Chiusura in deciso ribasso a Piazza Affari che spicca in negativo tra le altre borse europee piatte scontando l’incertezza politica in vista di possibili elezioni anticipate in autunno.
Le vendite colpiscono in particolare i bancari penalizzati dall’allargamento dello spread e dalle incognite sulle banche venete. La chiusura di mercati importanti come Londra e New York per festività condiziona i volumi della seduta e il focus degli investitori. Nessun sostegno arriva dal discorso del presidente della Bce Mario Draghi davanti al Parlamento europeo dove ha sottolineato il miglioramento delle prospettive economiche della zona euro ma ribadendo la necessità di mantenere un orientamento di politica monetaria ultra-espansivo.
Il FTSE Mib perde il 2,01% e l’ALL Share l’1,9%. Più contenuta la perdita del segmento Star delle piccole e medie capitalizzazioni più liquide, in calo dello 0,8%. In Europa piatti gli indici benchmark FTSEurofirst e STOXX 600.
Il paniere del settore bancario italiano lascia sul terreno il 3,27% a fronte di un calo dello 0,35% del comparto europeo registrando il peggiore ribasso da quasi quattro mesi.
Tra i singoli titoli UBI perde il 4,7%, UNICREDIT il 4,3% e BANCO BPM il 3,9%. Ribassi diffusi anche nel resto dei finanziari con UNIPOL in calo del 4% circa e BANCA GENERALI del 3,6%.
Restando tra i finanziari ANIMA perde il 3,4% dopo le indiscrezioni stampa del fine settimana sul possibile minor impegno nell’asset management di Matteo Del Fante, nuovo AD del socio e partner Poste Italiane. L’incertezza sulle strategie nel risparmio gestito si può ripercuotere anche sulla possibile finalizzazione di un deal con Banco Bpm per la cessione di Aletti Sgr ad Anima, ricordano i trader.
In controtendenza sale MEDIASET (+0,96%) estendendo i guadagni della scorsa seduta, alimentati da temi politici e dall’attesa di un coinvolgimento limitato nelle aste per i diritti di calcio di serie A nel periodo 2018-2022. Secondo un operatore, l’ipotesi di accordo fra Renzi e Berlusconi sulla legge elettorale va anche nella direzione di una tutela dell’italianità della società media in cui il gruppo francese Vivendi ha accumulato una partecipazione poco inferiore al 30%.
BREMBO sale dello 0,9% nel giorno dell’avvio del frazionamento delle azioni ordinarie tramite l’assegnazione di cinque nuove azioni per ciascuna posseduta.
Tra i titoli più piccoli INNOVATEC, riammessa alle negoziazioni questa mattina dopo la sopensione dello scorso 18 maggio, chiude in calo del 4,7%.
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Piazza Affari amplia il calo a metà seduta (Ftse Mib -1,93% a 20.800 punti) frenata dai titoli bancari. Banco Bpm lascia sul campo il 4,8%, Ubi Banca il 4,35 e Unicredit il 3,13%, mentre Intesa Sanpaolo lascia sul campo il 2,52%. Pochi i rialzi, limitati a Brembo (+1,62%), Saipem (+0,59%) e Mediaset (+0,53%).
“Oggi si vende Italia, nonostante l’esito dell’asta sui Bot – commenta un responsabile di sala operativa – dopo le difficoltà sulle banche emerse la scorsa settimana e il rischio di voto anticipato”.
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(Reuters) – Su un mercato piuttosto illiquido per via della chiusura del mercato londinese, il debito italiano e Piazza Affari ampliano il calo già registrato in mattinata per via dei crescenti timori per elezioni anticipate in autunno.
“Il mercato vede un rischio elettorale fra settembre e ottobre e si riposiziona” dice un trader obbligazionario, secondo il quale tuttavia il sistema elettorale di tipo tedesco in discussione, un proporzionale con soglia al 5% che avvantaggia i partiti maggiori, sarebbe positivo per una maggiore stabilità di governo.
Attorno alle 13,35 lo spread fra i rendimenti dei decennali di riferimento italiano e tedesco si amplia fino a 187 punti base, ben 10 punti base al di sopra dei livelli di chiusura di venerdì. Il rendimento del decennale di riferimento, titolo per altro domani in asta per un ammontare compreso fra 2,25 e 2,75 miliardi, si spinge fino a 2,196%, i massimi da metà maggio e 10 pb sopra la chiusura di venerdì.
Alla stessa ora il benchmark FTSE Mib cede l’1,66%, mentre il segmento Star delle piccole e medie capitalizzazioni più liquide arretra dello 0,45%.
Le banche pagano alto il rischio politico, oltre alle difficoltà delle banche venete, con il paniere di settore che lascia sul terreno 2,71%, ben più del corrispondente indice stoxx 600 europeo (-0,4%). Delle difficoltà del comparto bancario italiano ha parlato oggi anche il banchiere centrale francese e consigliere Bce François Villeroy de Galhau.