La Federal Reserve alza i tassi Usa a 0,75%. Tre rialzi nel 2017. Dollaro al top da 13 anni

La Fed alza i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli allo 0,50-0,75%. Si tratta del primo aumento del 2016 e del secondo da dieci anni. …

La Fed alza i tassi di interesse di un quarto di punto, portandoli allo 0,50-0,75%. Si tratta del primo aumento del 2016 e del secondo da dieci anni. Wall Street ha chiuso in ribasso, con il Dow Jones in rosso di 118 punti (-0,60%) e il dollaro in forte rialzo, con il basket del dollar Index ai massimi dal 2013. Il cambio EUR-USD dopo la chiusura era a 1.0524 (-0.96%).

Deprezzamenti da record per l’euro sul dollaro dopo l’innalzamento dei tassi d’interesse della Fed allo 0,75 per cento. La decisione era ampiamente attesa, ma la reazione dei mercati valutari non è stata per questo meno veemente con il rapporto EUR/USD scivolato fino a un minimo 1,0394, su livelli che non si vedevano dall’8 gennaio del lontano 2003.

Al contempo il dollaro si apprezza su tutte le maggiori valute come dimostrato dal balzo dell’1,13% a quota 102,91 del Dollar Index, dopo un massimo a 103,23 su livelli che anche in questo caso non si vedevano dall’inizio del 2003.

Il dollaro accumula comunque un vantaggio dello 0,85% sullo yen e dello 0,54% sulla sterlina che invece guadagna lo 0,13% sull’euro.

La Fed prevede tre aumenti dei tassi di interesse nel 2017, piu’ dei due stimati in settembre. E’ quanto emerge dai ‘dot plot’, la tabelle con le previsioni per le prossime mosse di interesse che accompagnano il comunicato finale della due giorni di riunione.

L’economia americana ”assicura solo aumenti graduali dei tassi di interesse”, afferma la Fed al termine della due giorni di riunione. I rischi all’outlook sono ”bilanciati”, il mercato del lavoro ha continuato a rafforzarsi e la crescita e’ moderata.

La Fed rivede al rialzo le stime di crescita per il 2016 e il 2017. Il pil americano crescera’ quest’anno dell’1,8-1,9%, piu’ dell’1,7-1,9% previsto in settembre. Il prossimo anno la crescita e’ stimata a 1,9-2,3%, rispetto all’1,9-2,2% precedentemente previsto.

“Non cerco di dare consigli alla nuova amministrazione” Trump, ma “il rapporto debito-Pil deve essere tenuto in considerazione” nel definire le politiche di bilancio e gli stimoli. Lo afferma il presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, dopo il rialzo dei tassi dello 0,25%.

“E’ un voto di fiducia nell’economia” degli Stati Uniti, dice Yellen. L’economia Usa si è mostrata “resiliente”, “notevoli i progressi”. L’aumento dei tassi è “modesto” e “appropriato”, spiega. Poi precisa che intende restare per tutto il suo mandato.

Commento di State Street in seguito alla decisione della FOMC sui tassi d’interesse

Di seguito i commenti di Lee Ferridge, head of multi-asset strategy North America di State Street Global Markets e  Antoine Lesné, EMEA head ETF strategy di SPDR ETFs, parte di State Street Global Advisors, in seguito al meeting della FED di oggi.

Lee Ferridge: “Come ampiamente previsto, il FOMC ha alzato i tassi per la seconda volta in questo ciclo, esattamente 12 mesi dopo il primo aumento. Tuttavia, sorprendentemente, la FED ha rivisto al rialzo le sue aspettative per il 2017 prevedendo fino a tre aumenti rispetto ai due previsti alla fine di settembre. Sembra che alla luce del piano di stimolo fiscale previsto da Trump e dei segnali di crescenti pressioni sui prezzi e delle aspettative di inflazione (supportati anche dalla recente decisione dell’OPEC di ridurre la produzione di petrolio), la FED abbia sentito la necessità di adottare un piano di rialzo dei tassi più agressivo. Se questi tre aumenti verranno realmente implementati, ora dipende tutto dall’impatto economico delle proposte di Trump. Mentre il mercato, e ora anche la Fed, sembra credere che il piano di Trump fornirà un impulso significativo alla crescita dell’economia per il prossimo anno, un giudizio definitivo non può ancora essere espresso. Per ora il piano fiscale di Trump consiste in tagli delle imposte sui redditi più elevati e in una riduzione netta della spesa, seppur con ampie agevolazioni fiscali per gli investitori privati al fine di incentivarli ad investire nel settore delle infrastrutture.  È certamente motivo di grande dibattito se questo mix fiscale sarà sufficiente a superare i venti contrari creati da un dollaro più forte e da tassi d’interesse interni più elevati”.

