A settembre ripartirà in Italia il dibattito sull’età necessaria per la pensione di vecchiaia: nel 2019 dovrebbe scattare automaticamente a 67 anni (ora sono 66 anni e 7 mesi) ma molte voci, nel sindacato e nella politica, chiedono di rivedere questo meccanismo.
Una proposta, quella di ‘sterilizzare’ l’aumento dell’età a 67 anni dal 2019 al 2021, viene da Cesare Damiano (Pd) e Maurizio Sacconi (Energie per l’Italia), entrambi ex ministri del Lavoro (rispettivamente con i governi Prodi e Berlusconi) e oggi presidenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. Hanno definito ‘di buonsenso’ la loro proposta, e così in effetti va valutata: ma quello che ha sorpreso è stato il formarsi della ‘strana coppia’ Damiano-Sacconi, dato che i due non sono amici e hanno percorsi politici assai diversi alle spalle.
Damiano, comunista piemontese, nato nel 1948, iniziò la carriera negli anni ’70 del Novecento alla Fiom: sindacalista ‘riformista’ (opposto a Fausto Bertinotti, che era Segretario CGIL in Piemonte), ebbe quindi incarichi nazionali nel sindacato e passò al partito nel 2001 come responsabile nazionale DS del lavoro (con la segreteria di Piero Fassino) da dove spiccò il volo andando al governo, per poi dedicarsi all’impegno parlamentare: oggi Damiano è esponente della sinistra PD.
Sacconi, socialista veneto, classe 1950, eletto negli stessi anni ’70 giovanissimo deputato PSI (era seguace di Gianni De Michelis) continuò poi l’impegno parlamentare e, dopo il crollo socialista, aderì a Forza Italia: al governo andò prima come sottosegretario, poi fu promosso ministro del Lavoro nel 2008 e, dopo la caduta di Berlusconi, è passato prima a NCD e ora a Energie per l’Italia, il movimento promosso da Stefano Parisi.
Alla proposta Damiano-Sacconi però si contrappone un’altra strana coppia: quella formata da Tito Boeri, presidente Inps, e Giuliano Cazzola, noto esperto previdenziale. I due sono così preparati sulla materia che in passato venivano intervistati come voci autorevoli rispettivamente del centrosinistra e del centrodestra. I due, insomma, non erano troppo d’accordo: ora invece sono entrambi schierati sul ‘rigore’ nell’applicazione della norma sull’età pensionabile.
Boeri, milanese, nato nel 1958 in una nota famiglia, è professore alla Bocconi ed è stato il principale animatore del sito lavoce.info che ora segue da lontano, dopo che Matteo Renzi lo ha nominato presidente dell’Inps: da quel momento le continue esternazioni di Boeri hanno più volte messo in difficoltà i governi, prima di Renzi e ora di Gentiloni, ma il professore è sempre pronto a sciorinare nuovi dati economici a sostegno delle sue tesi, riportate con il consueto risalto dai grandi giornali.
Cazzola, bolognese, classe 1941, già sindacalista socialista della CGIL, ha avuto poi una carriera di dirigente pubblico (tra l’altro come presidente del collegio sindacale Inps) ed è stato per una legislatura in Parlamento, eletto dal PDL: che quindi ha lasciato, con il governo Monti, per aderire a Scelta Civica diventando strenuo sostenitore della riforma pensionistica varata da Elsa Fornero. Solo due anni fa Cazzola definiva le proposte di Boeri ‘una (contro)riforma del welfare’, ora invece applaude le tesi del presidente Inps.
Chissà se a settembre prevarrà la strana coppia del rigore o se la politica italiana darà retta alla strana coppia del buonsenso.
di Edmondo Rho
Membro del cda Inpgi
Twitter @edmondorho
robyuan
1884 commenti
popolarità 930
peter pan
1593 commenti
popolarità 1065
Ho ormai un’età per la quale spesso mi ritrovo a ribadire frasi e concetti ormai desueti, ma che ci vuoi fare, fanno parte del mio bagaglio….
Non ci sono risorse…. l’ho detto mille volte in famiglia, quando mi si chiedevano cose che avrebbero presupposto una spesa significativa non abbordabile…. Se l’Italia spendacciona (come tante altre, Grecia in testa) fosse stata lasciata a sè stessa, oggi avremmo un debito di 3.200 e non 2.200 miliardi di euro; un debito che comunque l’Italia non rimborserà mai. Ora, non propugno l’austerità, però mi sia permnesso dire che solo una classe politica illuminata potrà capire che bisognerà un giorno o l’altro ritrovarsi intorno ad un tavolo e parlare di come uscirne fuori. Da che cosa? Ovvio: IL FALLIMENTONAZIONALE E MONDIALE perchè comunque sia chi ha fatto il debito non lo pagherà e chi ha sottoscritto lo stesso non otterrà mai i suoi soldi, privati, fondi, enti pubblici, Stati…. GLI STATI UNITI IN PRIMIS!
Classe politica illuminata…. ma mi facci il piacere!!!!
chiesafausta
1 commenti
popolarità 2