Pressioni fortissime per far passare un nuovo modo di calcolare gli indici di leva che potrebbe finire per facilitare i requisiti di capitale per alcuni istituti di credito, tra cui alcune banche italiane “problematiche”. Questa l’indicazione che sembra provenire da Basilea, dove le autorita’ di regolamentazione del sistema creditizio globale potrebbero essere sul punto di riuscire a far passare l’idea che il pendolo sulle regole bancarie ha oscillato troppo dal lato della “durezza”, dopo la crisi finanziaria del 2008.
A seguito di un impegno preso all’inizio di quest’anno dalla Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea (foto), la banca centrale delle banche centrali, in accordo con la Banca Centrale Europea, quello stesso gruppo starebbe valutando un nuovo modo di calcolare indici di leva che potrebbe finire per facilitare i requisiti di capitale per alcuni istituti di credito. La modifica riguarda la compensazione dell’esposizione in derivati e il modo di calcolarli in bilancio dopo aver reso “netta” la posizione. Nessuno dei banksters ancora celebra ma è ovvio che questa nuova mossa per favorire le banche, è troppo importante per la lobby bancaria.
I nuovi ratio sul leverage – che misura il capitale in grado di assorbire le perdite di una banca proporzionalmente al totale degli assets – allenterebbero quindi i requisiti di capitale per molti istituti. Il cambiamento delle regole consentirebbe il calcolo al netto di un ammontare piu’ alto dell’esposizione in derivati, un trucchetto contabile che taglierebbe gli assets in bilancio e, senza muovere un dito, aiuterebbe le banche a migliorare il loro ratio.
Il coordinamento di Basilea sta anche pianificando di alzare la soglia minima del ratio di leverage di 100 punti base al 4%, il che sostanzialmente va a compensare la misura favorevole secondo i nuovi calcoli sui derivati. Come dire: diamo da una parte, ma prendiamo dall’altra. Queste modifiche sono comunque la maggior fonte di preoccupazione per alcuni dei colossi del credito in Europa come Deutsche Bank, Credit Suisse, UBS, Barclays e in parte per l’Italia Unicredit e alcune banche nella zona di rischio che ancora non si sono messe in regola. Le banche degli Stati Uniti devono soddisfare un rapporto di leva del 5%.
Gli asset totali del sistema bancario nell’eurozona sono crollati -16% tra il 2008 e il 2014, secondo i dati della Bce. Allo stesso tempo la crescita economica in Europa rimane latitante, con le banche che continuano a non prestare denaro a imprese e famiglie, nonostante gli 80 miliardi di liquidita’ profusi della Bce ogni mese al sistema bancario. Un trattamento di favore come quello allo studio a Basilea non servira’ comunque molto a risollevare le banche europee seriamente in difficolta’, come Deutsche Bank e Credit Suisse. Il terreno che hanno perso negli ultimi 8 anni in termini di profitti, raccolta e quote di mercato non sara’ mai riguadagnato.
di Cesare Mais
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