È salito di 2,5 milioni, a 145,5 milioni, il numero di americani potenzialmente colpiti dall’attacco hacker subito da Equifax, una delle tre società americane che danno il voto al credito dei privati, che il 7 settembre scorso annunciò l’intrusione informatica. Il settore e’ dominato dalle “Big Three”: Equifax, Experian (la maggiore, con un fatturato annuo di $4.3 miliardi), e TransUnion.
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Il nuovo Ceo di Equifax, Paulino do Rego Barros Jr, ha spiegato che “le priorità restano la trasparenza e il miglioramento del sostegno ai clienti”. È lui, in un comunicato, ad avere detto che la porzione forense dell’inchiesta interna è stata completata dalla società di cybersicurezza Mandiant e che, per quanto l’indagine complessiva sia sostanzialmente chiusa, “resta aperta e dovrebbe concludersi nelle settimane a venire”.
Stando all’analisi condotta, non ci sono segni di altri attacchi hacker né di accesso da parte dei pirati informatici a database del gruppo al di fuori degli Usa. È sceso a 8mila dai 100mila stimati, il numero di cittadini canadesi potenzialmente vittima del cyberattacco. Dei consumatori britannici colpiti invece non sono stati forniti numeri, Equifax ha solo spiegato che l’esito dell’inchiesta forense è ora nelle mani delle autorità del Regno Unito.
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“Mi voglio scusare di nuovo”, ha concluso il ceo. Il titolo Equifax era arrivato a cedere lo 0,8% circa lunedì 2 ottobre, nel dopo mercato, per poi limitare il calo allo 0,3%. La seduta, finita prima dell’annuncio, si era conclusa in rialzo dell’1,72% a 107,81 dollari.