di Luca Ciarrocca
Crisi di liquidità. A fronte delle crescenti spese legali che Donald Trump deve affrontare nei quattro processi in cui è imputato, la mancanza di cash sta facendo emergere il lato più oscuro del suo modo di mischiare affari e politica capitalizzando sul nome. Si è sempre detto ‘follow the money’ ed è quel che stanno facendo i giudici americani dopo aver scoperto che l’ex presidente aveva gonfiato a dismisura il valore dei suoi beni. La verità è che lo pseudo-ricco dai capelli arancioni non ha soldi. I suoi vari business sono farlocchi e pieni di debiti – come dimostra la quotazione in borsa del social Truth – e gli avvocati per difendersi nei vari processi costano. Così stanno venendo alla luce quei due-tre personaggi disposti ad aiutare Trump mettendoci capitali, mentre lui cerca un altro giro alla Casa Bianca (ricordiamo che è il primo presidente in 40 anni a non essere stato rieletto per un secondo quadriennio).
In ogni caso non ha senso paragonare l’accanimento giudiziario ‘politicamente motivato’ contro Berlusconi a quello dei magistrati statunitensi nei confronti di Trump. Quest’ultimo è mille volte peggio di Silvio, non foss’altro perché, al contrario del fondatore di Mediaset, Donald è un imprenditore seriale dei fallimenti. >>> Continua a leggere l’intero articolo
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