.
Fca (leggi Fiat) ha siglato un memorandum d’intesa per una fusione tra Itedi, la società nell’editoria di Fiat Chrysler Automobiles, e il gruppo Editoriale l’Espresso per varare il più grande gruppo editoriale italiano. Fca avrà il 16%, la controllata della famiglia Perrone sarà al 5%. Lo comunica Fca in una nota. Le quote Rcs di Fca verranno distribuite ai propri soci.
L’annuncio è stato dato dopo la chiusura della Borsa, che stamattina era stata molto effervescente sui titoli interessati dall’operazione. Gli Agnelli escono dal Corriere della Sera e, nella sostanza, anche dall’editoria, per dedicarsi alle automobili.
Itedi-Espresso oltre il 40%
Cir avrà oltre il 40% dell’Espresso dopo la fusione con Itedi. Lo comunica la società in una nota. Le due aziende editoriali insieme hanno registrato nel 2015 ricavi per 750 milioni. “L’operazione – segnala – consentirebbe di unire la forza di testate storiche autorevoli quali la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX e i numerosi giornali locali del Gruppo Espresso, che nel 2015 hanno raggiunto nel loro insieme circa 5,8 milioni di lettori e oltre 2,5 milioni di utenti unici giornalieri sui loro siti d’informazione”.
Carlo De Benedetti molto soddisfatto
“L’accordo segna una svolta importante per il Gruppo Espresso che avvia oggi un nuovo percorso di sviluppo, garanzia di un solido futuro in un mercato difficile. La missione di questa casa è sempre stata l’editoria, al servizio di una crescita civile del Paese. Con questa operazione l’impegno viene riconfermato e accresciuto”: è la prima dichiarazione di Carlo De Benedetti, presidente del gruppo L’Espresso.
Borsa di Milano “movimentata” fin dalla mattina
Le ipotesi di una fusione nel campo dell’editoria sull’asse Agnelli-De Benedetti hanno movimentato, stamattina, la Borsa di Milano.
Le azioni del gruppo Fca (ex Fiat, proprietario de La Stampa) balzano del 3%, mentre quelli del Gruppo Editoriale L’Espresso salgono dell’1,82%. Ancora meglio i titoli Rcs che si apprezzano del 6,77%.
L’operazione Stampa-Repubblica sarebbe in arrivo
L’operazione fra Itedi, società che controlla La Stampa e Il Secolo XIX, e Gruppo Espresso (Repubblica, Espresso e giornali locali Finegil) sarebbe già pronta, secondo quanto riportano ‘Il Fatto Quotidiano’ e ‘Il Foglio’.
Oltretutto era stata annunciata dall’arrivo del direttore della Stampa, Calabresi (nella foto sopra), al timone di Repubblica.
La Fiat uscirebbe dopo un secolo dall’editoria
Per ‘Il Fatto’ Itedit, controllata con il 77% da Fca e partecipata con il restante 23% da Ital Press Holding di Claudio Perrone, “verrà inglobata dal gruppo presieduto da Carlo De Benedetti”.
In questo modo l’operazione segnerà “l’inizio dell’uscita della Fiat (ora Fca, ndr) dall’editoria italiana dopo oltre un secolo”. La porzione del Gruppo Espresso che spetterà a Fca “sarà redistribuita fra i suoi azionisti”.
Gli Agnelli vogliono uscire anche dal Corriere della sera
Per il giornale, la holding della famiglia Agnelli presieduta da John Elkann è intenzionata ad uscire da Rcs, dove ha un investimento del 16,7%, tramite l’accomandita Giovanni Agnelli e C. La notizia viene riportata in prima pagina anche da ‘Il Foglio’ che, ripercorrendo la storia del gruppo torinese nell’editoria italiana, scrive che “Fca è destinata a fondersi con un altro grande produttore” di auto e “deve presentarsi compatta e pulita”. E aggiunge che “gli eredi Agnelli non hanno voglia di accollarsi debiti e oneri”. Così “l’impensabile diventa possibile, anche un’alleanza con De Benedetti”.
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Consumatrici.it
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Fusione Espresso-Itedi. Nasce l’alleanza Repubblica-Stampa. La Cir manterrà una quota superiore al 40%
Fusione in arrivo tra il Gruppo Espresso, proprietario di Repubblica, e la Itedi, la società partecipata da Fca (Fiat Chrysler) e Italpress Holding di Claudio Perrone, che pubblica La Stampa e Il Secolo XIX. Con una nota del Gruppo Espresso è stata confermata l’accordo anticipato oggi da alcuni quotidiani. Le due società hanno firmato un memorandum d’intesa “finalizzato alla creazione del gruppo leader editoriale italiano nonché uno dei principali gruppi europei nel settore dell’informazione quotidiana e digitale”. Il perfezionamento dell’operazione “è previsto per il primo trimestre del 2017“. Le due società editoriali nel 2015 – sottolinea la nota congiunta – “hanno registrato complessivamente ricavi pari a circa 750 milioni, con la più alta redditività del settore, e non sono gravate da debiti”. L’intesa, ha spiegato La Stampa, porterà le società a controllare il 20 per cento circa del mercato“.
