Bezos (Amazon) prepara un takeover su Twitter. Per far tacere Trump

Nemico giurato di Donald, e' il piu' ricco del mondo, con un patrimonio stimato da Forbes in $82,5 miliardi. Possiede anche il Washington Post.  

La voce circola al New York Stock Exchange, alimentata forse dal fatto che le vacanze estive hanno sfoltito operazioni e trading anche alla borsa americana. Jeff Bezos, fondatore e maggior azionista di Amazon (AMZN), secondo alcune fonti avrebbe intenzione di acquisire il social network Twitter (TWTR), per perseguire un solo obiettivo: rilevare la piattaforma, chiuderla, e in questo modo far tacere Donald Trump.

L’ex anchor di The Apprentice guida la Casa Bianca quasi esclusivamente a colpi di tweet, i quali sono perenne fonte di controversie infinite e provocazioni imbarazzanti, per il governo della superpotenza, sia in politica interna che negli eventi della geopolitica globale.

Bezos, che possiede il 17% di Amazon ed e’ oggi l’uomo piu’ ricco del mondo, con un patrimonio stimato da Forbes in $82,5 miliardi e’ notoriamente uno dei piu’ acerrimi nemici dell’ex palazzinaro divenuto presidente degli Stati Uniti (Bezos ne parla malissimo, disprezzandolo, in privato e in pubblico).

Il CEO di Amazon rilevo’ nel 2013 il sonnecchiante Washington Post per $250 milioni. Oggi il quotidiano della capitale americana, con i potenti mezzi offerti da Bezos, ha toccato standard giornalistici di eccellenza e qualita’, ed e’ divenuto il bastione della ‘resistenza’ politica anti-Trump. Ogni giorno nell’edizione online del WaPo un fuoco di fila di articoli e inchieste sono dedicati alla Casa Bianca.

Ma Trump a sua volta ha sempre attaccato in modo diretto Jeff Bezos, la sua azienda Amazon e il Washington Post, come si vede dal tweet e dal link qui sotto.

Trump again attacks Amazon, saying company does ‘great damage’ to retailers

Twitter non ha i conti in ordine, non ha mai fatto un solo trimestre di profitti, e continua a perdere soldi.  I bilanci relativi al secondo trimestre 2017 mostrano un fatturato di $573.86 milioni, in calo -5% rispetto ai $601.96 milioni dello stesso periodo 2016. Il social network, fondato oltre 11 anni fa, ha registrato nel primo trimestre 2017 una perdita di $62 milioni, in miglioramento rispetto agli $80 milioni persi  nello stesso periodo del 2016. La perdita corrisponde a un ‘rosso’ di circa $700,000 al giorno.

Nel pre-market a New York il titolo quota $16,08, un prezzo secondo molte banche d’affari ancora eccessivo rispetto al fatturato pubblicitario in calo e alla mancata crescita degli utenti. La capitalizzazione di borsa di Twitter e’ pari a $11.75 miliardi, tra il doppio e il triplo rispetto al fair value della societa’. L’azione quota sotto il livello dell’IPO, che avvenne al prezzo di $26. Il massimo assoluto fu toccato a quota $69 nel 2014.

Per far tacere Trump, secondo alcune stime, Bezos sarebbe disposto a pagare tra i $4 e i $6 miliardi, ovvero circa 2-3 volte il fatturato.  In passato sono gia’ circolate voci di un possibile takeover su Twitter, ad opera di aziende media o hi-tech come Saleforce (CRM), Alphabet (GOOG) o Disney (DIS).

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4 commenti

  1.   

     
    Ulfkotte e la “libertà di Stampa” in Europa
    Traduzione e nota: L. Lago
     
    http://www.controinformazione.info/ultimi-articoli-sulla-vicenda-di-udo-ulfkotte-e-la-liberta-di-stampa-in-europa/http://www.controinformazione.info/ultimi-articoli-sulla-vicenda-di-udo-ulfkotte-e-la-liberta-di-stampa-in-europa/
     

    Lo scorso 10 agosto è apparso sul sito di Russia Insider un articolo a firma di Charles Bausman, l’editore del blog, che ricorda la vicenda del giornalista tedesco Udo Ulfkotte prematuramente scomparso nel gennaio scorso ( Russia-insidercom).
     
