(WSC) NEW YORK – Libra, Il progetto di Facebook per la creazione di una valuta di scambio digitale, va fermato prima che sia tardi. Il token basato sulla tecnologia blockchain non dovrebbe entrare in vigore come proposto. Lo dice un paper esaustivo che ha analizzato i pro e i contro dell’idea del social media. Lo schema di pagamento digitale, che per il suo funzionamento ricorda più un token che come una crypto, rischia di violare la privacy e di compromettere la stabilità finanziaria.
Il report di 70 pagine, che porta la firma di Raúl Carrillo, membro del Modern Money Network (piattaforma che organizza convegni per discutere del funzionamento dei sistemi finanziari e monetari), critica sia Libra sia Novi, il portafoglio (ex Calibra) con cui Facebook punta a monetizzare il token. Con esso gli utenti potranno custodire, spendere e inviare dei soldi in tutto il mondo usando i servizi di Facebook come Messenger, WhatsApp o la stessa app Novi del social network più popolare al mondo.
Libra, un progetto controverso e molto “potente”
Il progetto Libra è stato controverso fin dal primo annuncio ufficiale. Il white paper originale, in cui si spiegava come avrebbe funzionato il token, era vago su molti aspetti critici che invece avrebbero richiesto un maggiore approfondimento. Nella versione 2.0 aggiornata del “libro bianco”, come osserva Carrillo (laurea triennale ad Harvard e specialistica in diritto alla Columbia University), mancano ancora di alcuni dettagli chiave.
La parte più interessante del paper è quella in cui si osserva che nella fretta di rispondere a Libra, concettualizzare ciò che il progetto rappresenta e ciò che ha il potere di fare è passato in secondo piano. Si è invece preferito concentrare le energie nel tentativo di inquadrare lo schema in una scatola che possa inserirsi nel sistema normativo esistente.
Ma quando parliamo di un’azienda potente e influente come Facebook, le due questioni non andrebbero separate. Carrillo avverte che Facebook e Libra, il cui team ha sede a Ginevra, in Svizzera, faranno tutto il possibile per farla franca.
Questo è ciò che rende speciale il report intitolato “Banking on Surveillance: Libra Black Paper“: sebbene sia estremamente tecnico, e passi al setaccio tutte le norme e i regolamenti del caso, l’analisi si incentra sulle teorie su cui si basano i modelli di business dei Big del mondo hi-tech e sull’arbitraggio del sistema finanziario.
Pericoloso lasciare operare monete virtuali in infrastrutture istituzionali pubbliche
Leggendo il report la mente va a un’altra analisi degli aspetti legali delle “valute ombra”, scritta a quattro mani dal professore americano John Haskell e dal blogger esperto di sistemi monetari Nathan Tankus, la cui newsletter è seguitissima a Wall Street. Le analisi sulle crypto e sulle monete virtuali si limitano di solito ai dibattiti sulla classificazione degli strumenti, ai commenti sulla complessità giurisdizionali e alle critiche mosse alla tecnologia.
Ma il Black Paper su Libra si spinge oltre. Fa ciò che il professor Haskell e Tankus ritengono sia necessario con urgenza. Ossia avviare un’analisi più complessa dal punto di vista strutturale, che mette in evidenza i pericoli di lasciare operare progetti di moneta virtuale all’interno delle infrastrutture istituzionali pubbliche e della società in senso più ampio.
Ecco come Carrillo nella conclusione del lungo rapporto incapsula bene la minaccia che Libra costituisce:
“Il pericolo con l’eventuale successo di Libra è che Facebook e il cartello di partner del progetto sfrutti il potere della piattaforma da miliardi di utenti per creare un sistema di sorveglianza finanziaria globale a supporto dei sistemi monetari pubblici”.
Sostenendo che Facebook stia proponendo di creare sia una moneta ombra virtuale globale sia una rete ibrida tra pubblico e privato, Carrillo ci aiuta a guardare al problema in modo più ampio. E offre diversi modi per risolverlo. Il rapporto sostiene che abbiamo bisogno di un duplice approccio, che si concentri sia sulle violazioni della privacy di Libra sia sulla minaccia che rappresenta per la stabilità finanziaria.