di Lorenzo Riccardi*
(WSC) ROMA – Gli investimenti cinesi negli USA registrano il livello più basso dal 2008, con una riduzione da 46 miliardi di dollari nel 2016 a 4,8 miliardi nel 2019, dieci volte inferiori. Trade War e tensioni sulla gestione dell’emergenza sanitaria hanno reso più netto il trend che verrà velocizzato dalla risoluzione del senato americano per il de-listing delle società statali cinesi. La Cina cerca nuove regioni per allocare i propri capitali, ma in base a quali strategie? Pechino promuove nuovi trend geo-economici con un focus nel Sud-Est Asia, in Africa e in Europa. In tale contesto di riconversione geografica, l’Italia sembra giocare un ruolo chiave nell’attrazione di FDI nel Vecchio Continente.
In base ai dati del Ministero del Commercio cinese, sono 117 miliardi di dollari gli investimenti esteri nel 2019, in prevalenza nei settori tecnologici, delle telecomunicazioni ed energia.
La California, con Los Angeles e la Silicon Valley ha rappresentato per lungo tempo lo stato americano target per Pechino (31 miliardi di dollari inbound dalla Cina alla California dal 2009 ad oggi) seguito da New York e Texas, in base ai dati del National Committee on US China Relations, ma oggi lo scenario è variato.
Nel 2019 gli investimenti cinesi in Europa si sono indirizzati verso Finlandia e Regno Unito e nel 2020 sembra essere l’area mediterranea al centro degli interessi di Pechino. Negli ultimi 10 anni gli investimenti diretti cinesi sono stati di oltre 50 miliardi di euro in UK, di 22,7 miliardi in Germania e di circa 16 miliardi in Italia. In Africa, Pechino investe nei paesi a maggior popolazione e sviluppo; a Lagos e sulla costa della Nigeria con le ferrovie, in Sud Africa con la costruzione di una nuova metropoli fuori Johannesburg e in Algeria con aeroporto, autostrade e infrastrutture. I paesi lusofoni del continente (Palop) hanno tradizione politica che li avvicina economicamente alla Cina: Mozambico, Guinea Equatoriale, Guinea-Bissau e Angola sopra tutti gli altri.
L’Asia rimane il principale target, nel 2019 oltre un terzo dei progetti di M&A effettuati è confluita nella regione. Il flusso degli investimenti in Africa (+26%) e in Asia (+19%) è in contro tendenza rispetto al trend nei paesi occidentali.
Questo è confermato anche dal numero e dal valore dei progetti infrastrutturali e contratti EPC nei paesi Belt Road: nel 2019 pari a 155 miliardi di dollari (2/3 del totale) con un incremento del 23%.
Pechino sceglie il Sud del mondo per il suo ruolo di leader: il Sud-est asiatico, l’Africa e l’Europa meridionale, con Italia e Grecia.
Il Gruppo Faw, marchio storico dell’automotive cinese, ha annunciato un piano di investimento per un miliardo di euro per la progettazione e produzione di auto elettriche nella Motor-Valley emiliana. Si tratta di un investimento green-field che potrà generare migliaia di posti di lavoro.
Questo è l’ultimo in ordine temporale di una serie di progetti che Pechino sta intraprendendo in varie regioni italiane: basti pensare alla visita del presidente Xi in Sicilia nel 2019 per promuovere il turismo e un’area strategica o l’investimento nel porto di Trieste, per la logistica Belt Road.
La Cina punta quindi verso il Sud, lontano dagli USA: nel Sud-est Asia e nel Mediterraneo tra Nord Africa ed Europa meridionale.
*Lorenzo Riccardi insegna presso Shanghai Jiaotong University ed è managing partner di RsA Asia (rsa-tax.com). Vive in Cina da 15 anni dove segue gli investimenti esteri nel Far East e ha ricoperto ruoli nella governance dei piu grandi gruppi industriali italiani. A gennaio 2020 ha completato un progetto di viaggio in ogni paese del mondo raccogliendo trend e dati economici da Shanghai, in ogni regione, lungo le nuove vie della seta (200-economies.com).
Fonte: China Files