Italia, Istat: poca fiducia nell’economia e crescita di nuovo in frenata

Rischi di rallentamento per l’economia italiana. E’ quanto segnala l’Istat nella nota mensile sottolineando che a febbraio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato una battuta d’arresto, suggerendo …

Rischi di rallentamento per l’economia italiana. E’ quanto segnala l’Istat nella nota mensile sottolineando che a febbraio l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana ha segnato una battuta d’arresto, suggerendo un rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine. Nei primi mesi dell’anno la dinamica dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane si mantiene altalenante. In aprile – si legge nella nota dell’Istat – si è registrato un sensibile miglioramento della fiducia nei servizi di mercato e nelle costruzioni cui si è accompagnato un aumento moderato nella manifattura; per contro il commercio al dettaglio ha segnato un ulteriore peggioramento dopo la flessione in marzo. In un contesto europeo caratterizzato da una crescita significativa del Pil nel primo trimestre dell’anno, l’economia italiana presenta segnali positivi associati al miglioramento della produzione industriale, al consolidamento dell’occupazione permanente, alla riduzione della disoccupazione e alla crescita del potere di acquisto delle famiglie. Tuttavia l’evoluzione del clima di fiducia rimane incerta e l’indicatore composito anticipatore dell’economia italiana segnala rischi di un rallentamento dell’attività economica nel breve periodo.

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La ripresa economica nell’Eurozona prosegue, grazie anche alle misure di sostegno offerte dalla BCE, ma la domanda estera si conferma debole, a causa del persistere della crisi internazionale, e le politiche di bilancio restrittive degli stati membri agiscono da freno agli stimoli offerti. E’ questo il punto del bollettino mensile pubblicato dall’Istituto di Francoforte.

Secondo l’Eurotower, l’aumento dell’occupazione garantito dalle riforme strutturali ed il basso prezzo del petrolio continueranno a sostenere il reddito delle famiglie e quindi i consumi privati. Il mercato del lavoro continua ad offrire segnali di miglioramento, anche se graduale, che hanno condotto ad un una crescita dell’occupaizone dello 0,3% nell’ultimo trimestre del 2015 e ad una riduzione del tasso di disoccupazione al 10,3%. Dal canto suo, la BCE continuerà a sostenere una politica monetaria espansiva, per assicurare il radicamento della ripresa economica ed un ritorno dell’inflazione su livelli accettabili. Persistono tuttavia rischi orientati al ribasso per le prospettive di crescita dellEurozona, legati all’insufficiente attuazione delle riforme strutturali ed alla crisi nei mercati emergenti.  Per la banca centrale “è indispensabile assicurare che le condizioni di inflazione estremamente bassa non si radichino in effetti di secondo impatto sul processo di formazione di salari e prezzi”.

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