(WSC) NEW YORK – Con la disoccupazione su livelli record, le proteste e manifestazioni che si stanno verificando nelle città di tutta America, l’escalation delle tensioni commerciali e politiche con la Cina e il continuo aumento dei casi di coronavirus a livello globale, c’è da chiedersi come mai i mercati siano capaci di tenere così stoicamente botta e anzi di salire verso i massimi.
Wall Street su livelli di ipercomprato spettacolari, Nasdaq supera quota 10.000
L’indice S&P 500 ha guadagnato oltre il 40% dalla fine di marzo nella sua corsa più folle dagli Anni ’30. Nel frattempo il mercato delle IPO sta riprendendo vita. Molti investitori non credono che le dimostrazioni di protesta contro gli episodi di razzismo riunite sotto lo slogan “Black Lives Matter” influenzeranno direttamente i guadagni aziendali o l’economia.
E anche se lo faranno, non è chiaro quale sarà l’impatto reale, come osserva il Wall Street Journal. Gli operatori di mercato si concentrano su un altro aspetto: la prospettiva della riapertura delle imprese, dopo che mezzo mondo è rimasto in lockdown per un paio di mesi. Così come sulle impressionanti misure straordinarie monetarie e fiscali. Paiono tutti convinti che il peggio sia alle spalle.
Mercati fanno come se crisi fosse passata e ripresa a V assicurata
L’helicopter money dell’amministrazione Usa e Il “Whatever It Takes” della Fed, che ha promesso di aiutare i mercati in ogni modo, hanno ridato fiducia agli investitori. Chi aveva messo cash da parte è tornato a investirlo in titoli rischiosi nonostante le cifre macro raccontino una storia diversa da quella che a prima vista fa credere la Borsa.
Alla luce dei fondamentali economici e societari e a detta della maggior parte dei gestori, la ripresa economica di Usa ed Europa sarà tutt’altro che a “V”. Ma i mercati lasciano pensare il contrario.
I dati della popolare app di trading per millennials Robinhood mostrano che le nuove generazioni di trading hanno capito in fretta che è inutile cercare di andare contro la Fed. La volontà dei trader di investire nei titoli azionari – non solo tecnologici ma anche in alcuni di quelli più colpiti durante la crisi – la dice tutta sulla situazione paradossale venutasi a creare sui mercati.
Il report sull’occupazione rappresenta la regola o l’eccezione?
Non tutti sono dell’opinione che i mercati finanziari e l’economia vivano su due universi paralleli, tuttavia. Non la pensa così uno degli analisti storicamente rialzisti di Wall Street. Edward Yardeni ritiene che l’ultimo rapporto sul lavoro emesso a maggio dal governo – che descrive una situazione ancora non ideale ma nettamente migliore delle attese per il mercato del lavoro – sia un punto di svolta anche per i mercati azionari.
Per il presidente di Yardeni Research, l’idea secondo la quale i prezzi di mercato – in forte ripresa dai minimi del 23 marzo – sono completamente distorti dalla realtà economica, è sbagliata. “Il mercato è stato un raggio di sole” nel buio, spiega, “perché gli investitori sono convinti che usciremo dalla crisi e che l’economia e gli utili societari si riprenderanno”.
Finora le previsioni sembrano relativamente positive, riferisce Yardeni all’emittente CNBC precisando che in fondo i mercati potrebbero averci preso. “L’economia potrebbe veramente rimettersi in linea con quello che è l’andamento delle Borse delle ultime settimane”.
Il rapporto sul mercato del lavoro di maggio ha mostrato che gli Stati Uniti hanno creato 2 milioni e mezzo di posti nel settore non agricolo, il numero più alto di sempre. Il tasso di disoccupazione è sceso al 13,3% dal 14,7%, mentre il consensus erano per una percentuale variabile tra il 19,5% e il 20%. Le previsioni di mercato erano per una perdita di 8 milioni e 300 mila posti.