La Fed terrorizza i mercati con un improvviso maxi taglio dei tassi

La Federal Reserve decide una riduzione di 0,50%, è la prima volta che accade dal 2008, in emergenza, a mercati aperti. Per Powell c'è molta incertezza sugli effetti del coronavirus, il taglio non risolvera' i problemi provocati dall'epidemia.

Il coronavirus avra’ un impatto duraturo sull’economia americana ma la Federal Reserve e’ pronta ad utilizzare tutti gli strumenti a disposizione e ad agire in modo appropriato per mitigare l’impatto del coronavirus sull’attivita’.

Lo ha detto il presidente della banca centrale americana, Jerome Powell, in una conferenza stampa dopo che la Fed ha tagliato i tassi di interesse di mezzo punto all’1-1,25%.

‘La Fed continuera’ a monitorare la situazione da vicino e a usare gli strumenti appropriati’, ha detto il numero uno della banca centrale Usa.

Powell ha notato che c’e’ molta incertezza sull’ampiezza e la durata degli effetti del coronavirus e che il taglio non risolvera’ tutti i problemi provocati dall’epidemia.

A chi gli chiedeva della situazione internazionale e del comunicato rilasciato dal G7 in precedenza, Powell ha notato che “spetta ai singoli Paesi agire”, anche se “e’ possibile che ci sara’ un coordinamento piu’ formale tra i Paesi del G7”.

fed taglia tassi due volte

La Fed, comunque, “non vede finora molti disagi per l’economia” e “i mercati finanziari stanno funzionando in modo ordinato’, ha aggiunto il numero uno della banca centrale Usa.

Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato che il coronavirus rappresenta un rischio materiale per l’outlook e che il cambiamento nei rischi ha spinto l’istituto centrale statunitense a realizzare in una manovra d’emergenza il suo primo taglio dei tassi di interesse dopo la crisi finanziaria.

In una conferenza stampa a seguito del taglio non programmato di mezzo punto percentuale, il numero uno della Fed ha dichiarato che si aspetta che la mossa fornirà una spinta significativa all’economia.

 Borsa di Milano

Piazza Affari chiude positiva ma sotto i massimi e peggiore in Europa, con i bancari volatili che alla fine reagiscono male alla decisione della Fed sui tassi.

Quella di Milano è tra le piazze più scambiate in questi giorni in Europa ed è la più esposta alla speculazione sui rischi del coronavirus perché il Nord Italia, centro produttivo del Paese, è uno dei focolai della malattia.

La Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse in una manovra di emergenza concepita per proteggere l’economia.

Ieri sera la Bce ha detto di essere pronta a prendere misure appropriate nella stessa direzione.

Il mercato teme che la mossa della banca centrale Usa significhi che la situazione globale sia peggiore di quello che si immagina e ragiona sul fatto che lo stimolo monetario potrebbe non essere efficace sull’economia reale.

L’indice dei Bancari passa dalla parità a +2% dopo la decisione della Fed sui tassi e affonda nel terreno negativo in meno di 30 minuti per chiudere sui minimi di giornata in calo di oltre il 2%.

Banco Bpm in forte ribasso (-8,2%) dopo i dati del piano industriale che non impressionano il mercato. Il Ceo che spera di partecipare al consolidamento del settore non aiuta il titolo. Secondo un trader, i numeri erano di poco sotto le attese, senza considerare l’impatto dell’epidemia; uno scenario insufficiente per evitare una forte correzione, considerati anche i rialzi del titolo nella fase immediatamente precedente al virus.

Tornano a scendere gli istituti di medie dimensioni, che in una situazione di normalità sarebbero le prime candidate a essere protagoniste della nuova fase di consolidamento del settore. Bper Banca -2,3%, Pop Sondrio -3,8%, Credito Valtellinese -7%.

Intesa Sanpaolo -0,8%, Unicredit -4,2%, ma i cds di entrambi calano in modo significativo (-9% circa), segnalando una percezione di riduzione del rischio sui principali istituti.

Atlantia cede l’1% dopo che Moody’s ha declassato la società e la controllata Autostrade a Ba3 con prospettive negative. Pesano le incertezze legate a un possibile contenzioso con lo Stato.

Teleco Italia peggiore dell’indice principale (-1,7%), in un mercato dove continua a pesare lo stop al progetto rete unica da parte di Enel, che secondo i trader difficilmente cambierà posizione. “Non ci sono novità, si tratta di debolezza strutturale, appena l’indice ha corretto Tim è passata in negativo”, dice un operatore di borsa. Il Tar che ha respinto il ricorso contro Flash Fiber è ignorato dal mercato.

Il buon andamento del comparto hi-tech a Wall Street sostiene STM che sale del 2,8%.

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