La Commissione nazionale elettorale del Venezuela ha annunciato che domenica 30 luglio hanno partecipato al voto per elezione della Assemblea nazionale Costituente, oltre 8 milioni di persone, ovvero il 41,5% degli aventi diritto.
Ma l’opposizione, che non ha partecipato al voto, sostiene che i dati siano stati contraffatti e ha sostenuto che solo il 12% del elettorato, poco più di 2 milioni di persone, si sono recati alle urne. Intanto il presidente Nicolas Maduro, che ha fortemente voluto l’Assemblea costituente, che dovrà cambiare la Costituzione, esulta e parla di “voto più importante mai tenuto nei 18 anni di storia della rivoluzione”. La giornata di votazione è stata segnata da proteste continuate che hanno causato la morte almeno di 8 persone.
Via immunità a oppositori e sfida Trump
Maduro ha subito annunciato che l’Assemblea costituente appena eletta toglierà l’immunità ai parlamentari dell’opposizione per sottometterli alla giustizia. “Bisogna riportare l’ordine… Occorrerà togliere l’immunità parlamentare a chi occorre togliere l’immunità”, ha avvertito festeggiando con i suoi sostenitori l’elezione della Costituente.
Maduro ha più volte accusato i deputati di tentare un “golpe parlamentare” e di incitare alla violenza nelle proteste di strade, che hanno lasciato oltre 120 morti negli ultimi quattro mesi. In tono minaccioso Maduro ha anche proposto che l’Assemblea “prenda il comando” della Procura, considerando che la sua titolare, Luisa Ortega, ha rotto con il governo ed è diventata una dei suoi principali oppositori. “Cosa credono che (la Costituente) debba fare con la Procura? Ristrutturarla subito, dichiararla in emergenza e prenderne il comando perché faccia giustizia”.
Maduro ha anche liquidato con poche parole la condanna statunitense dell’elezione della Costituente e la minaccia di nuove sanzioni contro gli “architetti dell’autoritarismo” a Caracas: “Un portavoce dell’imperatore Donald Trump ha detto che non ci riconoscono… Che c…zzo ci importa di quello che dice Trump! Ci importa quello che dice il popolo venezuelano”.
Nonostante i toni bellicosi, Maduro ha tuttavia proposto “un dialogo nazionale” per risolvere la grave crisi politica e si è detto pronto a confrontarsi con l’opposizione nelle elezioni regionali del prossimo 10 dicembre, quando saranno eletti una buona parte dei nuovi governatori.
L’asse dei pazzi
In termini di fenomenologia del potere, e di psicologia di chi detiene il potere, Maduro fa parte di un gruppetto di “leader” che qualcuno ha cominciato a definire “L’asse dei pazzi”. Oltre al presidente del Venezuela ne fanno parte il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte, e il capo della Corea del Nord Kim Jon-Un.
Fatte le debite proporzioni tra la diversa caratura in termini di potenza economico/militare dei singoli quattro paesi, ciascuno dei leader in questo “Asse dei pazzi” mostra tare mentali, psicologiche e culturali che mettono “a rischio”, arricchendola di potenziali pericoli, la gestione del governo nelle rispettive nazioni e di conseguenza preparando imboscate ed eventuali immensi danni collaterali, nella politica estera globale. Tutti mostrano una totale inadeguatezza politica e assenza di visione sociale, due (Duterte e Trump) sono stati sdoganati dall’ondata populista anti-sistema del momento ma seguendo procedure democratiche, due (Maduro e Kim Jon-Un) hanno preso il potere secondo le regole classiche della dittatura comunista, in spregio alla democrazia, o per successione dinastica.
ronin
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Julian Assange lancia un consiglio a Maduro: adotta la Costituzione dell’Arabia Saudita così che sarai gradito agli USA
http://www.controinformazione.info/julian-assange-lancia-un-consiglio-a-maduro-adotta-la-costituzione-dellarabia-saudita-cosi-che-sarai-gradito-agli-usa/
Julian Assange, il fondatore di Wiki Leaks, ha proposto al discusso Presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, di prendere esempio dall’Arabia Saudita, uno dei più importanti alleati degli USA sulla scena internazionale.
