La firma delle sanzioni contro la Russia da parte di Donald Trump rappresenta “la fine della speranza di migliorare i rapporti” tra Mosca e “la nuova amministrazione americana” e indica anche che “alla Russia è stata dichiarata una guerra commerciale a pieno titolo”. Ad affermalo è il premier russo, Dmitri Medvedev, in un post pubblicato sul suo profilo Facebook ufficiale. Secondo Medvedev, inoltre, “l’Amministrazione Trump ha dimostrato una totale impotenza, passando nel modo più umiliante i poteri dell’esecutivo al Congresso, cosa che cambia l’equilibrio delle forze nei circoli politici americani”.
Poiché il nuovo regime di sanzioni rende difficile rimuovere le misure contro Mosca, che possono durare decenni, Medvedev ha previsto uno spazio estremamente stretto per il miglioramento dei legami bilaterali. “Il rapporto tra la Russia e gli Stati Uniti sarà estremamente teso, indipendentemente dalla composizione del Congresso o dalla personalità del presidente”. Il primo ministro russo ha leggermente indicato una possibile rappresaglia economica dicendo che la Russia ridurrà la dipendenza dalle importazioni occidentali.
In una mossa preventiva diplomatica contro le nuove sanzioni degli Stati Uniti, il presidente russo Vladimir Putin domenica 31 luglio ha ordinato una riduzione drastica, entro il 1 settembre, di 755 unità nel personale della missione diplomatica degli Stati Uniti in Russia. Non senza esprimere delusione per l’operato di Washington in un’intervista con la televisione russa. “Abbiamo aspettato per un bel po’ di tempo perché qualcosa cambiasse in meglio”, ha detto Putin, “ma, a giudicare da quello che vedo, se cambierà il rapporto bilaterale, non sarà molto presto”. Un segnale chiaro e forte diretto alla Casa Bianca.
Iran: “Con sanzioni violato accordo sul nucleare”
Anche l’Iran lancia un’offensiva verso gli Stati Uniti, affermando che le nuove sanzioni imposte dagli Usa violano l’accordo sul nucleare. “Crediamo che l’accordo sul nucleare sia stato violato e reagiremo”, ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, parlando alla tv di Stato. La legge sulle sanzioni all’Iran, ma anche alla Russia e alla Corea del Nord, è stata firmata dal presidente americano, Donald Trump, scatenando un fuoco di polemiche.
Immigrazione, Trump vuole limitare le “Green cards”
Intanto il presidente Trump ha dato il suo assenso a un disegno di legge per dimezzare l’ingresso di immigrati legali permanenti nel prossimo decennio, un piano ambizioso che può sedurre la sua base elettorale, ma difficilmente supererà l’opposizione democratica al Senato. Trump, che durante la campagna elettorale ha promesso di riformare il sistema di immigrazione del paese, sostenendo che deve essere “basato sul merito” , ha annunciato il suo sostegno per una proposta legislativa che vorrebbe cambiare il sistema di concessione di permessi di residenza permanente ed eliminare la “lotteria” globale dei visti annuali.
Ciò rappresenterebbe la riforma più significativa al nostro sistema di immigrazione da mezzo secolo a questa parte in Usa. Secondo la proposta di legge repubblicana, i permessi di residenza permanenti, noti come “Green cards”, cominceranno ad essere distribuiti attraverso un sistema “più competitivo”, basato su punti a seconda del livello di qualificazione del richiedente. Questo sistema favorirà coloro i quali parlano inglese, e sono in grado di mantenere se stessi e le loro famiglie finanziariamente, a dimostrare le competenze che possono contribuire all’economia americana, ha detto Trump, aggiungendo che il disegno di legge “impedisce ai nuovi immigrati di ottenere aiuto” dal sistema statunitense di prestazioni sociali, anche se la legislazione vigente ha già vietato, per due decenni, che gli immigrati legali possano beneficiare di questi meccanismi pubblici durante i primi cinque anni di residenza nel Paese.
ronin
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L’establishment USA contro il resto del mondo
Il Congresso USA vota nuove sanzioni. Vuol fermare la politica di cooperazione e di sviluppo di Trump e tornare alla dottrina Wolfowitz di contrasto e di signoria sovraordinata.
Thierry Meyssan
http://megachip.globalist.it/cronache-internazionali/articolo/2009731/laestablishment-usa-contro-il-resto-del-mondo.html
di Thierry Meyssan.
