(WSC) Roma – Petrolio in crash. I future sul greggio West Texas Intermediate per la consegna di maggio sono diventati positivi nel trading notturno, dopo essere scesi sotto lo zero per la prima volta nella storia lunedì.
Il contratto in questione scadrà oggi martedì 21 marzo, il che ha fatto da catalizzatore alla capitolazione del -100% della seduta di lunedì.
Per la prima volta nella storia prezzi sui futures sottozero
Il contratto di maggio è stato scambiato per l’ultima volta a $1,55 al barile, dopo una precedente negoziazione a -$14,04 al barile (sottozero di quattordici dollari), e fino a un record negativo di -$37.63 (vedi foto e chart sotto) il che significa che i trader avrebbero effettivamente pagato un prezzo anche molto alto pur di sbarazzarsi del petrolio nelle loro mani.
Man mano che il contratto si avvicina alla scadenza, il volume degli scambi è generalmente ridotto, quindi i contratti a più lungo termine possono essere indicativi del reale prezzo che Wall Street assegna al petrolio.
Il contratto più attivo, con consegna a giugno, è stato scambiato del 4,8% in più a $21,41 al barile. Anche i contratti di luglio e agosto erano decisamente al di sopra del livello di $20.
La parte anteriore della “curva” dei futures sul petrolio, cioè il contratto di maggio che scade oggi martedì 21, è stata colpita più duramente dal momento che si applica al carburante che dovrebbe essere fisicamente consegnato mentre la maggior parte del mondo rimane in lockdown per via del coronavirus.
Gli unici acquirenti di futures sul petrolio per quel contratto sono entità e aziende che vogliono ricevere fisicamente la consegna dei barili, come una raffineria o una compagnia aerea che ha bisogno di carburante per quei pochi aerei che ancora volano.
Ma la domanda è crollata e i serbatoi di stoccaggio si sono riempiti, quindi c’è troppo petrolio immagazzinato ovunque e quindi non ce n’è ne bisogno.
I prezzi sui mercati non possono sfidare la gravità
“I future sul petrolio continuano a sfidare la gravità”, ha detto a CNBC Louise Dickson, analista dei mercati petroliferi di Rystad Energy.
“Questo momento è ovviamente storico e nulla è stato in grado di illustrare meglio l’utopia dei prezzi in cui si trova il mercato da marzo, quando il problema della fornitura eccessiva ha iniziato a diventare evidente ma il mercato ha ignorato i fatti”, ha aggiunto.
Qual è il prossimo scenario possibile: la stessa società di consulenza Rystad Energy prevede che decine di compagnie petrolifere statunitensi dichiareranno fallimento nei prossimi mesi o un anno.
Si può dire con ragionevole prudenza che la stessa cosa avverrà con i prezzi dei titoli azionari quotati sulle borse che oggi sfidano la gravità, le azioni sono risalite senza alcun senso a livelli eccessivi dai minimi di marzo, mentre la Grande Depressione dovuta al Coronavirus deve ancora palesarsi in tutta la sua drammaticità, e quindi i prezzi in borsa hanno il destinato segnato come per i prezzi del petrolio: torneranno giù in modo clamoroso.
La pandemia di coronavirus ha portato a un crollo della domanda senza precedenti. E a un crollo mai visto dei prezzi:
oggi un barile di greggio costa meno di qualche litro di acqua minerale.
L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha avvertito nel suo serio e bilanciato rapporto mensile sul petrolio che la domanda in aprile potrebbe essere inferiore di 29 milioni di barili al giorno rispetto a un anno fa, raggiungendo un livello visto l’ultima volta nel 1995.
E con i magazzini di stoccaggio del greggio che si riempiono al limite della capacità, alcuni osservatori sostengono che i prezzi potrebbero rimanere a livelli depressi molto più a lungo.
Attenti al supercontango
“Anche se i tagli alla produzione di petrolio dell’OPEC + inizieranno il 1° maggio e l’offerta e gli inventari dovrebbero restringersi in modo significativo nel secondo semestre del 2020, le prossime 4-6 settimane vedranno gravi difficoltà di stoccaggio, il che probabilmente porterà a realizzi ulteriori e crolli selvaggi dei prezzi, con disconnessioni insolite, tra cui il supercontango e prezzi negativi, cioè sottozero”, hanno scritto gli analisti di Citigroup guidati da Eric Lee in una nota inviata ai clienti lunedì sera.
Nakatomy
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Sicuro che qualche hedge fund speculativo salta
( Mah… solo il tempo ci dirà qualcosa a riquadro )
Troppo grave quello che é successo ieri , molti trader ridevano nelle sale trading
Ma vi assicuro che c’è poco da scherzare , quando si hanno delle posizioni aperte Long in derivati o Corte
specialmente quanto il mercato ti viene contro nel giro di pochi secondi ,
“sono guai seri ” verso il broker
( molte volte gli stop non funzionano ) o peggio non si mettono.
Oggi ultimo giorno di scambio per il famoso contratto di maggio.
Bye bye ??