Asse Parigi-Berlino: Angela Merkel e Emmanuel Macron rilanciano un nuovo dinamismo nelle relazioni tra Germania e Francia. Convinti, entrambi, che se necessario i trattati europei si possono cambiare.
“Abbiamo concordato che lavoreremo insieme in modo molto stretto”, ha detto la Merkel, nella conferenza stampa dopo il suo incontro con il Capo dell’Eliseo. “Sono consapevole che in un momento molto critico dell’Ue, vanno prese decisioni giuste”, ha aggiunto.
La Cancelliera ha parlato di “progetti sul sistema fiscale per dare impulso all’Europa”. “Vogliamo sviluppare una road map – ha argomentato-: c’è una convinzione comune che non possiamo soltanto occuparci della Brexit, ma che dobbiamo pensare anche all’approfondimento della Europa”.
“La modifica dei trattati era un tabù francese. Per me non lo è”, ha rilevato Macron. Il nuovo capo dell’Eliseo ha sottolineato la necessità per la Francia di fare le riforme, ma bisogna anche “sburocratizzare l’Europa”. “Il mio compito – ha detto – è difficile, non ho dimentaticato il voto della rabbia”. Quanto al Juncker, ha lamnetato, “non ha soldi freschi. Quello di cui abbiamo bisogno sono soldi freschi. Servono investimenti per il futuro dell’Europa”.
Philippe è il nuovo premier francese – Edouard Philippe, sindaco di Le Havre, esponente moderato della destra dei Republicains, è stato nominato primo ministro dal capo dello stato Emmanuel Macron.
“Sono un uomo di destra e tuttavia tutto il mio impegno è ispirato dall’interesse generale”, ha detto il primo ministro, nel breve discorso di ringraziamento e commiato al suo predecessore, Bernard Cazeneuve. “Lei è di sinistra, io sono di destra, questo non la sorprenderà – ha detto Philippe rivolto a Cazeneuve – e tuttavia entrambi abbiamo stima per l’altro. E sappiamo che l’interesse generale deve guidare tutto l’impegno dei politici, dei rappresentanti dello Stato e dei nostri concittadini”.
Chi è Philippe, il conservatore che piace alla gauche
Comincia era Macron.’Adesso Francia e Europa più forti’ – E’ cominciata l’era di Emmanuel Macron. Francois Hollande è uscito con un applauso dall’Eliseo, il presidente più giovane della storia di Francia si è insediato, perfettamente a suo agio nei corridoi e nei saloni che proprio Hollande gli aveva fatto scoprire chiamandolo al suo fianco come consigliere. Un Macron che – come una settimana fa al Louvre – ha insistito nella sua postura solenne, il passo lento, il volto grave per sottolineare i momenti storici. Ma che è anche riuscito a sollevare l’entusiasmo popolare subito dopo il lungo raccoglimento sotto la pioggia all’Arco di Trionfo, davanti al memoriale del milite ignoto.
Ha infranto il protocollo, ha lasciato in attesa la sua nuova decappotabile presidenziale e si è avvicinato alle transenne, fra i volti preoccupatissimi delle sue guardie del corpo. Ha stretto mani, si è concesso per infiniti selfie, ha ricevuto una rosa rossa ricordo delle vittorie socialiste, ed ha continuato per tutto il giorno, con ripetuti bagni di folla nelle strade e all’Hotel de Ville.
“Il mondo e l’Europa hanno bisogno più che mai della Francia, di una Francia forte”, ha detto Macron pronunciando il breve discorso di insediamento dopo la proclamazione ufficiale e le insegne della Legion d’onore ricevute dal presidente del Consiglio costituzionale, Laurent Fabius. Un discorso che, tradizionalmente, viene dedicato dal presidente “alla Francia e al suo posto nel mondo”, e che Macron ha voluto dedicare soprattutto alla critica della tesi del “declino” del Paese, rilanciando ottimismo e “spirito di conquista”.
Poi, spazio all’Europa: “abbiamo un ruolo immenso: correggere gli eccessi nella rotta del mondo. E’ la nostra vocazione. Avremo bisogno di un’Europa più efficace, più democratica, più politica, poiché essa è lo strumento della nostra potenza e della nostra sovranità”. E ancora: “c’è bisogno di una Francia che sappia inventare il futuro, la mia prima esigenza sarà di restituire ai francesi la fiducia in se stessi che per troppo tempo è stata indebolita”. Non ha dimenticato quella che ritiene la sua missione, “liberare il lavoro”, “sostenere le imprese, la creatività, l’innovazione”, perché “la Francia è forte soltanto se è prospera”. (Ansa)
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