Assange ha commentto in maniera ironica l’attuale situazione esistente in Venezuela ed i pesanti tentativi di interferenza manifestati dagli Stati Uniti nelle questioni interne del paese sudamericano.
“Non capisco perchè il presidente del Venezuela, Maduro, non si sia ancora affrettato ad adottare per il suo paese il modello di Costituzione dell’Arabia Saudita, in modo che il governo degli USA possa compiacersi con lui”, ha segnalato Assange in allusione alle leggi draconiane vigenti nel paese arabo messe in questione da numerosi difensori sui dirittti umani.
Certamente Nicolas Maduro non è un personaggio gradevole ed ha le sue grosse responsabilità per la disastrosa situazione economica in cui si trova il Venezuela in questo periodo. Tuttavia il fatto che il Governo di Caracas abbia ricevuto un prestito per 5 miliardi di dollari dalla Cina (attraverso la China Development Bank), in compenso di contratti per forniture petrolifere a Pechino, oltre a importanti rapporti di collaborazione tenuti con il gigante asiatico, relegando in secondo piano la tradizionale dipendenza dall’ingombrante vicino del Nord America, ha spinto Washington ad accelerare le sue operazioni di sobillazione nel paese sudamericano per forzare una insurrezione diretta a rovesciare il Governo di Caracas. Gli USA vogliono riprendere il controllo del paese e delle sue importanti risorse petrolifere e minerarie, visto che in Venezuela sono presenti enormi giacimenti di greggio ancora non sfruttati che sono considerati fra le più importanti riserve esistenti nel mondo.
La tecnica degli USA è quella ben nota e collaudata, adottata per le “rivoluzioni colorate” dall’Ucraina, alla Libia, alla Siria, e prevede l’intervento di squadracce di agitatori, infiltrate ed addestrate da agenti della CIA, per colpire le forze di polizia, i sostenitori del Governo, per seminare caos, distruzione, attentati incendiari contro sedi istituzionali e panico nella popolazione. Il tutto deve avvenire con la complicità del sistema mediatico che mette in risalto la brutalità della polizia, la repressione delle manifestazioni, omettendo di descrivere i crimini degli agitatori prezzolati che in Venezuela, oltre ad uccidere poliziotti e membri della Guardia Nacional, hanno bruciato vivi alcuni manifestanti progovernativi.
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ronin
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Cosa hanno in comune l’Ucraina ed il Venezuela? Lo schema Propp
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cosa_hanno_in_comune_lucraina_ed_il_venezuela_lo_schema_propp/82_21080/
di Danilo Della Valle
Cosa hanno in comune l’Ucraina ed il Venezuela?
Niente, teoricamente. Praticamente invece questi due Paesi attraversati da crisi economiche e di governo hanno in comune molto, più specificatamente la regia delle proteste.
Ovviamente non si vuole fare del complottismo ma suona strano davvero che lo schema di Propp, l’antropologo russo che aveva studiato un metodo di narrazione che ha usato in tutte le sue fiabe, riesca ancora a fare colpo in maniera acritica sull’opinione pubblica nostrana. Basterebbe inoltre leggere qualche trattato di Gene Sharp, il “filosofo e politologo” Usa che ha dato i “natali” alle rivoluzioni colorate dell’est e dei Balcani, che ha collaborato per anni con il Dipartimento di Stato Usa per esportare la democrazia nel mondo.
E così il musicista di Kiev e quello di Caracas, il bambino che “affronta” la polizia, e la ragazza che in un perfetto inglese esordisce con “I m ….from Kiev/Caracas” diventano gli emblemi virali di una popolazione che necessita di un “eroe” che li salvi.
La presunta crisi, aiutata ed indotta dall’esterno con l’aiuto degli oligarchi del posto, diventa la causa, ed ovviamente poco importa alla nostra opinione pubblica se questi emblemi di liberazione non rappresentino effettivamente il popolo e se l’eroe designato porti in seno idee naziste, come in Ucraina, o se abbia interessi di stampo economico, come in Venezuela, se abbia in testa di restaurare governi sulla falsa riga dei fantasmi del passato, come in piazza Maidan, o se faccia dell’accaparramento e contrabbando il proprio cavallo di battaglia.
