“La ripresa economica nell’area dell’euro sta proseguendo, sorretta dalla domanda interna, mentre la crescita delle esportazioni rimane modesta. I rischi per le prospettive di crescita dell’area dell’euro restano orientati verso il basso”. È quanto scrive la Bce nel suo Bollettino economico. “Gli andamenti sfavorevoli per la ripresa economica nell’area dell’euro includono l’esito del referendum nel Regno Unito e altre incertezze geopolitiche, le prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti, i necessari aggiustamenti dei bilanci in diversi settori e la lenta attuazione delle riforme strutturali”, sottolinea l’Eurotower.
I corsi azionari nell’area dell’euro, infatti, sono diminuiti dopo l’esito del referendum nel Regno Unito sull’adesione all’Ue. “Mentre l’indice generale è risalito in seguito, l’indice delle azioni bancarie è rimasto ben al di sotto del suo livelli agli inizi di giugno” con un calo che si attesta al 13% (il periodo preso in esame dal rapporto va dal 2 giugno al 20 luglio).
I timori sulla redditività, nonché eventi specifici legati a singoli Paesi e istituti – si legge ancora nel documento -, hanno continuato a gravare in particolare sul settore bancario dell’area dell’euro”. Le aspettative del mercato circa la volatilità delle quotazioni azionarie hanno segnato “una forte impennata” immediatamente dopo il referendum nel Regno Unito, ma sono tornate sul loro livello iniziale nella parte restante del periodo in esame.
Le banche, invece, hanno trasmesso le condizioni favorevoli di finanziamento alla clientela attraverso tassi sui prestiti più contenuti e le migliori condizioni di credito promuovono la ripresa della crescita dei prestiti”, scrive ancora la Banca centrale europea. Di fatto, sottolinea la Bce, “l’indagine sul credito bancario nell’area dell’euro per il secondo trimestre del 2016 ha indicato l’ulteriore miglioramento delle condizioni di offerta dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie e il perdurante aumento della domanda per tutte le categorie di prestiti”. Pertanto, secondo l’istituto di Francoforte, “alla luce dell’attuale incertezza, è essenziale che il canale dei finanziamenti bancari continui a funzionare in modo appropriato”.
La Bce, inoltre, “continua ad attendersi” che i tassi di interesse “rimangano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo, ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”, scrive l’Eurotower nel Bollettino economico. Gli acquisti netti di attività (Qe) da parte della Bce sono previsti di terminare nel marzo 2017.
Per ora e nel prossimo futuro, infine, non è prevista nessuna ripresa del livello dei prezzi del consumo. È “probabile che i tassi di inflazione restino molto bassi nei prossimi mesi e che poi risalgano nel prosieguo del 2016 per motivi in larga parte riconducibili agli effetti base del tasso di variazione sui dodici mesi dei corsi dell’energia. Sostenuti dalle misure di politica monetaria della Bce e dall’atteso recupero dell’economia, i tassi di inflazione dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2017 e nel 2018”.