La classe dirigente statunitense si sente minacciata dai cambiamenti internazionali sospinti dal Presidente Trump. Si è appena coalizzata per sottoporlo all’autorità del Congresso. In una legge approvata quasi all’unanimità, ha introdotto sanzioni contro la Corea del Nord, l’Iran e la Russia e ha fracassato gli investimenti dell’Unione europea e della Cina. Per essa si tratta di fermare la politica di cooperazione e di sviluppo del presidente e tornare alla dottrina Wolfowitz di contrasto e di signoria sovraordinata.
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ecc…
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ronin
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La follia imperialista avvicina Russia e Germania
https://comedonchisciotte.org/la-follia-imperialista-avvicina-russia-e-germania/
DI PEPE ESCOBAR
L’impero dei piagnucoloni non ne ha mai abbastanza di strillare e tenere il broncio.
La “democrazia rappresentativa” di Capitol Hill ha scatenato , il suo ultimo pacchetto di sanzioni, rivolto principalmente alla Russia, ma anche ad Iran e Corea del Nord.
L’annuncio della Casa Bianca – un tardo venerdì pomeriggio nel mezzo dell’estate – che il presidente Trump ha approvato e firmato il disegno di legge è stato letteralmente sepolto dal ciclo di notizie sul Russiagate.
Trump sarà tenuto a giustificare dinanzi al Congresso, e per iscritto, qualsiasi iniziativa che alleggerisca suddette sanzioni. Il Congresso ha inoltre il diritto di avviare una revisione automatica di qualsiasi iniziativa.
Tradotto: nessuna possibilità di ripristinare i rapporti. Il Parlamento sta infatti ratificando la campagna russofoba in corso, orchestrata dal neocon deep state.
La guerra economica alla Russia è stata dichiarata come minimo tre anni fa. La differenza è che quest’ultimo pacchetto ha come obiettivo anche l’Europa, in particolare la Germania.
Viene infatti demonizzato il gasdotto Nord Stream 2 e si vuole costringere l’UE a comprare il gas naturale statunitense.
Non fatevi ingannare però: l’élite UE reagirà. Juncker ha già detto che: “America First non vuol dire Europa per ultima”.
Ovviamente anche i russi non staranno con le mani in mano. Kommersant riferisce che Mosca, tra le altre cose, si vendicherà tagliando fuori dal proprio mercato tutte le società IT e tutti i prodotti agricoli americani, nonché fermando l’esportazione di titanio alla Boeing (il 30% del quale proviene dalla Russia).
Limitare gli accordi energetici Russia-UE consentirà più scambi di valuta tra il rublo e lo yuan, elemento chiave del mondo multipolare post-dollaro.
E poi c’è il possibile giocatore chiave: il fronte tedesco.
I pazzi in Campidoglio
Aldilà di regime changes e Russiagate vari, il cuore della questione è, ancora una volta, la guerra sull’energia.
Secondo una fonte di energia americana, che ha base in Medio Oriente e non è schiava delle lobby, “il messaggio in queste sanzioni è che l’UE deve acquistare il gas naturale statunitense, così da tagliar fuori la Russia. Negarle il mercato del gas naturale europeo era l’obiettivo della guerra, appena persa, in Siria: aprire il gasdotto Arabia Saudita-Qatar-Siria-Turchia-UE e coinvolgere l’Iran in un gasdotto Iran-Iraq-Siria-Turchia. Nessuno dei due piani ha funzionato”.
La fonte aggiunge come prova il crollo a tavolino del prezzo del petrolio nel 2014, “orchestrata contro la Russia dai paesi del Golfo. Dato l’insuccesso dell’operazione, negare il mercato europeo al gas naturale russo è diventata ora una priorità nazionale per il governo americano”.
Al momento attuale, il 30% di tutte le importazioni di petrolio e gas naturale dell’UE provengono dalla Russia. Allo stesso tempo, il partenariato energetico con la Cina si rafforza progressivamente. Mosca è inoltre orientata ad aumentare l’export di petrolio e gas verso l’Asia in generale.
Berlino è ora convinta che Washington stia compromettendo la propria diversificazione energetica con queste sanzioni. Il gas naturale ed il petrolio russi hanno sicure rotte terrestri e non dipendono dagli oceani, che, come sottolinea la fonte, “non sono più sotto il controllo degli Stati Uniti. Se la Russia, in risposta all’ostilità americana, cala una cortina di ferro sull’Europa e reindirizza tutte le proprie esportazioni di gas naturale e petrolio in Cina ed Asia, l’Europa sarà totalmente dipendente da fonti, come Medio Oriente ed Africa, totalmente inaffidabili”.
