Gran Bretagna: crisi politica. Nessuna decisione presa. Brexit storia infinita

Prova fallimentare, UK da il peggio di sé. Prolungare l’incertezza senza un progetto chiaro avrà costi economici e politici enormi per la Ue.

“La premier Theresa May non chiederà una proroga lunga” per la Brexit. “C’è modo di dare al Parlamento un po’ più tempo per concordare i prossimi passi, ma la gente di questo Paese ha atteso quasi tre anni, è stufa dell’incapacità del Parlamento di decidere“. Così in una dichiarazione diffusa da Downing Street.

È “crisi politica” in Gran Bretagna, ha ammesso ieri Theresa May. La premier ha chiesto all’Unione europea un rinvio di Brexit, ma non ancora deciso per quanto tempo e per cosa. La riunione di Governo non solo non ha portato all’auspicata decisione unanime sui prossimi passi da compiere ma è finita in uno scontro aperto tra ministri pro e anti-Brexit.

Il negoziatore-capo Michel Barnier ha avvertito che «il Governo e il Parlamento britannici devono decidere in tempi molto stretti un piano concreto». I 27 devono agire nel proprio interesse, ha sottolineato, perché «prolungare l’incertezza senza un progetto chiaro avrebbe costi economici e politici per la Ue».

La posizione di Bruxelles non è l’unico problema della May. La premier infatti non sembra essere riuscita a conquistare i voti necessari per far approvare il suo accordo, anche se oggi ha continuato a negoziare con gli unionisti nordirlandesi del Dup e ha invitato a Downing Street l’ex ministro degli Esteri Boris Johnson. Molti deputati conservatori parlano apertamente di un’uscita di scena a breve della May e l’euroscettico Johnson è in pole position per la successione.

Intanto i leader dei partiti minori in Parlamento – LiberalDemocratici, Verdi, i gallesi di Plaid Cymru e gli scozzesi dell’Snp – hanno presentato un appello congiunto che chiede un secondo referendum per risolvere l’impasse e hanno anche tentato di convincere Jeremy Corbyn a firmarlo. Il leader laburista però non si è voluto schierare.

 

Fonte: ilSole24ore

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