Le elezioni presidenziali in Francia saranno probabilmente una gara a tre in cui si scontreranno i candidati Marine Le Pen, Emmanuel Macron e François Fillon. Uno di loro sarà eliminato dopo il primo turno previsto per domenica 23 aprile e riteniamo siano tre gli scenari possibili.
Lo scenario più probabile: Macron e Le Pen al secondo turno prezzata sull’azionario — short sui Bund tedeschi, long sui BTP italiani
Trionfo di Macron e Le Pen mentre la sconfitta di Fillon infrange ogni speranza di andare al potere; Macron resta il favorito.
Secondo le previsioni, a uscire vittorioso da uno scontro tra Macron e Le Pen sarebbe il candidato indipendente. Dovendo scegliere tra una forza politica controversa e un candidato centrista e moderato riteniamo che gli elettori francesi si esprimerebbero nettamente a favore di quest’ultimo, in maniera analoga a quanto avvenuto nel 2002. Considerando la prevedibilità del risultato, il premio di rendimento relativamente ampio degli OAT decennali francesi e dei BTP decennali italiani rispetto ai Bund decennali tedeschi appare eccessivo e i tassi potrebbero convergere con il ritorno dello status quo e della fiducia.
“L’Italia è un rischio per i mercati”. Si prepara un assalto ai bond stile 2012?
Se Macron continuerà a guadagnare consensi, il calo del rischio politico dovrebbe alimentare la normalizzazione dei rendimenti dei titoli obbligazionari europei, negoziati con spread più ridotti nei confronti dei Bund.
E se i Btp dovessero essere ristrutturati, anche aggressivamente?
Tuttavia, è necessario che gli investitori si mantengano cauti poiché le velleità presidenziali di Le Pen, per quanto remote, non possono essere completamente escluse dal quadro. Inoltre, la base elettorale di Macron non è del tutto certa poiché il 40% degli aventi diritto indica come ancora non definitiva la propria intenzione di voto. Nuovi scandali o disavventure politiche potrebbero offrire a Le Pen maggiori opportunità di successo.
Scenario numero due (possibile ma non probabile): impennata del populismo
OAT francesi a rischio — preferibile coprire le posizioni e privilegiare le esposizioni azionarie su Paesi specifici
Aumentano le probabilità di vittoria di Le Pen grazie all’impennata dei consensi al populismo; sfumano le speranze di Macron/Fillon.
La politica estera radicale e l’incoerenza del piano economico di Le Pen minacciano la stabilità complessiva del progetto europeo e l’economia francese. Questo scenario mette a repentaglio soprattutto l’Euro, il segmento azionario e i titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona: gli investitori potrebbero valutare una posizione short con effetto leva. Anche i rischi di un referendum sull’Unione Europea, di nazionalizzazione e ridenominazione del debito in franchi, per quanto remoti, non possono essere completamente esclusi considerandone gli effetti sul sentiment e le speculazioni che ciò provoca sui mercati in generale. Crediamo che, nel caso in cui Le Pen venga eletta alla Presidenza, gli OAT francesi sarebbero sottoposti a nuove pressioni.
Il conseguente flight to safety potrebbe costringere gli investitori ad allocare su titoli e beni considerati ancora più sicuri, come i Bund tedeschi o l’Oro, oppure a coprire i portafogli azionari e obbligazionari attraverso esposizioni (short) inverse.
Nel più lungo periodo, la pressione esercitata sull’Euro potrebbe dimostrarsi un vantaggio per le aziende esportatrici dell’Eurozona grazie al miglioramento delle previsioni di crescita dei profitti e del volume d’affari da parte degli investitori. Le strategie su Paesi specifici, come la Germania, potrebbero offrire l’opportunità rischio-rendimento più vantaggiosa agli investitori che intendono distinguere tra le esposizioni sull’azionario europeo – evitando ad esempio i settori politicamente sensibili come le Utility e l’Energia in cui di solito i governi detengono quote strategiche, a favore di esposizioni settoriali più cicliche.
Scenario numero tre (il meno probabile di tutti): Le Pen esclusa dal ballottaggio
Il risultato, favorevole ai mercati, è rialzista sull’azionario
Le Pen deve affrontare una repentina sconfitta mentre prosegue la sfida tra Macron e Fillon.
Questo scenario rende probabile un maggiore posizionamento risk-on degli investitori. La minaccia al progetto europeo dovrebbe – almeno per il momento – sfumare, poiché entrambi i candidati sostengono l’Euro e spingono per una maggiore integrazione dell’UE. Analogamente al primo scenario, l’andamento divergente dei rendimenti obbligazionari dell’Eurozona dovrebbe invertire senso di marcia, poiché, perlomeno inizialmente, verrebbe mantenuto lo status quo. Sulla scia di questi sviluppi, i panieri azionari dell’Eurozona in generale probabilmente andranno incontro a un rally e gli investitori strategici potrebbero essere interessati ai titoli azionari sia large che small cap per puntare sul rinnovato vigore del sentiment.
Il sentiment positivo sul rischio potrebbe anche indurre gli investitori a selezionare esposizioni più concentrate/mirate con un maggiore potenziale di rendimento, come ad esempio le banche dell’Eurozona negoziate su valorizzazioni fortemente scontate. L’irripidimento della curva dei rendimenti e l’opportunità di profitto così creata per gli istituti di credito offrirà un’ulteriore spinta al sentiment sull’azionario dell’Eurozona.
di Nick Leung, Research Analyst, WisdomTree, Europe
Elmoamf
119 commenti
popolarità 176
E tracciamo una valutazione “possibile” e/o “probabile” rispetto ai così vituperati (a stretta logica e ragione) “sentiment”:
Il voto della classe media è mosso da specifiche e determinate quanto determinabili “Paure”:
Paura della perdità di “sopravvivenza”, paura della perdita di “ricchezza”, paura della perdita della “sicurezza”, paura della perdita di “fiducia” nella propria sopravvivenza o ricchezza, paura della perdita in “assoluto” rispetto al proprio grado di reazione alle necessità impreviste di uno sconvolgimento sociale repentino.
Il voto della classe popolare… ormai non esiste più ed è assimilabile a quello sopra descritto!
E’ Il voto del terzo stato e sostanzialmente è stato riassorbito nel nulla nell’era della “new economy”.
Il Voto delle prime due classi d’interesse è pressoché scontato (almeno credo e ritengo).
Nobiltà e Clero si avvicendano al potere da secoli pertanto la loro collocazione è da assimilare alle valutazioni a loro addotte dall’onnipotente ossia al più forte in campo valutato (al lordo di eventuali ed accecanti abbagli).
Cosa rimane quindi negli anfratti dell’implausibile risultato?
Rimane quel grado di enfiteusi sul dominio altrui ossia qualla valutazione innaturale del risultato per la quale il vincitore dovra tener conto del reale avente diritto in causa… poiché il gestore del potere sperabilmente sarà sempre soggetto al miglioramento della gestione dello stesso salvo gogna perpetua e legale.
In buona sostanza un nulla di fatto!
Poiché non v’è miglior vittoria che una vittoria di Pirro!
Come quell’ultima in Turchia… ove solo col sangue si potrà cementare il domino.
Solo nel sangue si cimenta la sofferenza del potere…
L’uomo non conosce altra strada se non la sofferenza, spesso inutile, del sangue!
Mia umile considerazione.
Elmoamf