Finalmente accade: Euro scivola verso parità con il dollaro (1 a 1)

Il dollaro è sui massimi dal 2003 contro un paniere di valute con la vittoria elettorale di Donald Trump che sta spingendo la valuta Usa alla sua migliore …

Il dollaro è sui massimi dal 2003 contro un paniere di valute con la vittoria elettorale di Donald Trump che sta spingendo la valuta Usa alla sua migliore performance contro lo yen da quasi 30 anni. Sostengono il dollaro anche le parole della presidente Fed Janet Yellen, che ieri ha dato un forte segnale per il rialzo dei tassi Usa a dicembre.

* Il dollaro nella seduta odierna è salito di un altro 0,8% contro yen raggiungendo il massimo da sei mesi a 110,925. In due setimane il rialzo è stato del 7,5%, la seconda migliore performance da quando è stato introdotto il regime dei cambi flessibili.

* “Stiamo assistendo a un ampio spostamento di investimenti verso gli Usa”, commenta Richard Cochinos, strategist-responsabile per le valute del G10. “Ci sono attese di tagli di tasse il prossimo anno e quindi anche l’idea di che genere di spinta fiscale stiamo per avere”.

* Lo yuan cinese, sulla via del maggior calo annuo dal 1994, ha toccato il minimo da otto anni.

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Il dollaro continua a galoppare sui mercati internazionali, guadagnando terreno contro tutte le valute, specie contro l’euro, perché il differenziale dei tassi USA/UE è destinato ad ampliarsi. L’euro risulta in calo da nove sedute consecutive, dal giorno dopo l’elezione di Donald Trump.

La Presidente della Fed Janet Yellen, ieri, in un intervento al Congresso, ha confermato un imminente rialzo dei tassi d’interesse USA. Non è stata affatto una sorpresa, perché i mercati attendono da tempo un aumento a dicembre, in vista del programma di politica economica della nuova Amministrazione Trump.

La conferma formale ha fatto crollare il cambio euro/dollaro a 1,0594 (-0,30%), con un minimo toccato a 1,058 USD, mentre il dollaro index, che rappresenta un indice sintetico del cambio del dollaro contro la maggiori valute mondiali, guadagna lo 0,30% a 101,25.

Non sono solo i cambi a reagire a queste sollecitazioni, ma anche il mercato obbligazionario, che resta sotto pressione: i rendimenti dei Treasury a 10 anni sono schizzati al 2,33%.

Il Dollaro conferma la sua forza e la conferma sulla scia di un’economia statunitense che, secondo le previsioni, si mostrerà sempre più forte.

A dare il via al rialzo, già nella sessione di mercoledì,  è il presidente Fed di St. Louis James Bullard, che vede nella presidenza Trump un elemento in grado di sostenere l’economia USA a medio termine: traducendo il tutto, un rialzo dei tassi di interesse appare ora decisamente più vicino.

Il Dollar Index si attesta a quota 100.94.

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3 commenti

  1.   

    In una semplice frase vale la logica che : in un paese il PIL potrebbe essere altissimo, ma se a beneficiarne è una sola persona, società, multinazionale o banda, la popolazione è quasi alla fame, ma appunto i dati economici dicono che va tutto benissimo.

  2.   

    Avere multinazionali forti a fronte di una globalizzazione imperante non vuol dire avere un’economia forte in quanto il vantaggio e il reddito acquisito da quelle multinazionali non viene distribuito alla popolazione se non in misura marginale, quindi vi è un’impoverimento della società la quale vedendosi ridurre il reddito spendibile compera meno beni di consumo che come conseguenza ha un calo delle entrate tributarie e un conseguente aumento della pressione fiscale per poter sostenere la spesa pubblica che a sua volta ha un ulteriore calo del reddito spendibile da parte della popolazione e così via in un vortice di impoverimento generalizzato. Per assurdo possiamo avere un Paese come gli USA con un PIL altissimo e una povertà del ceto medio dilagante, motivo della vittoria di Trump.  Chi di macroeconomia ne capisce, sa che la svolta promessa da Trump potrebbe rilanciare l’economia USA a livelli molto alti, questo a discapito però dei vantaggi acquisiti dalle multinazionali in termini di lavoro a costo zero e finanziamenti a tasso zero. Il volano dell’economia è la classe media, più ampia e benestante è, più alta è la crescita economica e il livello di benessere, solo che per poter arrivare a ciò occorre uno stato efficiente, una pressione fiscale bassa, e la difesa della produzione nazionale dalle importazioni speculative. Da noi in Europa abbiamo la Germania che sostiene la globalizzazione e gli altri che vorrebbero difendere la produzione europea dalle importazioni speculative, vedremo chi la vince….. 

  3.   

    Ma non era Trump che doveva affossare gli Usa,il dollaro, e buttare il pianeta nella disperazione globale? L’euro se non ricordo male è partito che valeva meno del dollaro, nemmeno alla pari, ma su 0,7-0,8. Perchè poi l’abbiano gonfiato,non so, perchè per noi è solo gonfiato visto come siamo ridotti. Adesso verrà fuori che paghiamo il petrolio in dollari, come solita scusa, tanto per dire qualcosa. Onestamente chi ne capisce di economia come i commentatori del blog, ci credono alle bufale su Trump = sterminio del pianeta, oppure convengono che era solo una campagna mediatica pro terzo mandato obanana by killary?