Poco importa se queste proteste interessano una minoranza della popolazione che ha “padroni”stranieri, l’importante è far “fuori” i “dittatori”, che in questi casi sarebbero stati eletti democraticamente ma che l’opinione pubblica tende a dimenticare. Così gli 8 milioni e passa di venezuelani che affrontando i golpisti sono accorsi a votare, tutto d’un tratto non rappresentano più una fetta popolare e democratica del Paese ma diventano 8 milioni di “invisibili” oscurati da qualche migliaio di incappucciati armati rappresentanti della “democrazia”.
belfagor
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Mulder
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Certo che le campagne pagate dall’ Impero, non tengono conto delle elezioni democratiche che avevano eletto Chavez, che nel 2004 si impose col 59% dei voti; l’unico che si impegno’ nello sviluppo di una politica sociale, trasformando la rendita petrolifera a favore di sanita’, istruzione e le comunicazioni. mentre nelle Presidenziali del 2006 Chavez vinse col 63% contro Manuel Rosales .. Altro che Ditttatura!!!
La partecipazione popolare all’elezione all’assemblea costituente spiazza completamente le opposizioni guidate da Washington e dalle sue sanzioni Proprio per questo il Mud ha giocato il tutto per tutto per sabotare le elezioni ed è per lo stesso motivo che una tornata elettorale per scegliere i costituenti è stata usata dai media occidentali come demente dimostrazione della non democrazia del Venezuela e delle buone ragioni dei golpisti..
In effetti gli esponenti della lobby anti Maduro presenti al Wola, ossia il Washington Office on Latin America hanno già dichiarato al loro giornale di riferimento, ossia il New York Times, il proposito delirante di voler mettere in piedi “un governo parallelo che cercherà finanziamenti e legiimità all’esterno e rivendicherà, almeno implicitamente, il monopolio legttiimo dell’uso della forza e cercherà di procurarsi delle armi per difendersi”. Il solito Golpe Democratico.
Fallita la possibilità di un rovesciamento tipo Brasile, adesso si disegna un progetto tipo Honduras progettato e portato avanti dalla Clinton e da destra venezuelana razzista, elitista, ultracapitalista finanziata dagli Usa.
ronin
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Cronache del Venezuela: Disinformazione e Verità sul caso Costituente
Di Chris Barlati
https://www.rischiocalcolato.it/2017/07/cronache-del-venezuela-disinformazione-verita-sul-caso-costituente.html
”C’è una versione ufficiale e una non ufficiale riguardante il Venezuela”, mi spiega il mio amico Ennio.
”L’ufficiale coincide con un obiettivo ben preciso, ovvero con la volontà sia passata che presente del presidente Nicolas Maduro di voler dialogare con l’opposizione.”
Affermazioni sconvolgenti se si tiene conto dei notiziari e degli ‘approfondimenti’ prettamente occidentali, e così gli domando spiegazioni.
”Nel 2013, per la prima volta, fu chiesto ufficialmente all’opposizione di collaborare, ma rispose di no. I filochavisti vinsero le elezioni e di tutta risposta ci furono 43 morti. 43 vittime da aggiungere alle 11 di qualche tempo prima. Anni dopo, nel 2015, i problemi sono continuati, tanto che Obama, tramite decreto, ci ha ufficialmente definito come una ‘minaccia inusuale’, nonché come un pericolo per la democrazia.”
I ricordi si susseguono e così anche il numero delle vittime: ”Nel 2015, come ti dicevo, ci furono altre 20 persone giustificate dall’articolo 350. Ma la disobbedienza civile non ha nulla a che vedere con Chavez e Maduro, i quali hanno sempre agito secondo Costituzione”.
Ricordo anch’io quei giorni. Nel 2016 il presidente Maduro invoca il dialogo in parlamento ”ed è così che incomincia il colpo di stato istituzionale.”
Il 2016 giunge al termine senza un ”dialogo”, ma con ben 100 morti.
”L’opposizione non vuole dialogare, poiché ritiene che Maduro sia un incapace ed un debole, perché l’opposizione aspira al governo del paese.”
