Le obbligazioni in tutto il mondo hanno perso il 2,9 per cento nel mese di ottobre, secondo il Bloomberg Barclays Global Aggregate Index, che tiene traccia di tutto, dai bond sovrani ai debiti garantiti da ipoteche per finanziamenti aziendali. L’ultima volta che al mondo obbligazionario è stato inferto un colpo del genere era il maggio 2013, quando l’allora presidente della Federal Reserve Ben S. Bernanke fece capire che la banca centrale Usa avrebbe potuto rallentare il passo nell’acquisto di bond.
L’Europa ha accusato le perdite maggiori, che si sono riverberate in tutto il mondo, questa settimana, alla luce dei segnali di accelerazione dell’inflazione e di crescita economica; il che ha dato la stura alle speculazioni sul fatto che la Banca centrale europea e le altre principali banche centrali mondiali stanno cominciando a muoversi in direzione di uno stop allo stimolo monetario, compresi quindi gli acquisti di asset e bond.
Il risultato è che gli investitori stanno abbandonando uno dei più grandi trade dell’anno – la scommessa su obbligazioni ad alto rendimento e a lungo termine – un brusco risveglio rispetto allla fase precedente, caratterizzata da una politica delle banche centrali che ha spinto i rendimenti dei bond ai minimi storici, lo scorso luglio.
“Portfolio manager, banche e hedge fund sono stoccati su questi titoli di stato nella convinzione che le banche centrali mondiali avrebbero sostenuto l’acquisto per anni”, ha detto Tom di Galoma, amministratore delegato di Seaport Global Holdings, New York. “Ma ora, c’è stato un cambiamento nella politica delle banche centrali globali”. Il gioco cambia.
In un anno in cui le obbligazioni globali hanno guadagnato il 6,7 per cento, i rendimenti dei bond hanno toccato il massimo di recente nelle principali economie globali. Il rendimento del gilt UK a 10 anni ha raggiunto l’1,31 per cento, il più alto dal 23 giugno, il giorno del voto per il referendum britannico sulla Brexit. Le obbligazioni tedesche di simile scadenza hanno avuto il loro mese peggiore dal 2013, spingendo i rendimenti allo 0,217 per cento. I rendimenti del titolo del Tesoro Usa a 10 anni hanno toccato l’1,88 per cento.
E c’è il potenziale per ulteriori turbolenze in futuro. La prossima settimana si avranno le decisioni sui tassi di interesse da parte della Banca del Giappone, della Fed e della Banca d’Inghilterra. Poi l’8 novembre, gli americani vanno alle urne per scegliere un nuovo presidente. Lo scenario resta molto incerto.
A contribuire al repricing che ha spiazzato i mercati a reddito fisso è la sensazione sui mercati che gli storici sforzi di stimolo attuati dalle banche centrali stanno finalmente dando i loro frutti dopo anni di tentativi.
Mentre la BCE è ancora proiettata per estendere e modificare il suo programma di acquisto di asset alla fine di quest’anno, la convinzione sulla longevità del piano è scemata, in presenza di segnali che l’inflazione globale sta accelerando.
Un rapporto venerdì ha mostrato che i prezzi al consumo in Germania sono saliti questo mese al ritmo annuo più veloce di due anni. I dati macro in UK giovedi hanno rivelato che l’economia britannica è cresciuta più del previsto nel terzo trimestre. All’inizio della settimana, il governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha detto che c’erano dei limiti alla volontà di guardare oltre il superamento dell’ obiettivo di inflazione, segnalando la possibilità che lo stimolo, compreso un programma di acquisto di bond, potrebbe non essere ampliato.
E gli Stati Uniti, la più grande economia del mondo, sono cresciuti nell’ultimo trimestre al ritmo più rapido in due anni, ovvero +2,9%, come hanno mostrato gli ultimi dati pubblicati venerdì.