Sono molti a considerare la Germania un modello di precisione, affidabilità e solidità infrastrutturale. Peccato che siano in pochi a sapere che questi sono soltanto luoghi comuni. La rete stradale, autostradale e pontiera tedesca, infatti, ha diverse falle che la rendono una specie di groviera e di cui solo una minima parte vengono sistemate.
L’interessante reportage del Financial Times smentisce alcuni dei più classici (falsi) dogmi sulla Germania. Infatti, scrive il Ft, “mentre si attraversa il ponte sul Reno a Leverkusen si nota qualcosa di strano. Questo è uno dei corridoi di trasporto più importanti della Germania, vicino ad uno dei suoi maggiori centri industriali, ma tra le migliaia di veicoli che lo utilizzano ogni giorno, non ci sono camion. Il ponte è stato chiuso ai veicoli pesanti dal 2012, quando sono state scoperte fessure nel calcestruzzo. Un corridoio non sarà aperto prima nel 2020 e fino ad allora i camion dovranno trovare altre strade per attraversare il Reno”.
Il falso mito è quello per cui “per gli stranieri, la Germania può sembrare una macchina ben lubrificata. Ma la sua reputazione come modello di efficienza oscura il fatto che molte strade, ponti e edifici pubblici sono in disgrazia sconvolgente. Per colpa di una carenza di investimenti durata anni, molte infrastrutture si stanno lentamente sbriciolando”, infatti “giovedì 3 agosto le autorità sono state costrette a chiudere un altro ponte sul Reno, dopo la scoperta di una fessura in un apparecchio per il passaggio dei cavi. Normalmente circa 100.000 veicoli al giorno attraversano il ponte a Neuenkamp, circa 80 chilometri a nord di Leverkusen, risultando così uno dei più importanti collegamenti per il trasporto tra la cintura industriale di Ruhr e i Paesi Bassi”.
Il problema è estremamente serio, perché manca una visione larga dei problemi infrastrutturali e, di conseguenza, non esiste un piano complessivo di investimenti per risolvere problemi che nel frattempo si ingigantiscono e creano danni economici e sociali alla Germania. “Secondo la Kfw, la banca di sviluppo tedesca, le città e i distretti rurali tedeschi hanno un ‘divario d’investimento’ di 126 miliardi di euro, tra cui un guadagno di 34 miliardi di euro di spese per le strade e 33 miliardi di euro nelle scuole”. Colpa di una miope politica che “per troppo si è concentrata sull’equilibrio del proprio bilancio e la riduzione del disavanzo piuttosto che sugli investimenti”.
Infatti, prosegue il Ft, “le statistiche dimostrano che gli investimenti pubblici, in percentuale sul Pil, sono scesi dal quasi 5% nel 1970 ad un livello minimo di 1,9% nel 2005, stabilizzandosi sul 2% circa. Il governo insiste sul fatto che gli investimenti pubblici sono ‘in aumento’, con un tasso medio di crescita annuale del 3,8, che crescerà di circa il 5 percento all’anno fino al 2020, ma ammette anche che i fondi extra messi a disposizione delle autorità locali negli ultimi anni ‘non hanno provocato molto nuovi investimenti’. Il denaro viene invece usato ‘per ridurre i disavanzi di bilancio e generare eccedenze’, dicono”.
Se la Germania dà lezioni di truffa. E per 32 miliardi batte di gran lunga l’Italia
Ad ogni modo, “il Ponte di Leverkusen rappresenta il problema delle infrastrutture in Germania. Aperto nel 1965, fino al 2012 ha trasportato una media di 128mila auto e 14mila camion al giorno, un carico che va nettamente oltre quello per cui fu progettato”, riporta il Financial Times, che spiega anche come la chiusura abbia portato squilibri ambientali, visto che i camion devono trovare strade alternative consumando una media di 126mila litri di gasolio e 330 tonnellate di anidride carbonica emesse ogni giorno, oltre all’aumento, con conseguente ingolfamento, del traffico locale nei dintorni e verso Leverkusen.
Insomma, la Germania che siamo abituati a vedere in cattedra e bacchettare gli altri Paesi europei, scava scava, deve stare attenta. Perché se le crepe nelle sue infrastrutture non vengono rimesse a posto, quella stessa cattedra rischia di sgretolarsi e lasciare la “locomotiva d’Europa”… sotto un ponte.