I ministri delle Finanze dell’Eurozona, il Fondo monetario internazionale e il Governo greco non sono riusciti a raggiungere un accordo finale sulla riduzione del debito di Atene e hanno deciso di posticipare la decisione alla prossima riunione di meta’ giugno.
“A questo punto non abbiamo raggiunto un accordo generale”, ha dichiarato il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ad una conferenza stampa dopo la riunione dell’Eurogruppo, pur precisando tuttavia che “sembra che la conclusione formale della seconda revisione sia molto vicina”.
Il commissario agli Affari Economici, Pierre Moscovici, a margine del meeting, ha anche affermato di vedere la possibilita’ di un accordo nella prossima riunione dell’Eurogruppo, in Lussemburgo il 15 giugno.
Prima dell’incontro, le parti avevano espresso ottimismo per trovare un accordo per la ristrutturazione dell’ingente debito greco, che ammonta a circa 315 miliardi di euro. Senza ulteriori aiuti, Atene rischia – a luglio, data di restituzione dei prestiti – di trovarsi in bancarotta.
Alla fine della riunione, i ministri hanno riconosciuto i progressi compiuti dalla Grecia nel soddisfare le condizioni necessarie per ricevere la nuova tranche di fondi.
La scorsa settimana il Parlamento del Paese ha approvato nuove misure di austerita’ per piu’ di 4 miliardi di euro. Le parti hanno inoltre convenuto sul fatto che la Grecia debba mantenere elevati surplus primari, che escludono i pagamenti degli interessi, al 3,5% del suo prodotto interno lordo per i prossimi cinque anni. Tuttavia, non e’ stato raggiunto alcun accordo sulle misure che dovrebbero essere attuate una volta che il programma di salvataggio del Paese si concludera’, ovvero nel 2018.
I maggiori creditori di Atene, il Fmi e la Germania, hanno avuto una fase di stallo per mesi, cercando di raggiungere un compromesso tra la richiesta del Fondo di un accordo che stabilisca le specificita’ della ristrutturazione del debito e il desiderio della Germania di ottenere un accordo politico che lasci stabilire questi dettagli il prossimo anno. Un accordo di compromesso proposto nel corso dell’incontro duarato otto ore e’ stato respinto da Atene, che lo ha considerato eccessivamete vago.
Euclid Tsakalotos, ministro ellenico (foto sotto, con il commissario agli Affari Economici Ue, Pierre Moscovici), ha osservato che “la sensazione e’ che sia stato necessario intensificare il lavoro per avere quella chiarezza che i mercati finanziari e il popolo greco avevano gia’ su cosa aspettarsi in termini di riduzione del debito alla fine del programma”.
Non solo una decisione sul debito del Paese avrebbe aperto uno spiraglio perche’ il Fmi decida di farsi coinvolgere nel programma, ma potrebbe anche spianare la strada alla Banca centrale europea per includere la Grecia nel suo programma di acquisto di obbligazioni, in modo da reinserire Atene nei mercati obbligazionari, da cui era stato escluso a partire dal 2010, ad eccezione di un breve lasso di tempo nel 2014.
L’economia greca ha pagato un prezzo elevato per il ritardo nei colloqui sul debito e nella discussione con i creditori internazionali per il salvataggio. Gli economisti ora prevedono che il prodotto interno lordo cresca dell’1,5% quest’anno, in calo rispetto a una previsione del 2,7% alla fine del 2016.
I creditori della Grecia non riescono a trovare una visione comune di quello che sara’ il surplus del Paese e il percorso di crescita di Atene nei prossimi anni e stanno discutendo di tre diverse ipotesi.
Il primo scenario possibile, secondo cui non sarebbe necessario intervenire sullo sgravio del debito prima che il programma termini nel 2018, prevede che la Grecia si attenga alla prospettiva di crescita che l’Unione europea ha previsto fino al 2060 e che registri avanzi primari pari al 2,6% del Pil.
Il secondo scenario delineato, piu’ pessimista e che richiederebbe soluzioni piu’ drastiche nella riduzione del debito, si basa sull’ipotesi del Fmi di una crescita dell’1% a lungo termine e prevede un rallentamento del surplus primario all’1,5% subito dopo il 2022.
Il terzo ed ultimo scenario e’ intermedio e presuppone misure di riduzione del debito. (MF-DJ NEWS)
nerio
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