I rinnovati timori sugli effetti della Brexit, che potrebbe pesare sulla già fragile ripresa globale, stanno pesando ancora sull’azionario europeo e sulla sterlina, che aggiorna i minimi dal 1985, mentre gli acquisti premiano l’oro salito sui massimi da due anni e i governativi dei Paesi considerati «sicuri». Le preoccupazioni si concentrato sul mercato immobiliare britannico e sulla solidità delle banche europee e italiane in particolare. Sull’azionario Ue, dunque, prevalgono le vendite, anche a Londra che inizialmente aveva tenuto grazie ai titoli delle materie prime. Penalizzate le azioni delle società retail, tlc, auto e servizi finanziari.
A Milano recupera Mps, giù Telecom
A Piazza Affari FTSE MIB in pesante rosso, con il comparto bancario sempre penalizzato. Mps recupera terreno dopo diverse sospensioni (è arrivata a salire del 14%) e dopo aver perso quasi il 30% in due sedute. Per la banca senese si parla di un aumento di capitale garantito dallo Stato, con una manovra da 2-3 miliardi di euro da portare avanti in parallelo alla cessione di Npl. Contrastati e volatili gli altri titoli del comparto bancario, che faticano a trovare una direzione. Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombroviskis stamattina ha detto che «diverse misure sono state prese dall’Italia per fronteggiare la situazione del settore bancario: lo schema di cartolarizzazione per i non performing loans, il Fondo Atlante, il sostegno alla liquidità: siamo in contatto con le autorità italiane e continuiamo a monitorare la situazione, siamo pronti ad agire se necessario». Male tutte le altre banche, in rosso il risparmio gestito con Azimut in netto calo. Oggi però le vendite colpiscono soprattutto Telecom Italia fermata in asta di volatilità già nelle prime battute della seduta dopo che l’imprenditore francese, Xavier Niel, ha annunciato che nelle prossime settimane smonterà la propria posizione in Telecom Italia e sulla prospettiva che il mercato italiano delle tlc diventerà più competitivo, con l’ingresso del quarto operatore Iliad (fondato sempre da Niel). In calo tutto il settore del lusso e anche Yoox Net-A-Porter Group (dopo il -7% della vigilia) nel giorno della presentazione del piano strategico.
La sterlina aggiorna i minimi dal 1985
Sul mercato dei cambi, ancora vendite sulla sterlina che aggiorna i minimi da 31 anni sul dollaro, fino a un minimo di 1,2878 dollari, al di sotto del livello raggiunto il giorno dopo gli esiti del referendum sulla Brexit che ha fatto scattare le vendite sulla moneta britannica.
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La moneta britannica era scesa ieri sotto la soglia di 1,30 dollari sui minimi dal 1985, dopo le dichiarazioni del presidente della BoE Carney sulle difficili prospettive per la stabilità finanziaria e dopo che la banca centrale della Gran Bretagna ha allentato i requisiti sul capitale delle banche. In più, a pesare, c’è stata la notizia che tre fondi immobiliari inglesi del peso di M&G, Standard Life e Aviva hanno congelato i rimborsi ai clienti. Secondo gli analisti di Mps Securities «probabilmente il movimento di deprezzamento potrebbe aver raggiunto degli eccessi, per cui nei prossimi giorni si potrebbe assistere ad una stabilizzazione». Per quanto riguarda le altre valute, l’euro è ancora debole sul dollaro (qui l’andamento del cross) mentre prosegue la corsa allo yen sull’euro e sul dollaro. La moneta giapponese è salita sui massimi da tre anni e mezzo sulla sterlina.
Nuovi minimi per i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi e giapponesi
La fase post Brexit, spiegano gli analisti di Mps Securities, sta continuando a tradursi in un calo generalizzato dei tassi governativi dei Paesi ritenuti «rifugio sicuro», con conseguente raggiungimento di nuovi minimi storici sulla parte a lungo e lunghissimo termine, come ad esempio nel caso dei Treasury, del Bund e del Giappone. Nuovi minimi per i rendimenti dei decennali tedeschi, per la seconda giornata consecutiva, e francesi. I rendimenti sui governativi tedeschi a 10 anni hanno toccato un nuovo minimo storico a -0,188% mentre quelli sui trentennali hanno perso oltre 2 punti base a 0,317%. Il decennale francese rende ora lo 0,13%. Fuori dall’Ue, i Treasury a 10 anni hanno toccato il nuovo minimo record all’1,34% mentre i rendimenti sui ventennali giapponesi sono passati in territorio negativo oggi per la prima volta mentre quelli sui titoli a 30 anni sono allo 0,015%.
Vendite sul petrolio, oro sui massimi da due anni
Ancora debole il prezzo del petrolio dopo lo scivolone della vigilia sui timori per un rallentamento della fragile ripresa globale a causa della Brexit, sul rafforzamento del dollaro e in attesa dei dati sulle scorte Usa. L’avversione al rischio continua a premiare l’oro, sui massimi da due anni, il che spinge al rialzo i titoli legati al settore. Tra gli appuntamenti della giornata, attese nel pomeriggio, per i dati sull’Ism non manifatturiero di giugno ma soprattutto in serata per la pubblicazione dei verbali Fed della riunione del 14-15 giugno, nei quali si cercherà una spiegazione del perché i membri del board hanno abbassato le stime sui Fed Funds per il 2017 e 2018 e a lungo termine anche prima dei risultati del referendum sulla Brexit. Nel frattempo diversi membri Fed si sono espressi sul tema impatto della Brexit, con toni non sempre univoci. Complessivamente permane la percezione di Fed ferma anche per l’intero 2017. (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)