E questo ci porta alla possibilità “nucleare” all’orizzonte: un allineamento Germania-Russia in un Trattato di Controassicurazione, sullo stile bismarckiano. I think tank in quota CIA ci stanno pensando molto.
Un’altra fonte americana, anch’essa fuori dal radar delle lobby, sottolinea: “questo è il punto chiave, questo è il vero obiettivo dei russi, e gli americani sono caduti nella trappola. Gli U.S.A. ne hanno abbastanza della Germania che continua ad inondarne il mercato di prodotti sfruttando un marco travestito. La stanno ora minacciando di sanzioni, coadiuvati anche dai voti della Polonia al Parlamento Europeo. I folli al Congresso stanno davvero andando contro i tedeschi, spingendoli tra le braccia dei russi”.
Gli Stati Uniti odierna Cartagine
Una possibile alleanza Germania-Russia formerebbe un triumvirato con la Cina in grado di riorganizzare l’intera massa eurasiatica.
La partnership strategica Russia-Cina è estremamente attraente per le imprese tedesche, poiché consente di ridurre i costi d’accesso tramite la Belt and Road Initiative (BRI). Secondo l’ultima fonte citata, “gli Stati Uniti (non Trump) sono in guerra con Cina e Russia e la Germania sta avendo ripensamenti sullo stare dal lato americano. Nessuno si fida di questo Congresso, è considerato una gabbia di matti. Perciò, alla Merkel potrebbe esser chiesto di sloggiare per andare a guidare l’ONU, cosicché il trattato possa essere firmato. Scuoterebbe il mondo e terminerebbe l’egemonia mondiale degli U.S.A., che peraltro non hanno già più”.
La fonte aggiunge: “pensiamo che Brzezinski sia morto dopo essersi accorto che tutti i suoi sforzi contro la Russia erano diventati totalmente inutili”.
Si tornerebbe così, in un certo senso, agli anni ’30, con l’ascesa del nazionalismo in Europa. Questa volta la Germania non commetterà gli errori del ’14 e del ’41, ma andrà contro gli anglo-sassoni. Gli Stati Uniti sono veramente diventati la Cartagine di oggi e il caos del Congresso riflette la stessa stupidità di un popolo che è andato contro Roma. I suoi legislatori avevano sottovalutato il genio di Annibale così come quello americano sottovaluta quello di Trump, il miglior presidente dai tempi di Andrew Jackson. Come scrisse Sofocle in ‘Antigone’: «Dio prima rende pazzi quelli che vuole distruggere». E questo Congresso è pieno di pazzi”.
Pepe Escobar
ronin
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Le nuove sanzioni contro i russi sono il monumento di Washington alla sua criminalità (La guerra è all’orizzonte)
https://comedonchisciotte.org/le-nuove-sanzioni-contro-i-russi-sono-il-monumento-di-washington-alla-sua-criminalita-la-guerra-e-allorizzonte/
DI PAUL CRAIG ROBERTS
Col proprio voto, il Congresso fa chiaramente capire che preferisce rischiare una guerra nucleare piuttosto che distendere le relazioni con la Russia. Trump non può neanche porre il veto sul disegno di legge, in quanto passato in ambo le camere con ben oltre i due terzi dei voti. L’unica cosa che può ottenere con un veto è mostrare di avere presunti legami con Putin.
Al Congresso interessa molto di più continuare a raccogliere i finanziamenti del military/security complex e a far leva sulla russofobia, piuttosto che attenuare le tensioni.
Washington ha dunque palesemente scelto il conflitto con la Russia come elemento principale della propria politica estera. Forse ora il governo russo abbandonerà le proprie pie illusioni di un accomodamento. Come ho scritto più volte, l’unico modo con cui la Russia può ottenere un appianamento è accettare l’egemonia yankee.
La foglia di fico che il Parlamento ha scelto per violare i protocolli diplomatici è la solita accusa, non provata, delle interferenze russe nelle ultime presidenziali statunitensi. Un gruppo di ex ufficiali di intelligence americani ha annunciato di recente che è stata fatta un’istruttoria su tale presunto hacking, e la conclusione è che questo non è mai avvenuto; c’è stato un leak interno, che è stata copiato su un dispositivo e a cui poi sono state aggiunte “impronte digitali” russe. Non esiste alcuna prova effettiva che dimostri l’hacking russo.
È tutta una bufala, anche chi la propaga la sa.
Il fatto che il Congresso menta spudoratamente per giustificare la propria violazione del diritto internazionale dimostra quanto Washington sia determinata ad intensificare il conflitto con la Russia. Aspettatevi altre false accuse, demonizzazioni e minacce.
Paul Craig Roberts