Quando le macchine prendono il sopravvento sull’uomo rischi e conseguenze possono essere incalcolabili. Stamattina, poco dopo l’apertura del mercato valutario, la sterlina inglese ha accusato un crollo improvviso pari a -6,0% sul dollaro in meno di 2 minuti, creando panico sui mercati. Secondo le prime informazioni, il repentino cambio di prezzo della valuta UK sarebbe da attribuire ad un programma computerizzato, il cui algoritmo automatico fuori controllo ha inviato ordini di vendita che non avrebbe dovuto eseguire.
Nelle prime illiquide contrattazioni sulle piazze asiatiche, la valuta britannica è arrivata a perdere il 10%, toccando il nuovo minimo da 31 anni sul dollaro, precipitando improvvisamente a 1,1378 da 1,26 dollari. Poichè lo scambio sottostante risulta essere stato annullato, il minimo ufficiale è 1,1491 dollari. La valuta britannica resta debole sulla piazza londinese dove viaggia a 1,2438 dollari da 1,2615 della precedente chiusura.
L’improvviso crollo, riassorbito in tempi abbastanza rapidi, ha dato la stura ai rumor sui desk dei trader di Forex: si sarebbe trattato di un errore dovuto a un “fat finger” (dito grosso, quando si sbaglia fisicamente a digitare sulla tastiera del computer premendo il tasto sbagliato) oppure ad un algoritmo automatico impazzito, ordine i cui effetti sarebbero stati esarcebati da un mercato estremamente illiquido, nelle poche ore tra la chiusura degli scambi negli Stati Uniti e le prime contrattazioni di pre-mercato in Asia.
L’euro nel frattempo è in rialzo sul dollaro in attesa della statistica mensile sugli occupati Usa, che potrebbe consolidare le attese di un rialzo dei tassi da parte Federal Reserve a settembre, mentre nelo scenario di cui sopra la sterlina ha toccato un nuovo minimo da 31 anni sui timori di un’uscita dall’Unione europea con condizioni severe per Londra.
L’attenzione degli investitori si concentra sui dati statunitensi relativi agli occupati non agricoli di settembre. Si tratta della prima delle tre rilevazioni che precederanno il verdetto sui tassi di dicembre di Federal Reserve la quale, nelle attese del mercato, dovrebbe operare a fine anno una nuova stretta rialzista dopo quella decisa a dicembre 2015.
I mercati finanziari sono gestiti fino all’80% da programmi automatici di trading, improvvisi “glitch” o errori possono quindi capitare e caitano, causando enormi gap di prezzo in direzione del rialzo o del ribasso, a seconda del tipo di ordine, e di conseguenza crash repentini o boom. Tra gli esempi recenti il “flash crash” nel 2010 sul mercato azionario americano, e un violento rialzo dei prezzi dei Treasury bond nel 2014.