Fondi hedge in crisi: clienti in fuga, rendimenti troppo magri

I re del settore alla resa dei conti: nell'era dei tassi negativi, la strategia dello stock picking si avvia sul viale del tramonto.

L’industria dei fondi hedge è in grave difficoltà. In tempi di tassi sotto zero, è sempre più dura racimolare rendimenti sui mercati. E così i clienti si danno alla fuga, chiudendo posizioni.

I gestori fanno fatica a navigare in acque agitate e mercati incerti. Viste le molteplici minacce esterne – guerra commerciale, spettro di una recessione, Brexit e rallentamento di grandi economie come quelle di Germania e Cina – ottenere i ritorni da investimento succulenti promessi alla clientela diventa un’impresa.

La strategia dello stock picking sembra ormai giunta al tramonto. Un esempio lo offre il caso di una delle leggende degli investimenti di questo tipo. A raccontare la storia esemplare di Jonathon Jacobson è Financial News, che titola “Re dei fondi hedge alla resa dei conti: è il tramonto dello stock picking“.

Fondi hedge, Highfields Capital Management chiude i battenti

Per trent’anni ha lavorato come gestore di fondi hedge, occupandosi di scegliere personalmente i titoli azionari su cui puntare. Negli Anni 90, quando era incaricato di investire i fondi donati all’università di Harvard, Jacobson ha fatto puntate vincenti a favore e contro diverse società quotate.

Terminata quell’esperienza, ha avviato un suo progetto personale. Iniziando a gestire i patrimoni di numerosi clienti benestanti. Un fondo hedge chiamato Highfields Capital Management. Il fondo ha fatto una fortuna nel 2001 scommettendo contro Enron.

Ultimamente gli affari non sono andati così bene, però. Dopo aver fatto peggio dei mercati finanziari negli anni più recenti, Jacobson ha dovuto prendere una decisione sofferta. Gli investitori hanno ricevuto indietro i 12 miliardi e 100 milioni di dollari investiti nel fondo, che ha dovuto chiudere i battenti a causa delle performance deludenti.

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