Almeno 149 persone, tra le quali almeno 21 bambini, sono morte nel terribile terremoto di magnitudo 7,1 sulla scala Richter che ha colpito il centro del Messico, compresa la capitale, 32 anni dopo il devastante sisma del 1985. I soccorritori continuano a lottare contro il tempo per trovare superstiti sotto le macerie di diversi immobili. Il bilancio provvisorio del governo messicano, ha riferito il direttore della protezione civile, Luis Felipe Puente, parla al momento di “149 morti complessive”.
Tra le vittime ci sono 26 bambini di una scuola in Messico crollata, mentre proseguono le ricerche per ritrovarne una trentina ritenuti dispersi. “Noi abbiamo un bilancio di 30 morti, 26 bambini e quattro adulti” nella scuola primaria Enrique Rebsamen, ha indicato il sottosegretario alla Pubblica Istruzione, Javier Trevino, all’emittente Televisa. Il bilancio complessivo del sisma dovrebbe aumentare perché “ci sono persone disperse” che potrebbero trovarsi sotto le macerie.
L’epicentro del sisma, registrato alle 13.14 locali (le 20.14 italiane) di martedì 19 settembre, è stato individuato alla frontiera dello stato di Puebla e Morelos (centre), a 51 chilometri di profondità: lo ha indicato il centro geologico americano Usgs, secondo cui il sisma potrebbe provocare fino a mille morti. A Città del Messico, metropoli con venti milioni di abitanti, ci sono state scene di panico, crisi di nervi e le persone si sono riversate in massa in strada. La nuova scossa segue di qualche giorno quella di magnitudo 8,2 sulla scala Richter che ha colpito il sud del Paese, provocando un centinaio di morti a inizio settembre.