I dettagli. – La Cir manterrà il controllo del gruppo editoriale che nascerà dalla fusione per incorporazione di Itedi. La holding dei De Benedetti – si spiega avrà “una quota superiore al 40%” della societa’ che resterà quotata alla Borsa italiana. La fusione “avverra’ sulla base di un concambio che sara’ stabilito puntualmente negli accordi definitivi, subordinatamente alla due diligence e ad altre condizioni”. Quanto agli altri soci di minoranza, Fca – ha spiegato la casa automobilistica in una nota avrà il 16%, la controllata della famiglia Perrone sarà al 5%.
“L’accordo segna una svolta importante per il Gruppo Espresso che avvia oggi un nuovo percorso di sviluppo, garanzia di un solido futuro in un mercato difficile. La missione di questa casa è sempre stata l’editoria, al servizio di una crescita civile del Paese. Con questa operazione l’impegno viene riconfermato e accresciuto”, ha dichiarato il presidente del gruppo L’Espresso Carlo De Benedetti
“Il rispetto dei valori di integrità e indipendenza che ha guidato fino ad oggi le nostre testate resterà immutato, perché sono gli stessi principi che la famiglia De Benedetti segue da ormai quasi 40 anni nel sostenere e sviluppare il Gruppo Espresso”, ha commentato il presidente di Exor, John Elkann, in una lettera ai dipendenti Itedi,
Un’operazione destinata a portare all’addio di Fca al Corriere della Sera. “Con questa operazione – ha spiegato in una nota il Lingotto – giunge a compimento il ruolo svolto, prima da Fiat e poi da Fca, per senso di responsabilità nel corso di oltre quarant’anni, che ha permesso di salvare il gruppo editoriale in tre diverse occasioni assicurando le risorse finanziarie necessarie a garantirne l’indipendenza e quindi preservarne l’autorevolezza”. Fca – ha spiegato – distribuirà ai propri soci l’intera partecipazione detenuta in Rcs, pari al 16,7% del capitale. A sua volta Exor dismetterà la sua partecipazione. “La cessione – ha annunciato Exor – verrà effettuata in linea con le prassi di mercato per operazioni similari, nei tempi e modi opportuni e secondo le norme vigenti e si concluderà entro il primo trimestre del 2017, momento in cui è previsto il perfezionamento della fusione di Ited con il Gruppo Editoriale l’Espresso”.
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Huffington Post
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Aggiornamento del 3 marzo:
RCS Media a picco in Borsa. Nessun acquirente unico per il pacchetto degli Agnelli
(Teleborsa) – Il deal fra Gruppo L’Espresso e gli azionisti de La Stampa ha messo all’angolo gli altri player del settore media italiano, in particolare RCS Mediagroup, di cui è stata fra l’altro annunciata la cessione della quota di Fiat ed EXOR. Le azioni del gruppo editoriale che edita il Correre della Sera sono infatti in perdita di oltre il 7% oggi a Piazza Affari.
Ad impensierire gli operatori sono le sorti della quota in capo alla famiglia Agnelli, che la distribuirà ad i propri azionisti. La società ha fatto sapere che la quota di RCS che riceverà da FCA (il 16,7%) non sarà ceduta ad un singolo soggetto, ma in modo frazionato sul mercato. Infatti, sembrerebbe esclusa l’ipotesi di un acquirente del pacchetto.
Il Gruppo De Agostini dice di non essere interessato ad intervenire nel mercato dei quotidiani. “Non e’ il nostro business”, ha detto una fonte.ù
UnipolSai non intende vendere e neanche salire nel capitale del gruppo media, secondo quanto riferito oggi dall’Ad Carlo Cimbri, il quale assicura che l’unico priorità è quella di “tutelare il nostro investimento garantendo stabilità”.
robyuankenobi
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popolarità 930
zorrax
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popolarità 181
Il giornale di un partito che non esiste più de facto, per lo stravolgimento ideologico profondamente attuato dal suo stesso leader, non ha nessuna ragione per sopravvivere, se non per la funzione esclusiva di amplificare i dictat del regime instaurato dal medesimo segretario! Ma chi se lo dovrebbe comprare?
http://www.lettera43.it/esclusive/l-unita-renzi-prepara-la-fuga_43675236396.htm