Antoine Lesné: “Come previsto il FOMC ha alzato i tassi per la prima volta nel 2016. La sorpresa consiste nel fatto che, nonostante la debole crescita degli ultimi semestri, i membri del FOMC hanno visto un miglioramento delle condizioni economiche e sono più ottimisti sulle previsioni di inflazione e di crescita. Basandosi sullo stimolo fiscale che dovrebbe essere implementato dall’amministrazione Trump, il FOMC ha aumentato le aspettative a più di due aumenti nel 2017. Benché non sia ancora possibile esprimere un giudizio definitivo, questo risultato potrebbe aumentare ulteriormente la pressione sulla crescita dei rendimenti dei bond  nella fase finale della curva. Le aspettative rispetto a un’inflazione più elevata potrebbe portare benefici ai TIPS (treasury inflation protected securities) su base relativa. Anche se il FOMC suggerisce che le politiche di Trump potrebbero far crescere l’economia, ci sono ancora molte incognite dato che molto deve essere ancora fatto. Ci aspettiamo che il dollaro USA si rafforzi e che le obbligazioni soffrano. Riteniamo opportuno mantersi cauti monitorando il mercato azionario che non ha ancor apienamente scontato il rialzo dei rendimenti obbligazionari”.

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Rialzo dei tassi FED, implicazioni per gli investimenti

La Federal Reserve ha alzato i tassi di interesse di 25pb, il secondo rialzo in dieci anni. Tuttavia, il fattore chiave è stato il cambiamento nel grafico “dot plot” per il 2017, che ora evidenzia tre rialzi dei tassi anziché due per il prossimo anno. Questo si è combinato con una reazione hawkish da parte del mercato, che è stata ulteriormente rafforzata dalle dichiarazioni della presidente della Fed, Janet Yellen, che a sua volta, più che mitigarlo, sembra sostenere il segnale hawkish.

In generale riteniamo che un percorso di rialzo dei tassi USA più rapido rispetto a quanto abbiamo visto finora sia probabile, tuttavia saranno il perdurante rialzo dei rendimenti dei Treasury e il rafforzamento del dollaro a determinare quanto rapidamente potrà procedere la FED nel 2017, quando l’inasprimento della politica monetaria inizierà a incidere sulla propensione al rischio.

In ultima analisi i segnali della Fed sembrano essere cambiati in attesa di un potenziale “bazooka” fiscale da parte dell’amministrazione politica in arrivo, sottolineando, ancora una volta, che i risvolti in termini di economia e politica negli Stati Uniti in futuro saranno sempre più determinati dalla politica fiscale più che da quella monetaria.

Quali sono, quindi, le implicazioni in termini di investimenti? Noi continuiamo a preferire il rischio di credito rispetto alla duration, in considerazione dei cambiamenti nel “policy-mix” statunitensi, e ci concentriamo sulla costruzione di un portafoglio basato sulla qualità degli asset per resistere alle attuali turbolenze.

di Salman Ahmed, Chief Investment Strategist di Lombard Odier Investment Managers

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Segue analisi di Serge Pizem, Head of Multi Asset Investments di AXA INVESTMENT MANAGERS

Ci attendiamo che il Pil statunitense cresca dell’1,6% nel 2016, del 2,1% nel 2017 e dell’1,9% nel 2018 (marginalmente al di sotto del consensus). Le nostre previsioni sull’inflazione CPI sono di un aumento dell’1,8% nel 2017 e del 2,5% nel 2018. Tuttavia, teniamo conto della marcata incertezza circa le priorità politiche della nuova amministrazione.
Ci aspettiamo che la Fed continui con prudenza la stretta monetaria nel 2017, prima di accelerarla nel 2018. Ci attendiamo due rialzi nel 2017 (giugno e dicembre) e tre nel 2018, con i tassi che si assesteranno a 1,75-2,0% a fine 2018.
Un inasprimento delle condizioni finanziarie, comprese pressioni sui rendimenti dei decennali USA, che prevediamo al 2,75% per fine 2017, e un rialzo nel dollaro ponderato su base commerciale, ci porta a prevedere che i rialzi verranno fatti a un ritmo più lento delle attese il prossimo anno. Le nostre previsioni per i mercati azionari e obbligazionari restano immutate.
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1 commento

  1.   

    Un ringraziamento alla Redazione, che ha voluto fare molto bene questo articolo sul rialzo dei tassi Fed, riportando tutte le informazioni necessarie per capire gli orientamenti finanziari del prossimo futuro. 10 e lode a tutti e a Marco Grande che si è preso la briga di redigere l’articolo.