(WSC) PARIGI – Quando Carlos Tavares assumerà nei prossimi giorni la responsabilità di CEO del gruppo Stellantis, la combinazione tra PSA e FCA (Fiat Chrysler Automobiles), avrà tre obiettivi fondamentali: dovrà rapidamente pensare a rilanciare il mercato in continuo calo del nuovo gruppo in Cina; razionalizzare una multinazionale globale tentacolare; e soprattutto affrontare l’enorme sovraccapacità produttiva in un settore tra i più drammaticamente colpiti dalla pandemia di Covid19.
Tavares ha dimostrato le sue credenziali in PSA, ma dovrà affrontare una sfida ancora più grande adesso che la casa automobilistica francese si è fusa con FCA per creare Stellantis (un nome più brutto non lo si poteva trovare).
Stellantis, polemiche sul nome scelto per il nuovo gruppo FCA-PSA
Stellantis avrà in totale una quantità eccessiva di marchi automobilistici (non modelli) ben 14: dalle auto Fiat, Jeep, Dodge, Ram e Maserati di FCA, ai marchi Peugeot, Citroen, Opel e DS di PSA.
Come tutte le case automobilistiche globali, Stellantis spenderà miliardi di dollari nei prossimi anni per trasformare la sua gamma di veicoli e attrezzarsi per l’era dell’auto elettrica (il CEO di FCA Sergio Marchionne non aveva capito dove sarebbe andato il futuro del settore e anzi irrideva Tesla e simili) ma Tavares ha anche molti altri problemi urgenti da affrontare.
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Il fronte della Cina
Sovraccapacità produttiva enorme
I marchi
Il fronte italiano
“Dopo una gestazione durata oltre due anni (le trattative segrete sono iniziate a dicembre 2018 e sono state rese note solo a ottobre 2019 da uno scoop del Wsj), nasce Stellantis da papà Psa e mamma Fca. I nonni-grandi azionisti brindano con miliardi di dividendi straordinari, i consulenti-levatrici incassano commissioni milionarie, chi di dovere siede nel nuovo cda. La stella cometa è la pandemia che nel 2020 ha messo al tappeto le vendite. Il quarto produttore mondiale di auto arriva al mondo sulla spinta della necessità di integrare due debolezze: quella europea di Fca, che per fare utili dipende dalle vendite di Suv negli #Usa, e quella internazionale di Psa, che è troppo dipendente dalle immatricolazioni sul mercato in Europa.
I pastori che assistono attoniti al prodigio sono i 400mila dipendenti mondiali. Quelli francesi hanno avuto le rassicurazioni del governo di Parigi: se Stellantis delocalizzasse gli impianti perderebbe gli aiuti fiscali della Francia. Dall’esecutivo di Roma invece nessun gesto per garantire i lavoratori italiani.