ALERT: sarà vietato per investitori privati possedere oro?

Picco della domanda legato a tassi negativi e incertezze sulla crisi. Ma se l'inflazione schizza al rialzo, le banche centrali potrebbero cercare di abbattere artificialmente i prezzi dell'oro.

(WSC) GINEVRA – Negli ultimi due mesi gli investitori hanno fatto incetta di oro, scegliendo la strada della sicurezza in questi tempi incerti caratterizzati da mercati estremamente volatili. Le stesse banche centrali stanno continuando a incrementare le loro riserve auree.

Ma se l’inflazione schizza al rialzo, le autorità politiche potrebbero cercare di abbattere artificialmente i prezzi dell’oro. È il gestore di fondi hedge Crispin Odey, noto per le sue previsioni apocalittiche e prospettive ribassiste di mercato, a dirlo.

“Non c’è da stupirsi che la gente compri oro. Ma le autorità potrebbero a un certo punto tentare di svalutare l’oro, vietando a cittadini e privati di possederlo”.

In una lettera agli investitori Odey aggiunge che i governi “lo faranno solo se sentiranno il bisogno di creare un’unità di scambio stabile per il commercio mondiale“.

Ieri il World Gold Council ha pubblicato una ricerca sulle riserve auree dalla quale emerge che le banche centrali hanno intenzione di aumentare sensibilmente i loro acquisti di oro quest’anno.

Il rapporto evidenzia cambiamenti strategici drastici da parte delle banche centrali nei confronti dell’oro. Il crescente interesse per la “performance dell’oro in tempi di crisi” indica che il rapido cambiamento del panorama finanziario ed economico ha innescato una significativa trasformazione anche nell’approccio verso gli investimenti.

Banche centrali aggiungono altro oro alle proprie riserve

Allo stesso tempo, fattori che erano rilevanti prima dello scoppio della pandemia di Covid-19, come i tassi di interesse negativi, l’aumento del rischio politico, le preoccupazioni sulla sostenibilità fiscale e i cambiamenti nell’ordine geopolitico, continuano a influenzare la visione che le banche centrali hanno del metallo prezioso.

Guardando al futuro, la profonda incertezza sull’impatto della pandemia di coronavirus potrebbe accelerare alcuni di questi fattori e, a sua volta, indurre le banche centrali a guardare ancora più da vicino l’oro e fare incetta del bene rifugio per eccellenza.

La percentuale nettamente più elevata di chi quest’anno prevede di aggiungere oro alle proprie riserve potrebbe anche essere una conseguenza diretta delle preoccupazioni legate all’impatto imprevedibile della pandemia. In definitiva il mix tra gli ultimi sviluppi di mercato e i trend persistenti a lungo termine ha rafforzato l’interesse delle banche centrali per l’oro.

Secondo il sondaggio annuale del 2020, il 20% delle banche centrali intende aumentare le proprie riserve auree nei prossimi 12 mesi, rispetto ad appena l’8% del sondaggio dell’anno prima. L’incremento di 12 punti percentuali è particolarmente notevole in quanto gli acquisti delle banche centrali hanno già raggiunto livelli record negli ultimi anni.

Nel solo 2019 nei forzieri sono state aggiunte circa 650 tonnellate di riserve auree.

Tassi negativi primo fattore dietro a accumulo di riserve auree

L’88% del campione interpellato afferma che i tassi di interesse negativi sono un fattore rilevante che influisce sulle decisioni di gestione delle riserve auree. Il proseguimento delle politiche monetarie espansive per rispondere alla pandemia di Covid-19 manterrà probabilmente i tassi di interesse vicino allo zero nel prossimo futuro.

Il 79% degli intervistati considera la performance dell’oro in tempi di crisi come un motivo importante per detenere il metallo. La percentuale è cresciuta rispetto al 59% del 2019. Il 74% del campione considera l’assenza di un rischio di default dell’oro come uno dei motivi fondamentali per detenere il metallo. Anche in questo caso la percentuale è aumentata rispetto al 59% dell’anno prima.

Tali cambiamenti fanno pensare a una rivalutazione del ruolo dell’oro in un contesto di incertezza finanziaria ed economica. In realtà riflettono anche le preoccupazioni a lungo termine sulla sostenibilità fiscale, in quanto i piani di aiuto senza precedenti dei governi sono utilizzati per ammortizzare l’economia globale.

La “posizione storica” e la “riserva di valore a lungo termine” rimangono le due ragioni principali per detenere oro, citate rispettivamente dall’83% e dal 79% degli intervistati come fattori altamente o in qualche modo rilevanti. La “performance in tempi di crisi” è salita dal quinto al terzo posto. Viene considerata altamente o in qualche modo rilevante dal 79% degli intervistati, rispetto al 59% del 2019.

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