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ronin
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In Venezuela 13 morti in un giorno, USA indignati. Gli stessi che hanno ammazzato 29 civili in Siria
https://www.rischiocalcolato.it/2017/07/venezuela-13-morti-un-giorno-usa-indignati-gli-ammazzato-29-civili-siria.html
Non so se avete mai visto “Nel nome del padre”, il film capolavoro di Jim Sheridan dedicato alla storia vera dei “Quattro di Guilford”, cittadini arrestati, incolpati e condannati per un attentato dell’IRA in territorio britannico sulla base di false prove, poi scoperte dall’avvocato difensore di uno di loro. Bene, la foto di copertina che ho scelto raffigura proprio Emma Thompson nel momento in cui presenta alla Corte la prova di quella manipolazione: un appunto con scritto “Non mostrare alla difesa”, allegato a una testimonianza che dimostrava l’innocenza del suo assistito e dei suoi amici.
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Bene, i media mainstream a livello mondiale stanno facendo la stessa identica cosa, le elites è come se avessero scritto con l’inchiostro invisibile quel biglietto e lo avessero consegnato a tutti i direttori di rete e di giornale del mondo: non mostrate questo all’opinione pubblica. Vale per l’impatto devastante della crisi dei migranti sulle nostre società, vale per le norme sul controllo dei capitali che già si stanno discutendo in sede comunitaria in vista dell’autunno, vale per il Russiagate, vale per i conflitti ancora aperti nel mondo, vale per la bolla da Banca centrale del mercati azionario e obbligazionario, vale per le condizioni salariali e di lavoro. La realtà va occultata. La realtà non va mostrata alla difesa. Il mondo, invece, deve vedere questo:
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la faccia buona dell’Occidente che si indigna, il gendarme del mondo che fa sentire alta la sua voce contro il “dittatore” Maduro – il quale, tra parentesi, dittatore lo è da un po’ ma, casualmente, solo ora viene denunciato nelle sedi internazionali con tale forza per un voto farsa -, rendendo noto alla popolazione venezuelana che gli USA saranno al loro fianco. Ovvero, che sono pronti a intervenire per ribaltare il governo, in caso se ne creino le condizioni. E se non si creassero da sole, c’è sempre la CIA. Per chi non sapesse chi fosse Nikke Haley, questa fotografia
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potrebbe essere utile: si tratta dell’ambasciatrice USA presso le Nazioni Unite, la stessa che emulò Colin Powell con le sue fialette di Gaviscon (proprio oggi l’Alta Corte di Londra ha sancito che nella legislazione inglese non sussiste alcun capo accusatorio in base al quale poter portare alla sbarra Tony Blair per l’invasione dell’Iraq, quindi capite che il concetto di impunità guadagna in precedenti) dopo l’attacco chimico a Idlib dello scorso 4 aprile. Per lei, ovviamente, non c’era alcun dubbio: a usare gli agenti proibiti erano state le truppe di Assad, su espresso e diretto desiderio del presidente siriano. Ovviamente, le smentite – anche di fonte USA e NATO – a quella montatura, resa più credibile dai Carlo Rambaldi del terrorismo salafita, ovvero gli “Elmetti bianchi”, non la videro protagonista di un mea culpa. Ci mancherebbe.
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ecc…
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Consuelo
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Nell’offshore del Venezuela Eni avvia nuova produzione di gas
Si tratta del più grande giacimento di gas nell’offshore dell’America Latina, sviluppato in soli cinque anni. Per questa nuova attività si prevede una capacità di 13 milioni di metri cubi di gas al giorno nel 2015 e 34 milione nel 2020
https://www.abo.net/it_IT/mondo-oil/brevi/eni-venezuela-gas.shtml
Emtrader
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Nulla è mai abbastanza, tranne che per i…………..ops, boccaccia mia stai zitta !!!
Emtrader
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robyuankenobi
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Nakatomy
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Quello è un dittatore.. non vedi che assomiglia a Saddam Hussein :)))))))))))))))
Gli USA DEVO INVADERLA COME CON PANAMA
Emtrader
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Gatta ci cova…………………
robyuankenobi
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