La risposta al Corriere della Sera di Urbano Cairo non si è fatta attendere. Il gruppo l’Espresso e Itedi, dando seguito al memorandum d’intesa sottoscritto lo scorso 2 marzo, hanno infatti firmato l’accordo quadro per l’integrazione delle due società.
In base all’intesa, Cir avrà, al perfezionamento dell’operazione, il 43,4% del capitale dell’Espresso, Fca il 14,63% e Ital Press (Perrone) il 4,37%. Successivamente Fca distribuirà l’intera partecipazione ai possessori delle proprie azioni ordinarie. Per effetto di tale distribuzione, Exor riceverà il 4,26%. John Elkann, presidente di Fca ed Exor, entrerà nel Cda de L’Espresso al pari di Carlo Perrone. È invece affidata a Cir la designazione del presidente e dell’amministratore delegato della società. Lo prevedono ancora i patti parasociali firmati contestualmente all’accordo quadro per integrate l’Espresso e Itedi.
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Si torna così indietro di anni in Italia, per quel che riguarda l’informazione. Quando a contendersi la leadership del mercato dei media erano appunto Corriere e Repubblica, con le loro batterie di fuoco e di potere. Quel tempo sta forse tornando, con un carico di incertezze per il pluralismo e in molti analisti già si chiedono se questo schema non sia anacronistico, nell’epoca in cui le informazioni viaggiano alla velocità della luce attraverso la rete, il web, e i social network.
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