Italia in drammatica crisi, chi conta solo sulla Bce è un folle

Nel 2011 Eurotower smise di acquistare bond italiani e spagnoli. Masochista chi pensa - la destra borghiana - di dire no centinaia di miliardi da varie fonti Ue (MES, SURE, BEI, Recovery Fund) sui quali si deve convergere.

di Stefano Micossi

(WSC) Roma – C’è una tesi insidiosa che circola sia tra l’opposizione di destra ‘borghiana’, sia nelle appendici grilline della nostra sinistra-sinistra. È la tesi secondo cui, poiché i nostri titoli pubblici li compera la BCE a mani basse, non abbiamo bisogno di aderire al compromesso in preparazione al Consiglio europeo – che ci apre la possibilità di attingere centinaia di miliardi da varie fonti europee (MES, SURE, BEI, e domani il Recovery Fund sul quale il Consiglio sta accelerando).

La tesi sottostante è che la via d’uscita dai nostri problemi finanziari è la monetizzazione del (maggiore) debito pubblico e che, siccome la BCE lo sta già facendo, possiamo evitare di impegnarci in negoziati europei che implicano inevitabilmente anche l’assunzione di responsabilità. Se solo questi signori avessero la memoria – e non ce l’hanno, vengono dal nulla – si ricorderebbero che a un certo punto, verso la fine estate del 2011, la BCE sospese gli interventi in acquisto sui titoli italiani (e spagnoli), aprendo la strada alla crisi del debito pubblico che portò alla caduta del governo Berlusconi. Lo fece quando divenne chiaro che il governo italiano non intendeva onorare gli impegni assunti in materia di politica economica con le istituzioni europee – decisione che il governo assunse in base all’assunto tremontiano secondo cui “ci pensa la BCE, non serve altro”.

Il sostegno della BCE è garantito per l’anno in corso, ma quel che succederà dopo non è indipendente da quel che sapremo fare per mostrare che non siamo su una traiettoria di insostenibilità del debito. Questo con l’accesso al MES non c’entra nulla; il direttore del MES Regling ci ha spiegato fino allo sfinimento che la linea precauzionale anti-pandemia non sarà condizionata a politiche di riequilibrio macro-economico.

Ma immaginare che la BCE possa continuare a stampare moneta per comperare il nostro debito pubblico anche dopo la fine dell’emergenza è fuori dalla realtà. L’utilizzo dei fondi europei è quel che serve agli investitori privati per continuare a credere nella stabilità finanziaria del nostro paese. A meno che la vera posta in gioco nella testa di questi signori senza memoria non sia, ancora una volta, l’uscita dall’euro.

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