    Ricordiamo che Udo Ulfkotte era un brillante giornalista ed inviato speciale sui fronti di guerra che aveva lavorato per molti anni per il Frankfurter Allgemeine Zeitung, una delle principali testate tedesche. Nel 2014 aveva pubblicato il suo libro Gekaufte Journalisten (Giornalisti comprati) sul controllo esercitato dai servizi di informazione americani e tedeschi sulla stampa per condizionare l’opinione pubblica sugli affari internazionali.
     
     
    Il libro fu immediatamente boicottato dai media tedeschi anche perché rivelava nomi e circostanze sui giornalisti tedeschi “comprati” dalla CIA e dai servizi tedeschi, compreso lo stesso autore che confessava di aver fatto per questo carriera rapidamente nel mondo giornalistico.
     
    Nonostante l’assoluto silenzio della grande stampa, il libro di Ulfkotte divenne rapidamente un best seller che influenzò l’opinione pubblica tedesca contro la guerra in Ucraina.
     
    Charles Bausman nel ricordare la vicenda riprende un articolo apparso il 31 luglio scorso su Global Research a firma di James F. Tracy (Globalresearchca/english ) che spiega come la traduzione in inglese del libro di Ulfkotte ( Journalists for Hire: How the CIA Buys the News ) – pubblicata dopo molti ritardi nel maggio 2017 da ” Next Revelation Press” della casa editrice americana-canadese Tayen Lane – sia stata fatta sparire misteriosamente in tutto il Nord America e in Europa senza che l’editore abbia fornito alcuna spiegazione.

     
    In commercio su Amazon sembra che si trovi solo qualche copia di seconda mano al prezzo stratosferico di $ 1300, il che ben illustra l’interesse per questo libro che, boicottato in patria, è stato poi censurato nell’edizione in inglese per il grande pubblico.
     
    Sembra una storia dell’epoca dell’ Inquisizione spagnola ed invece è una vicenda di oggi. Come conclude Charles Bausman, Ulfkotte è un eroe dei nostri tempi che ha avuto il coraggio di denunciare lo scandalo dei giornalisti del sistema al soldo di interessi incoffessabili e potentissimi.
     
    Nota: Tutto questo avviene mentre i media europei esaltano la “libertà di stampa” che viene garantita nelle società democratiche occidentali, in contrapposizione alla Federazione Russa ed altri paesi dove questa libertà non sarebbe “garantita”, secondo gli opinionisti occidentali. La vicenda esemplare di Udo Ulfkotte dimostra come tale libertà sia in effetti “garantita”.
     
    Traduzione e nota: L. Lago
     
     

  2.   

    Ciao hedge ,  sai che anche Amazon agli inizi della sua carriera bruciava cassa ?  Me lo ricordo come se fosse ieri ..
    Lo prendevano sempre in giro su Cnbc TV  non ti dico le risate che si facevano  ( conduttori con il Bezos ) ..
    Sul fatto che più bruciava cassa e più saliva a Wall Street 
    Sono passati 20 anni guarda  dove siamo finiti per la miseria.. 
    Naka doveva investire su Amazon invece di Tiscali ?
    Hai presente il film super HERO ?  Dove il padre dice al figlio in punto di morte 
    vendi tutte le azioni Google perché non hanno futuro e compra tutto Enron  
    Naka è finito così ???
    Dopo questa cavolata , il futuro non lo si conosce ? 
    Sulla mia pelle ho imparato che al floor tutto è possibile 
    Naka ????
    Buona serata a tutti 

  3.   

    Twitter non fara’ mai soldi sopratutto se nel settore dei social il gigante rimane Facebook…. eppure se un arci miliardario come Bezos che spende – come suo hobby personale – milioni sulla corsa a Marte si volesse togliere questo sfizio  bhe le cose cambiano. Noi abbiamo venduto TWTR a 55. Ciao naka 

  4.   

    Marcolinoooo…   per caso hai investito sui minimi ?   :)))))))))) 
    Troppo poco diavoletto ladroooooooo