Tornano i dazi. Secondo una anticipazione del Wall Street Journal, Donald Trump starebbe valutando di imporre tariffe commerciali al 100% sulle importazioni negli Stati Uniti.
A farne le spese sarebbero alcuni prodotti europei come l’iconico scooter italiano, la Vespa Piaggio, e la regina delle acque minerali francesi, la Perrier. Per il momento si tratta soltanto di una possibilità maturata dopo il bando europeo sulla carne di manzo americana trattata con gli ormoni.
In campagna elettorale Trump aveva più volte sventolato la bandiera delle tariffe. Adesso sembra che sarebbe pronto a passare dalle parole ai fatti. “Il caso della carne – fa notare il Wall Street Journal – fornirà un’indicazione su quanto l’amministrazione intenda essere aggressiva con i partner commerciali”. La guerra commerciale sulla carne agli ormoni è un contenzioso di vecchia data che divide l’Unione europea e gli Stati Uniti. Risale, infatti, al 1998. Nel 2009 era stato negoziato un accordo per cui Bruxelles aveva acconsentito ad aprire il mercato alla carne americana non trattata con gli ormoni. Stando ai produttori americani, tuttavia, il mercato europeo non è stato adeguatamente aperto. La Commissione Ue aveva, quindi, proposto di risolvere la disputa nell’ambito dell’accordo commerciale tra le due sponde dell’Atlantico, il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Partnership) poi naufragato lo scorso mese di settembre. Secondo i dati del dipartimento del Commercio americano, la carne è un settore economico cruciale per il Paese. L’esportazione vale, infatti, 6 miliardi di dollari l’anno con un indotto di 7,6 miliardi che garantisce 50mila posti di lavoro.
“Le politiche protezionistiche preannunciate da Trump costituiscono un forte rischio al ribasso per le prospettive del commercio globale“, lamentano dal Centro studi di Confindustria ipotizzando “ritorsioni da parte di altri paesi, via barriere tariffarie e svalutazioni competitive, con un effetto domino per l’intera economia globale”. A rischiare non sono soltanto marchi noti come la Vespa, la Perrier (prodotta dalla Nestlé, lo stesso colosso che fa l’acqua San Pellegrino) o il formaggio Roquefort. Anche Luca Colombo, country manager di Facebook, ha spiegato che, a suo avviso, “il protezionismo è un mezzo disastro”. “Sta nella missione di Facebook – ha scritto – rendere il mondo aperto e connesso, per tanti attori di questo settore e tante piattaforme digitali è un controsenso”.
Fonte: Il Giornale
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Far scattare le ganasce commerciali alla Vespa per vendicare il blocco europeo alle carni americane. Colpisce anche il gioiello di casa Piaggio il braccio di ferro con cui l’amministrazione Trump intende impostare le relazioni commerciali tra le due sponde dell’Atlantico. In particolare il capitolo che riguarda il divieto di importazione nel Vecchio Continente di carni derivate da bestiame trattato con ormoni, in riposta del quale sono al vaglio misure tariffarie sino al 100% del valore del prodotto.
E che colpirebbero, ad esempio, l’acqua minerale Perrier e il formaggio Roquefort di produzione francese, e la Vespa Piaggio, il mitico scooter simbolo dell’Italia che riscuote da anni un enorme successo anche in Usa. Complessivamente nel mirino dovrebbero finire importazioni per 100 milioni di dollari l’anno. La questione delle carni Usa trattate con ormoni è stata oggetto di discussione dinanzi all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e l’organismo si era pronunciato nel 2008 a favore degli Usa.
A Washington era stato riconosciuto il diritto a mantenere le tariffe introdotte su prodotti europei in risposta al divieto alle carni perché quest’ultimo era stato considerato da Wto una violazione alle regole di commercio internazionale. Gli Usa tuttavia hanno sospeso le tariffe in questione dopo che, nel 2009, Bruxelles acconsentì alle carni americane non trattate con ormoni di avere accesso al Vecchio Continente.
In realtà, secondo i produttori Usa, l’Europa non ha mai attuato in pieno l’apertura decisa da Bruxelles, tanto che nel 2016 l’export verso l’Europa di carni bovine americane era meno di un quarto di quello diretto in Giappone o Corea, e meno della metà di quello destinato a Canada e Messico.
Il Congresso, nel 2015, ha quindi approvato una misura che rendeva più facile all’amministrazione americana, allora guidata da Obama, di adottare tariffe come ritorsione al mancato adeguamento europeo. Assieme al congelamento di tutta una serie di trattative sul libero scambio inquadrate nel più vasto negoziato Ttip, il trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico. Con l’arrivo di Trump le misure sanzionatorie potrebbero trovare attuazione in tempi brevi.
Fonte: La Stampa