(WSC) ROMA – La guerra di Gaza è cominciata a Gerusalemme Est. Netanyahu è ancora in ordinaria amministrazione, i suoi rivali girano a vuoto, e nulla come una seria crisi lo può tenere al potere e fuori di galera. Bibi ha forzato la mano dell’occupazione: sfratti, restrizioni, repressioni in pieno Ramadan, con la strana pazienza dell’Autorità palestinese che gioca in attesa. Hamas ha però deciso di intervenire, in difesa di Gerusalemme/Al Quds ma anche per assestare un colpo ad Abu Mazen. Rimandate di 10 anni, le elezioni non si faranno più, Israele non le vuole, Abu Mazen le teme, e Hamas sta votando con i razzi. E’ un triangolo. L’Autorità/Fatah contro Hamas e Israele contro l’Autorità, perché il West Bank è il premio che non si vuole dividere. Da sempre, Hamas e Israele sono nemici e complici, questa guerra non cambia l’assetto. I palestinesi del West Bank non riescono a votare, forse preferirebbero Hamas, meno corrotta, chissà. Ma non è detto che Hamas trionfi a Gaza.
I palestinesi dei Territori, tutti, sono in un limbo senza diritti, politici o altro. Inoltre, Israele ha il 20% di cittadini arabi, che non sono proprio uguali agli altri, lo dice chiaro la legge sulla nazione ebraica (2018), capolavoro di Bibi. La loro inquietudine fa paura a Israele, non per un ipotetico appoggio ad Hamas etc ma in termini politici interni: può saltare l’assetto ebraico-sionista su cui poggia lo Stato, il che è un incubo per molti israeliani ebrei. E poi ci sono gli altri, intorno. Amici gelidi, come l’Egitto. La Giordania, condomino ansioso. La Siria, sempre instabile e il piccolo Libano, dove c’è Hezbollah, arabo ma sciita, amico dell’Iran. Che per Bibi è l’arcinemico, ma non per i suoi militari. E i ricchi sodali, uniti nel nome di Abramo: Emirati, Bahrein più il Qatar, che con l’assenso di Israele foraggia Hamas. E dietro ci sono i sauditi. Affari colossali, armi, giochi enormi, a Bibi brillano gli occhi. A coprirlo ha sempre gli Usa, che parlano di diritti umani e poi li lasciano cadere, mentre l’Europa è imbelle, e ogni altro soggetto (Russia, Turchia) ha posizioni complesse. Una partita di cui nessuno tiene il filo, che si aggroviglia sempre più. (InPiù)
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Fonte: Domani